Ciao, comprati Arrapound

Quando i tempi sono cupi e saturi di cupidigia, la storia diventa una ciunga che si tira, ci insegnano i loschi al governo. Mai morti, cullati e nutriti tra le pieghe della storia, i nipotini mazzieri di oggi hanno capito che adesso si possono rispolverare i fasti di ieri (ri)presentandosi belli agghindati al primo appuntamento. È tempo di balletti e debutti in società.

(clicca sui manifesti per scaricarli in alta qualità)

 

Vogliono odorare di storia e cultura, nascondere certi olezzi, riempire con altro i loro palinsesti altrimenti un po’ sgombri di simpatia (chi ci mettiamo sui manifesti colorati? L’allegrone Himmler che gioca allo sterminio in Ucraina? Oppure l’italianissima banda Koch della RSI che in compagnia delle SS tortura, stupra e ammazza però tutti vestiti da Pierrot? Noo, dobbiamo essere ancora più non conformi…). Per sintonizzarsi allora su Radio Biricchinissima rubacchiano a destra e a manca (spesso a manca) col fine di ricostruirsi un lacerato imene di credibilità.
Più di tante parole, torna qui utile la saggezza orientale dei monaci buddisti dell’antico Tibet: quando ti tiri dietro un carretto fumante di merda, se la vaporizzi di Chanel n.5, mica improvvisamente si mette a profumare. Continua a leggere

Satana sulla città

Hanno ragione i tradizionalisti cattolici quando paventano nubi demoniache dipanarsi all’orizzonte e minacciare la città. Troppa lascivia e sordida promiscuità corrompono le menti e frollano le carni.
Rassegnati, ci stiamo abituando a convivere con il peccato, ad assistere a spettacoli agghiaccianti a cui oramai nessuno fa più caso.
Come gente che suona pifferi nelle piazze, invece di andare a lavorare e lasciarle, le piazze, agli spritz della futura classe digerente. Nessuno si scandalizza nemmeno più se c’è chi lorda a suon di miserabili panetti e kebab i giardinetti perbene e le panchine con divisorio, invece di andare a mangiare al due torri.
Poi tutti a frignare che abbiamo un sindaco razzista conclamato, come se fossero queste le cose importanti che influenzano e mettono a rischio la gioventù!
E allora la droga?! E il comunismo?! E il black metal?! Siamo seri. Continua a leggere

Polvere da polvere, spazzatura da spazzatura

Ce l’abbiamo fatta. Costretti sempre ad inseguire “dopo” quello che succede in città, stavolta siamo riusciti ad arrivare “prima”. La nostra locandina pubblicata sul blog l’8 giugno è quantomeno premonitrice di quella che sarebbe uscita in tutte le edicole esattamente un mese dopo, l’8 luglio. Poteri psichici, sapevatelo. Certo la cosa non è di buon auspicio, visto che quando entriamo in trance nel nostro umido covo preveggiamo fine dei mondi, galassie che si scontrano, umanità resa schiava da scarabei stercorari giganti. Ma qui, con questo titolo che L’Arena ci ha evidentemente copiato, forse la metempsicosi c’entra poco. Era da tempo infatti che aleggiava nell’aria quel clima da “Ma dài diocan, iè solo butei!”. Alla fine come vuoi che si passi la serata in città, se non a cantare canzoncine razziste e per di più cattoliche (non si capisce perché al processo la difesa porti la pubblicazione di certe canzoni su cd delle edizioni paoline come attenuante) e spaccando teste, facce, occhi, posaceneri? E così, alla faccia dei precari del Comune che devono restare a casa dal lavoro, qualcuna anche con il figlio illegittimo di qualche consigliere tra le braccia, ecco dei nuovi interinali pronti per essere inseriti nell’organico dell’Amia. Quante risate devono essersi fatti Grugnolo e i genitori fascisti di ragazzi fascisti quando sua maestà ha concesso udienza a queste famiglie distrutte: idea, facciamo fare pulizia della città… sì, pulizia dai comunisti, ah ah ah!!!
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La verità è sempre rivoluzionaria: i veri responsabili dell’omicidio Tommasoli

Se avete seguito gli sviluppi del processo Tommasoli saprete che le superperizie ordinate dalla difesa e dalla corte hanno stabilito che lo skater della Valpolicella non è morto a causa di un calcio in testa. Si suppone avesse un aneurisma congenito e che proprio in quell’istante, ma proprio in quello, sia decongestionato e abbia creato un’emorragia.
Pensa che sfiga per i cinque di Porta Leoni. Trovarsi proprio lì a picchiare della gente mentre a uno gli esplode un aneurisma. E cuccarsi più di un anno di carcere, solo per una questione di sfiga. In effetti gli atti compiuti successivamente da altri casi isolati confermano che di violenza non si muore. È forse morta la ragazza del posacenere? E Schinaia, è schiattato? Non ci sembra proprio. Calcio in testa e morte sono quindi due cose slegate e lontane. Continua a leggere

Coppa del Negro

Se la squadra di calcio amatoriale Atletico Rio Valli avesse esclusivamente giocatori del calibro del sindaco Flavio Tosi, non solo i reparti di ortopedia dei nostri ospedali sarebbero intasati per tutti i mesi del campionato, ma soprattutto varrebbe meno di una cippa di minchia, in classifica. Dato che il piede a banana del nostro sindaco terzino trasforma ogni partita in una specie di passerella di rimesse da bordo campo (per lui la regola fondamentale è ancora quella imparata nei pulcini del “buta su”, ovunque sia, l’importante è che sia lontano dalla porta), ci si è trovati di fronte all’inevitabile esigenza di pagare giocatori bravi col piede e col pallone. Perché quindi non unire questa necessità ad un bel gargarismo che ripulisca la nomea razzista di Flavio el Leòn?
Così il sindaco e il presidente dell’Atletico Rio Valli Michele Calì hanno organizzato, grazie al contributo dell’onoratissimo giro che orbita intorno alla casa di produzione Media Italia, un concorso per reclutare un bel negro da inserire in squadra a fare, almeno ogni tanto, un gol. Ed ecco che arriva il sig. Ngono. Come descriverlo… ci sarebbero molti modi, ma preferiamo usare quello del giornale L’Arena, che lo definisce “il nigeriano assolutamente bene inserito a Verona”. Continua a leggere

Dietro ad ogni writer

di Scrivandra Vaccate

Dietro ad ogni writer c’è una storia di disagio. Non solo. Dietro ogni writer c’è qualcuno che gli passa le bombolette. E, cosa ancora più inquietante, dietro ad ogni writer c’è la schiena di un writer.

Raggiungo la signora Maria Pia Laslandroni al cassonetto di Via delle Supposte, ad Avesa. È lei a raccontarmi la prima storia di
dolore giovanile. «Quell’uomo ha rubato il motorino di mia figlia. Non solo, le ha rubato anche la vita. Non solo, ha rubato anche la postepay e il codice. Compravano bombolette su ebay, costavano meno, probabilmente le sniffano pure. Si erano divisi carta magnetica e codice segreto come un cuore spezzato in due. Noi le avevamo aperto un conto giovani alla popolare, ma quei soldi sono tutti spariti». Maria Pia mi fa entrare nella stanza di sua figlia scomparsa. Si capisce subito come quell’incontro abbia devastato l’adolescenza della giovane. Copertine di “Top girl” scarabocchiate, poster di Avril Lavigne con i baffi fatti a pennarello. Mozziconi di sigarette sicuramente non normali. Orrore puro. Continua a leggere

La madre dei casi isolati è sempre incinta

«Questo grave episodio insegna, purtroppo, come non si debba abbassare la guardia nè ignorare o sottovalutare ogni gesto che alimenti un clima di violenza o anche solo di intolleranza contro le istituzioni, le persone e i loro diritti». L’Arena, 03/06/09

«Una visita a titolo privato» ha detto uscendo sottolineando che «non esiste un caso Verona, queste cose accadono anche altrove». Ma di questo le cronache locali di altre città non hanno mai fatto cenno. L’Arena, 04/06/09


 

Maree Maroni

Guerre intestine e d’intestini tra apparati della Lega.
Il motivo del contendere? Questioni di primato tra primati.
Adesso se ne viene fuori Sturmtruppen Maroni con questa storia del respingimento.
Mica nuova. E non bisogna nemmeno tornare con la mente alle leggi razziali sostenute e sottoscritte dall’illustre statista Giorgio Almirante, padre politico di un’intera classe dell’apparato digerente oggi al comando.
Basta ricordare quando qualche anno fa i fascisti desiderosi di una fogna nuova dichiaravano l’inutile distinzione tra clandestini o regolari e la necessità di un umano rimpatrio per tutti.
Maroni copione, ci sono arrivati prima i tuoi amici nostalgici di olio, ricino e aspersorio.
D’altronde, ultimamente è un continuo rincorrersi a chi sia più aguzzino. Non è più a-la-page dirsi umani. Continua a leggere

Bavbavi! Invasione di barboni comunisti in città

Amiamo dormire in pieno centro nelle vostre belle città. Soprattutto d’inverno.
Sotto le stelle. Quando se ne vedono.
Non siamo come i vostri barboni di una volta, tipo il Crea, che si lasciano uccidere da veronesi ubriachi.
Forse non siamo neanche barboni. Forse neanche umani. Siamo una categoria di reietti del socialismo reale.
Il fine sociologo assurto al soglio di palazzo Barbieri ha ragione: è in corso una mutazione sociologica della categoria del clochard.
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Guardie cilenofile e bergamerati

Suggestioni cilene all’adunata viziosa di fascisti, sbirri e preti.

"Nessun braccio teso"
Il leader di Forza Nuova Bergamo: "Non siamo né fascisti né nazionalsocialisti"

Bergamo – «Se io avessi visto qualcuno fare il braccio teso, l’avrei subito bloccato, perché sono gesti provocatori e fuori luogo Noi siamo nazionalisti, non fascisti e nemmeno nazionalsocialisti». Dario "Astipalio", leader di Forza Nuova Bergamo, commenta la giornata di sabato e ciò che ne è derivato. «Per noi è stata un giorno perfetto, non altrettanto per Bergamo». (Giornale di Bergamo, 3/3/2009)

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