L’ombroso cinquantaquattro: La miseria non deve morire

Sapere che c’è sempre una persona più povera di te ti rincuora,
sapere che mangia meglio di te, (come dice il ministro della sovranità
alimentare) ti fra invidiare il suo piatto pieno di lacrime gourmet.

Se vivete in uno dei paesi più poveri della comunità europea e vi
ostinate a tenere basso il reddito pro capite, correte subito a cercare
il nuovo L’ombroso, in questo numero troverete tutte le ricette per
essere felici con le pezze griffate al culo.

Lo distribuiremo di nascosto nei soliti luoghi che già sapete.
Oppure scaricatelo gratuitamente come un buffet aziendal.

L’ombroso cinquantatre: un numero commissionato dall’agenzia turismo

Dove vai in vacanza quest’estate? Resti in città? Non c’hai una lira? E allora? Cos’è quel muso lungo, giovanotto, non vedi che sei nella città più bella del mondo? Ma la conosci almeno la tua città? Lo sai quante meraviglie nasconde? Quante cartoline, quanti confettini nei negozi del centro? Quanti rattoni a livello del fiume, roba di mezzo metro senza la coda? Ma lo sai che siamo una delle città con gli affitti più alti del mondo? Mica per niente, voglio dire, cosa c’hai da lamentarti, goditela, no? Ti serve una guida? Ma giusto, certo, un Cicerone sapiente che ti illustri i segreti della tua cara città, cara impestata… Eccoti allora il cinquantatreesimo numero de L’ombroso che ti menerà alla scoperta del luogo dove hai sempre vissuto se sei autoctono o dove il destino ti ha portato se sei alloctono ma non hai mai visto quanto è bella perché hai il prosciutto sugli occhi e sei uno stordito che non si rende conto di appoggiare il culo su un tesoro.

Where are you going for holyday this summer? You stay in city? Haven’t you one lira? Then? What is that long face, little boy, don’t you see you are in the beautiest city of the world? But you know at least your city? Do you know how many fantastic things hides? How many postcard, how many candies in the centers shops? How many big rats on the river’s lyer, things of half meter? But you know that we are one of the cities more expensive for house rent in all the world? Not for nothing, I want to say, what have you to cry, enjoy it, not? You need a driver? Right, sure, an erudit Cicerone that will show you discovery of the place where you ever lived if you are from here or where the destiny pulled you if you are from wherelse but you never saw cause you are full of ham in your eyes and you are a stupid who dont’ see that is sitting on a treasure.

L’ombroso 53

In questo numero / In this number:
– copertina e retro minuziosamente composita da Mignao
– redazionale bilinguale de Il Miserabile Jean in grande spolvero
– La città invivibile: una chiara esagerazione firmata Candy Okan
– Gardasee e poi muori: lucide riflessioni sulla deriva lacustre a cura di Giovanna Darko
– Brief: Vendere Veronda ai non verondesi: una chiara provocazione vergata da Fedele Castro
– Piscine comunali: non pervenute ma recensite al vetriolo da Quel Brutale Finalmente
– un paginone centrale che è una delizia per gli occhi, una croce per le cervella
– AridaVeronda: reportage very hot dei luoghi più insopportabili by Patù e Patone
– Viaggia mit uns: sempre Candy Okan che ci propone pacchetti vacanze irripetibili e impresentabili
– Teatro nei cortili: il vero fiore all’occhiello della nostra splendida città, ilari commedie recensiti da Alì Tosi
– Mostre che levati: lo sapevate che non ci sono solo mostri ma anche amostre?

Tutto tutto confezionato come una guida per l’estate antropocenica apericenica, con un poporopò di illustrazioni bellissime di bravissimi fashion designer prezzolati!

L’ombroso cinquantadue: un numero artificialmente intelligente

Se siete a corto di idee e avete perso la direzione, non preoccupatevi, l’intelligenza artificiale vi guiderà verso la deriva: inserite tutti i vostri dati e la macchina pensante vi dirà come sprofondare nel baratro, ma con la musica giusta in sottofondo.
L’algoritmo in questi anni vi ha misurato il cervello da dentro e ora è arrivato finalmente il momento di deresponsabilizzarci e attribuire tutta la colpa ai robot.
Se volete capirci di più, con i pochi byte che vi sono rimasti, cercate una copia di vera carta nei luoghi della perdizione verondese o scaricate e leggete il nuovo numero scritto tutto quanto da una quasi intelligenza artificiale che ci sta tenendo prigionieri in una prigione-matrice fatta solo di 1 e di 0!

Numero 52

Nel L’ombot potrete trovare:
– un redazionale che la Macchina ci ha imposto di titolare: @#$!!%&!, de Il Miserabile Bit
– Bit Bit Veronda Bit: le trame oscure della città (100% made in A.I.) raccontate da un Commodore 64 acceso da Max Brododidado
– L’amore ai tempi dell’IRC: reportage vintage di quando il porno viaggiava su una stringa di testo di quel sagace satiro di Lord Scoppiafica
– HentAI: memorie spinte di collegiali di Belle Arti con Brutti Vizi, di Giovanna Darko
– un paginone meraviglia, Pollo AI, cyber-bot-punk comic a firma di Barnauta
– Boomerbot gpt: barzellette generate su consiglio di Fedele Castro. Provatele a tradurre in linguaggio alfabetico ricopiando pedissequamente e senza errori il codice binario… divertentissime!
– L’opinione del preboomer: uno svogliato, blaterante e un po’ rincoglionito Cesare Lombroso preconizza la sconfitta delle macchine e la vittoria della meschinità umana
– Riderboy: ovvero una cronaca ricca di spunti comici di uno schiavo moderno la cui Weltanschauung fa maledire di essere nati, a cura di Candy Okan
– Il caso Visentin: la vera, triste storia di colui che inventò un preservativo su cui fioriva una rosa al termine dell’eiaculazione. Ne scrive contrito Quel Brutale Finalmente
– Condividi foto: storia elaborata con il suggeritore di Whatsapp firmata dalla spettacolare new entry barbraStreisand
– lo sferzante commento sopra le righe della strip Pillole di Redazione, in cui si svelano le orribili trame e le lascive abitudini di chi trama nell’ombra. Ce le racconta Pussy Pussoskowitz

E se non bastasse, l’elaboratore ha anche spurgato illustrazioni, vignette, grafiche da far rabbrividire il televideo, firmandosi di volta in volta B.Rutto, AI Iappulla, Father Carcass, EnzoTrifase, dzteil, Elefantelegante… Per la copertina a 8 bit millanta invece di chiamarsi Kata-sù.

L’ombroso cinquantuno: un numero pacefondaio voltagabbana

Bene, è ora che vi rendiate conto, pupetti, che appartenete a un mondo dove che tifiate per la guerra o per la pace, sempre per le armi tifate. L’illusione delle progressive sorti diceva che la storia era finita e invece niet, un paio di testicoli, è sotto gli occhi di tutti che la guerra continua e anche quando si ferma è sempre una pace armata.
Non vi sono alternative, siete incastrati in un angolo da cui potete uscire solo sotto forma di polvere. Amen. Questo per dire che L’ombroso 51 prendetelo pure dalla parte che vi capita, di guerra o di pace, fa davvero tanta poca differenza quanta ne passa tra una Meloni e un Salvini, a questo punto è proprio solo un nome: ma una Rosa continuerebbe a essere una Rosa anche se si chiamasse Leonardo? Sono questioni troppo complesse per noi, interpellate Zelger. Perché in realtà è chiaro come la mia orina quando bevo troppa acqua che nessun pagatore di tasse allo stato Italiano può dirsi estraneo agli armamenti: o siete evasori totali o di fatto contribuite ad armare il mondo, fatevene una ragione e scegliete da che parte stare: la pace con gli schiavi che vi lavano i piedi o la guerra con gli eroi che vi fanno i pompini? È solo questione di gusti. Pace e guerra sono due gusti, due allestimenti, due versioni dello stesso prodotto.

In questo numero bicefalo troverete:
– Voto bomba, de Il Miserabile Jean
– Feste in tempo di peste e tempeste, di Max Brododidado
– 10 motivi per cui è giusto fare la guerra, di Fedele Castro
– La sola carta igienica del mondo, di Candy Okan
– La bioguerra degli ecoimbellicisti, di Alì Tosi

E quando avremo gratuitamente illuminato le vostre anime svelandovi quanto la vostra scelta sia ininfluente, grazie a un garbato giuoco di simmetrie, riflessioni e illustrazioni colorate, evitate di ringraziarci con dei raudi dentro le nostre cassettine dell’elemosina, come è accaduto in passato, perché l’esplosione trasforma i centesimi in proiettili e può diventare uno scherzo molto pericoloso per gli astanti.

L’ombroso va in Malora

VERONETTA

Finemente rinnovato, comodo al centro, etnico ma pulito, vendesi quartiere dotato di 1.657 bagni e una latrina in via Mazza 61/a. Soleggiato di giorno, ombreggiato la sera, ha recentemente favorito di una bonifica di classe per permettere passeggiate in estrema tranquillità tra gente per bene. Confine con Borgo Venezia elettrificato. Completano la proprietà alcuni posti auto e numerosi plateatici per allegre apericene in compagnia di gente pazzamente alternativa. No cani, sì levrieri.

Gli annunci di L’ombroso sull’ultimo dossier cartaceo a tema gentrificazione di Malora.

Federico ripensaci


Abbiamo brindato tutti, disegnatori, autori di vignette, polemisti, satirici; ci siamo abbracciati, baciati, ubriacati di gioia quando abbiamo appreso il tuo sodalizio con Morgan: una coppia perfetta, un’iperbole di follia, il big bang di due nullità che esplodono in un universo di puttanate. Ci siamo illusi per poco perché subito il tuo grigiore ha raffreddato quell’atomo che stava per scindersi ed esplodere incendiando una campagna elettorale che ci dovrà far ripiegare su vecchi temi tristi e triti: il filobus perso alla prima fermata, la distruzione sistematica di quel poco di verde rimasto ancora in città, la grande figura di merda con il congresso delle famiglie, per non parlare della candidatura a capitale della cultura dove ti sei piazzato all’ultimo posto dopo Badia Polesine. Ci tocca ritornare sulle amicizie nazifasciste, sull’acquisto della casa in centro alla faccia della crisi, sulle farse dei tagli dei nastri per opere già fatte da chi ti ha preceduto e sulle altre cosucce da sindaci che non ci fanno più ridere.
Avevamo abbozzato già mille idee, fantasiose, fresche, colorate e tu, come sostiene l’altro tuo sodale Vittorio Sgarbi, ti sei cagato addosso alla prima scorreggetta.
Ripensaci Fede, fallo per noi, per la nostra voglia di lavorare finalmente sopra le righe: abbi un sussulto di coraggio e, per una volta almeno, non farci rimpiangere Grugnolo.
Quelle e quelli del L’ombroso