La verità è sempre rivoluzionaria: i veri responsabili dell’omicidio Tommasoli

Se avete seguito gli sviluppi del processo Tommasoli saprete che le superperizie ordinate dalla difesa e dalla corte hanno stabilito che lo skater della Valpolicella non è morto a causa di un calcio in testa. Si suppone avesse un aneurisma congenito e che proprio in quell’istante, ma proprio in quello, sia decongestionato e abbia creato un’emorragia.
Pensa che sfiga per i cinque di Porta Leoni. Trovarsi proprio lì a picchiare della gente mentre a uno gli esplode un aneurisma. E cuccarsi più di un anno di carcere, solo per una questione di sfiga. In effetti gli atti compiuti successivamente da altri casi isolati confermano che di violenza non si muore. È forse morta la ragazza del posacenere? E Schinaia, è schiattato? Non ci sembra proprio. Calcio in testa e morte sono quindi due cose slegate e lontane.
Per fortuna i giudici, anche se tutti iscritti al partito comunista albanese, sono stati in grado di capire l’enormità della sfiga e hanno mandato a casa queste vittime dell’ingiustizia ingiusta, tra le braccia della mamma. Primo a beneficiarne il bibliotecario Vesentini, poveretto, che aveva solamente chiesto un passaggio per il Berfi’s e che si era ritrovato a tirar per i capelli, buttandolo faccia a terra, uno malvestito, che manco conosceva, sicuramente non andava al Berfi’s.
Così, finalmente, Butei Liberi, una parte della città può salutare nuovamente i Suoi ragazzi. Sono stati concessi i domiciliari alla fine anche al Tarabuio, giusto in tempo per permettergli di andare a vedere “Amici” di Maria di Filippi in Piazza Bra’ e stringere in un caloroso abbraccio fraterno i suoi amici boyscout di Forza Nuova.
Finora L’ombroso non si era espresso sull’andamento del processo. Non per pudore o perché non sapesse che pesci pigliare, brancolando nel buio. Semplicemente stava seguendo un’altra pista, con il fine di riportare un po’ di serietà in una vicenda che stava assumendo dei connotati  farseschi. Ci sono voluti mesi di indagini ma lo sforzo congiunto dei nostri uomini con quelli di Amia, società Autostrade, corpo dei vigili urbani di Altamura (qui confusione nostra nel mandare gli inviti, ci scusiamo), Gardaland, Ristoasi e il centro diagnostico di genetica preventiva della clinica Don Verzé di Lavagno alla fine ha dato i risultati sperati.
Ora, grazie anche alle soffiate di Sbirulino e del Mago Otelma, abbiamo le prove della loro innocenza, sebbene non ci fosse bisogno di provare proprio nulla. Hanno poco da darsi da fare pm e medici legali a rovistare nei frigoriferi in cerca di arterie scomparse, non serve a nulla, chi di dovere li ha già assolti. Chiedetelo ai gestori di locali in centro. I nostri ragazzi si vestono così bene, come possono essere loro i colpevoli? Casomai vittime di un complotto ordito dalla curva del Chievo.

I capi d’imputazione a carico dei seguenti personaggi hanno definitivamente scagionato i cinque giovani per bene di Verona.

1) Beppe Culandrello. Ricercato per mezza Europa da sarte che hanno il resto dei pantaloni. Sembra sia stato lui ad innescare la rissa: ha chiesto la sigaretta e voleva prenderla col fondoschiena.
2) Lupp, il Koala di Georgie. Pare che la famosa sigaretta fosse al mentolo. Lupp potrebbe averla scambiata per eucalipto, ed essersi così avventato sui malcapitati.
3) Il Gatto Obeso.
4) I Lottatori Ludwig. Questi due luchadores messicani erano in città per studiare le gesta dei più celebri Abel e Furlan e preparare un numero per la nuova stagione. Serviva qualcuno con cui fare training.
5) La Salama da Sugo. Ha ceduto e confessato. Sembra si fosse persa e cercando la sua casa natale, Ferrara, raggiungeva in realtà Ferrara di Montebaldo. Adirata e stressata, tornando a valle potrebbe essersela presa con i primi che passavano.
6) L’uomo del Meteo. Potrebbe essere lui l’autore della sbagliata previsione sulla pressione atmosferica, vera causa dell’esplosione dell’arteria cerebrale di Tommasoli.
7) Il Nano Aspirapolvere. Utilizzato dall’Amia per ripulire le bocche di lupo, potrebbe aver aspirato l’arteria scomparsa.

Sono tutti sospettati. Tutti colpevoli, a modo loro. L’importante è che sia chiaro che i cinque di Porta Leoni non c’entrano niente, sono RagazziPerBeneButeiLiberi, e che i calci alla testa non ammazzano nessuno. Magari rovinano un po’ la punta delle scarpe.

6 thoughts on “La verità è sempre rivoluzionaria: i veri responsabili dell’omicidio Tommasoli

  1. 8) … eccheddire della responsabilità del cren sul lesso? L’è ovvio che dopo un butel de forte e sana vestibilità veronese, magari avendo penà visità le vetrine de Lancini, el vaga a menar uno con scarso senso dell’abbimanmento dei colori e magari coi cavèi sgrendeni … chel par na dona!

  2. Cheddire…per fortuna che a Verona c’e’ l’Arena e Cocciante! Cosi’ non siamo costretti a sentire sempre le solite favole di fascisti e razzisti che ormai c’hanno proprio stufato… 🙂
    Un applauso a l’ombroso!

  3. Ragazzi..per fortuna ci siete voi a tenerci informati,a risvegliare i nostri cervelli lobotomizzati da massicce dosi di Amici di Maria e a ricordarci che ci si può ancora incazzare, indignare e lottare nonostante tutto…grazie…

Comments are closed.