Federico ripensaci


Abbiamo brindato tutti, disegnatori, autori di vignette, polemisti, satirici; ci siamo abbracciati, baciati, ubriacati di gioia quando abbiamo appreso il tuo sodalizio con Morgan: una coppia perfetta, un’iperbole di follia, il big bang di due nullità che esplodono in un universo di puttanate. Ci siamo illusi per poco perché subito il tuo grigiore ha raffreddato quell’atomo che stava per scindersi ed esplodere incendiando una campagna elettorale che ci dovrà far ripiegare su vecchi temi tristi e triti: il filobus perso alla prima fermata, la distruzione sistematica di quel poco di verde rimasto ancora in città, la grande figura di merda con il congresso delle famiglie, per non parlare della candidatura a capitale della cultura dove ti sei piazzato all’ultimo posto dopo Badia Polesine. Ci tocca ritornare sulle amicizie nazifasciste, sull’acquisto della casa in centro alla faccia della crisi, sulle farse dei tagli dei nastri per opere già fatte da chi ti ha preceduto e sulle altre cosucce da sindaci che non ci fanno più ridere.
Avevamo abbozzato già mille idee, fantasiose, fresche, colorate e tu, come sostiene l’altro tuo sodale Vittorio Sgarbi, ti sei cagato addosso alla prima scorreggetta.
Ripensaci Fede, fallo per noi, per la nostra voglia di lavorare finalmente sopra le righe: abbi un sussulto di coraggio e, per una volta almeno, non farci rimpiangere Grugnolo.
Quelle e quelli del L’ombroso

Circo delle croste, sesta edizione: The Holy Vengeance!

locandina circo delle croste 2015

Come una malattia che non si riesce a debellare, torna la più improbabile serata del divertimento, l’ics fuktor dei poveri!
Attori e attrici, cantanti, mimi, nani e ballerine si cimenteranno nella più sgangherata kermesse che questa città abbia mai saputo mettere in scena.

Come sempre sarà il pubblico a decretare i vincitori, osannandoli e omaggiandoli con lanci di verdura, bombe carta e arguti improperi.
Giudice di tutte le grida, l’infernale, implacabile, indiscutibile macchina brevettata da L’ombroso, il Sigometro®.

Hellas Vandea: timorati di dio, timorati di tutto

Zelger

 

Pare che il consiglio comunale, frustrato nella sua voglia di mare e di sole in questa estate piagnona e guastafeste, abbia sfogato la sua acredine e i suoi rancori verso la gioventù cittadina approvando l’ordine del giorno di un livoroso omino che frequenta palazzo Barbieri da quando è fuggito dal rettilario e controfirmato da quanto di meglio codesta città abbia saputo esprimere in merito al progresso dell’umanità.
L’oscurantista portatore sano di Medioevo vorrebbe istituire, sotto il rigido controllo del Comune, un osservatorio sull’educazione alla sessualità e all’affettività della mai abbastanza disgraziata gioventù veronese.
In questa sede preferiamo rinunciare a indagare quale sia stata l’educazione ricevuta dal piccolo Zelger, ché v’è da temere di trovarne di quelle da spremere il cuore a un nazista.
Ma vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione, perché quando un uomo con quelle misure di cranio, con quella arcata dentale, con quegli occhietti millimetrici dallo sguardo acuto, non si accontenta più di farsi uscire dalla bocca il suo alito da mangiatore di insetti ma comincia a parlare di osservatorio sessuale e affettivo, allora chi arginerà più la pretesca foia voyeuristica e dominatrice di questo e d’altri individui di tal fatta? Che ne sarà dei nostri più puri e graziosi fanciulli?

Buoni propositi per gli anni passati

2077e4536f9fa2896618eaddfe96197f0b07e770_mForse neppure più ve lo ricordate.
Forse siete troppo giovani e magari siete anche nati quando la crisi era già cominciata da un pezzo. O magari vi siete svegliati solo ieri da un lungo sonno.
Ma forse invece anche voi ricordate di quella breve e intensa stagione in cui ogni settimana – come un dolce, catartico, non violento e pure feroce stillicidio – un onesto imprenditore italiano si suicidava. Erano imprenditori che alla loro impresa avevano dedicato l’intera esistenza, imprenditori che di norma non andavano a puttane tutte le notti, imprenditori che si sudavano la jaguar e garantivano uno stipendio ai loro lavoratori tutti i santi mesi e a natale il doppio e negli anni buoni anche il premio. Imprenditori che avevano fatto quasi tutte le carte che lo Stato e il Popolo Italiano avevano minacciosamente richiesto loro e a quello Stato e a quel Popolo avevano versato quasi tutte le imposte e i balzelli fino all’ultimo centesimo. Come bonzi orientali ogni lunedì mattina, nell’intimità dei loro uffici si bruciavano le cervella, si appendevano alle travi nel silenzio dei loro capannoni. In una scelta assoluta che a noi pareva estremo atto di coerenza. Continue reading

Annuncio a tutti i bolliti e le bollite nei pressi di Veronda: L’ombroso si svela

Come faccio ad abbonarmi al giornale, ma solo ai numeri dispari?
Mi confermate che vi chiamate tutti Diego?
Vi risulta che sono comparsi dei cerchi nel grano a Povegliano raffiguranti i vostri volti?
C’è mia cugina lì?
Siete sul libro paga della curia veronese?
È vero che siete morti in un incidente stradale ma la cosa viene tenuta a tacere?
Perché non ve la prendete con le vostre madri?

L’ombroso da oltre cinque anni suscita sentimenti contrapposti, che variano tra la morbosa curiosità e l’indifferenza più abissale. Di questa singolare escrescenza si sa ancora poco, se non che ogni tanto esce un giornale più o meno di satira, che i misteriosi adepti curano un discutibile blog e che a volte producono iniziative ludico-culturali di dubbio gusto.
Per il resto, una cortina fumogena copre – oltre le loro identità – tutte le malefatte birbone contrassegnate dalla Elle con l’apostrofo.

Insieme ai quasi amici de L’antitempo, all’interno della rassegna “Acquamorta ribolle”, sabato 2 marzo, dalle ore 22.30 al circolo Malacarne, la redazione de L’ombroso per la prima volta ha deciso di fare outing e di rispondere in diretta alle vostre domande.

Avvalendosi di un sistema di citofono mediatico via etere, i misuratori maxillo-facciali intercomunicheranno col popolo degli spritz in neurovisione.

Una delle rare occasioni in cui le cellule dormienti dei cripto-frenologi (cioè voi seguaci del mondo esterno) potranno contribuire alla causa facendo donazioni semivolontarie al banchetto, ricevendo in cambio tutti i numeri della rivista su preziosa carta pergamenata, i manifesti di propaganda, le lussuriose spille, le magliette scolorite, i libri messi all’indice da questo e dal futuro papa.

Preparate ordunque domande consone all’enfatico momento, finalmente l’oscurità verrà rischiarata… L’ombroso si svela!

Il programma completo della rassegna di scritture e immaginari a sinistra dell’Adige qui (su fb: Acquamorta Ribolle)

locandina acquamorta sabato 2 marzo ok

Legapound

Che la Lega fosse malata terminale lo si era capito già da molto. Il fatto che continui ad accogliere su tutti i palchi con malcelata irritazione quel catorcio del sior Umberto la dice lunga. Il Marone non sa più dove sbattere la grossa zucca da nano per tenere in piedi la baracca (il palco l’altro giorno tra il marone, il grugnolo e l’umbertone sembrava il reparto infermeria del San Giacomo, roba da mandare in sollucchero il professor Lombroso). Ma in piazza Dante, l’altro giorno, ha mostrato veramente tutta la sua miseria. È davvero un malinconico finale per un partito nato dalle coliche di un popolo trovarsi ridotto a ingaggiare presenzianti alle sue manifestazioni come un qualsiasi berluscone abituato a riempire le piazzette a suon di gettoni di presenza.
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La sagra del buelasso

Riceviamo e pubblichiamo un indignato comunicato stampa.

J’è nè fin a Roma par magnar la polenta co la pajata, sti luamari.

Non ghe bastava, a sti buelassi, le careghete de le banche padane e de le municipalisate. i vol anca el sugo co “er rigatone” come se un morsegoto de bigoli col musso ala mensa de la Cariverona nol fuse bastansa bon. E la puìna co’ i amoli? No ve piasela più? Tuti a sbrodolarse col sugo de Roma.
Ghe voria un bel tortor par butarve zò tuta na terina de verze a la vaccinara, almanco capì cossa l’è el federalismo dal bon. E anca un bavarol par el vostro capo, che no ghe toca a Alèmagno a netarghe l’onto.
Alà luamari, stasi ‘tenti che no ve cata me mare, altrimenti la ve tira un scopeloto che ve rebalta. Almanco ve descantassi un cicinin.
Ocorarìa che tratessi ben i pori veci e le tradissioni de casa vostra, invece de andar a usmar in tel corpeto de le done onti de sugo.
Pensè a darghe una misiadina a la pearà ogni tanto al posto de baiar come cani fora dai coerti e de scondon far baldoria.
A noialtri ne par de star a la sagra del Buelasso, che fa rima con Michelasso quel che magna, beve e nol fa un casso.

Turboleghisti Veronesi

Into Jack Wild

Ci capita a volte di anticipare i tempi, non perché abbiamo poteri divinatori, per carità, solamente per puro caso. O forse perché il potere nelle sue piccole ramificazioni quotidiane è soltanto un semplice 2+2 che viene smascherato anche da Oreste, il mio macellaio di fiducia. Nel nostro numero 6, alla succulenta rubrica “La pagina del Letterato” che recensiva “selvaggiamente” le romantiche poesie in dolce stil novo del giovane autore veronese Jack “Wild” Salbego, ci siamo permessi di associare la pubblicità del pluripremiato vocabolario della lengoa veneta Flegoni-Mariotti, a cui Max “Energia Pura” Mariotti prestava la sua faccia e il suo cognome, come Gerry al riso Scotti.
Un accoppiamento dettato da esigenze di impaginazione e dalla richiesta della casa editrice del Flegoni Mariotti che non voleva perdere l’occasione di figurare in una delle pagine più lette del nostro periodico.
Non l’avessimo mai fatto. Come sempre i fatti superano la nostra putrida fantasia.

I fatti. Veronda, @comune.verona.it
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Un errore madornale

«Un’opera chiaramente blasfema»
L’Arena, 18/09/09

Verona. Il quadro che ritrae la Madonna con in grembo Adolf Hitler fa inorridire Flavio Tosi, sindaco di Verona, città in cui il dipinto è esposto. «È un’opera chiaramente blasfema, in quel quadro non c’è niente di artistico e di bello: se dipendesse da me, farei coprire quel dipinto», ha detto stamane Tosi. «In questo modo l’autore – ha aggiunto – ha esattamente ottenuto il risultato che si era prefisso, cercando provocatoriamente pubblicità proprio attraverso l’offesa alla religione cristiana. Chi ha organizzato la manifestazione, un privato, non la Fiera di Verona, non avrebbe dovuto permettere l’esposizione dell’opera». «Non so – ha concluso il sindaco – se il suo inserimento nella mostra sia dovuto a un mancato controllo preventivo o a un errore madornale. Il Comune, comunque, ha semplicemente dato il suo patrocinio a questa manifestazione come a tutte le altre ospitate in Fiera e non ha alcuna possibilità di fare da filtro».

Chiamami Aquila

I nostri nasi stereoscopici, le cui vibrisse si allungano a captare comunicazioni aliene, hanno annusato una informativa degna di nota, in cui finalmente si predica da parte di un presidente di una municipalizzata il ritorno all’eleganza tutta d’un pezzo.
Lui è più di alcalino, ha due ioni al litio così. Lui è Max Energy.

Da: massimo_mariotti@comune.verona.it
Data: 07 settembre 2009 11:36:54 CET
Oggetto: CENA TRICOLORE


Cena Tricolore

Giovedì 17 Settembre

seguirà ora e luogo

(Puoi allargare l’invito ai simpatizzanti della DESTRA SOCIALE,
per motivi organizzativi fammi sapere + o – il numero).

E’ gradita la Camicia Nera

Max 


Talpe all’interno della procura ci hanno fatto inoltre avere la trascrizione di una intercettazione ambientale prima che il file venga stralciato definitivamente. Il fatto riguarda una notizia di qualche mese fa, quando la presidenza di ATV ha deciso di dare un nuovo logo all’AMT. Continue reading