Federico ripensaci


Abbiamo brindato tutti, disegnatori, autori di vignette, polemisti, satirici; ci siamo abbracciati, baciati, ubriacati di gioia quando abbiamo appreso il tuo sodalizio con Morgan: una coppia perfetta, un’iperbole di follia, il big bang di due nullità che esplodono in un universo di puttanate. Ci siamo illusi per poco perché subito il tuo grigiore ha raffreddato quell’atomo che stava per scindersi ed esplodere incendiando una campagna elettorale che ci dovrà far ripiegare su vecchi temi tristi e triti: il filobus perso alla prima fermata, la distruzione sistematica di quel poco di verde rimasto ancora in città, la grande figura di merda con il congresso delle famiglie, per non parlare della candidatura a capitale della cultura dove ti sei piazzato all’ultimo posto dopo Badia Polesine. Ci tocca ritornare sulle amicizie nazifasciste, sull’acquisto della casa in centro alla faccia della crisi, sulle farse dei tagli dei nastri per opere già fatte da chi ti ha preceduto e sulle altre cosucce da sindaci che non ci fanno più ridere.
Avevamo abbozzato già mille idee, fantasiose, fresche, colorate e tu, come sostiene l’altro tuo sodale Vittorio Sgarbi, ti sei cagato addosso alla prima scorreggetta.
Ripensaci Fede, fallo per noi, per la nostra voglia di lavorare finalmente sopra le righe: abbi un sussulto di coraggio e, per una volta almeno, non farci rimpiangere Grugnolo.
Quelle e quelli del L’ombroso