Il Circo delle Croste 3

Arriva come uno tsunami di simpatia la kermesse più applaudita dell’estate veronese. Meglio del Festivalbar, del Festival Veneto e della sagra del Caval da Obito, torna il Circo delle Croste!

Ancora traumatizzati o con il cuore enfio di nostalgia, per coloro i quali vi hanno partecipato il ricordo delle prime due edizioni rimane comunque indelebile.
L’avanzspettacolo promosso da L’ombroso giunge alla sua terza fatidica prova.
A calcare il palco intrepide e valorosi incoscienti, pronti a intrattenere gli astanti a costo del pubblico ludibrio.
Sarà il talent-shock ancora in grado di regalare forti emozioni?
Lo decreterà il pubblico, armato di ululati, verdure di stagione e proiettili di carta.
Lo misurerà il Sigometro®, marchingegno ad alto contenuto tecnologico uscito dai tumidi laboratori dei misuratori maxillofacciali.

Sabato 7 luglio, ore 21.30, all’interno della rassegna Brutti Caratteri, in viale C. Galliano 2 (spazio de L’isola che non c’era) il mistero verrà tosto svelato.
Un banchetto con tutto il materiale prodotto da noi, all’ombra, vi accoglierà. Sosteneteci o ripudiateci.

Show no mercy.

Anche Di Dio è un caso isolato tra gli assessori?

Vulgata vorrebbe che un assessore o ex che sia dovrebbe mantenere un certo controllo. Altrimenti, chiunque potrebbe ricoprire alti incarichi istituzionali. Allora anche semianalfabeti prima solo frequentatori di bar potrebbero decidere sulla testa di tutti di autostrade, inceneritori e trafori. O addirittura immaginiamoci, per assurdo eh, un neonazista a capo di liste che appoggiano il sindaco e che poi viene lautamente ripagato con comoda carega in un ruolo dirigenziale. Figuriamoci…
Ci troviamo però costretti a segnalare all’attenzione di eventuali spiriti critici di passaggio dalla nostra città il lucido intervento su Faccia da Libro del camerata Di Dio. Prima d’ora di lui sapevamo solo che il sovrappeso non era direttamente proporzionale all’intelligenza.
È evidente dalla schiuma alla bocca che traspare dalle poche righe dell’integerrimo uomo politico padanonazionalista la volontà e il desiderio di tornare ai bei tempi in cui i bravi ragazzi coi capelli corti spaccavano la testa ai capelloni come Ramelli e viceversa.
Apprezziamo la sua sincerità. Prendiamo atto del suo invito alla cittadinanza a farsi giustizia da sé, tanto non potranno che rimanere casi isolati, come la vulgata scaligera appunto vuole.
Esortiamo tuttavia chiunque becchi Vittorio Di Dio per strada di limitarsi a fargli una pernacchia, ma proprio solo se ha del fiato che gli avanza.

Sugo verde

Nostalgia.
Nostalgia per i bei tempi andati.
Allora tutto era più semplice. Di più, sempliciotto.
Quando erano ancora poco più che balilla facevano le loro belle marcette a passo dell’oca e braccio teso, sventolavano felici i bei bandieroni italiani con le croci celtiche e i vessilli nazionali. Poi subito dopo sono finiti a marciare con gli altri sventolatori di bandiere, quelle con gli Alberti da Giussano e i leoni di san Marco, uniti inspiegabilmente per la fondazione di un nuovo ordine. I menefrego garrivano al vento su elmi druidici.
In tempi non sospetti, è vero, qualcuno già sospettava che dietro a tanta gagliarda prosopopea si nascondessero interessi di più basso profilo.
Oggi che si gioca a carte scoperte, che hanno tolto il coperchio al pentolone padano, ci accorgiamo che stavano cucinando il loro bel minestrone fatto di biechi interessi da cortile, né nazionale né padano: quello di casa loro. Frantumati gli orizzonti di gloria, rimane solo la questua per una poltroncina in prima fila.
Fortuna che si può sempre contare su di una salda certezza: il quoziente d’intelligenza dei propri elettori.
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Partire per la campagna

Per la gioia di grafici e stampatori sottopagati che in questo periodo dovranno mandar giù le proposte più incredibili: la campagna elettorale è finalmente partita!
Fino al 6 maggio la città verrà tappezzata da slogan convincenti e accattivanti. Gli inviti alla sicurezza e alla fermezza, all’onestà e alla capacità, alla correttezza e alla coerenza e chi più ne ha più ne ah ah ah, si sprecheranno.
Non perdiamo allora l’occasione di dimostrare anche noi la nostra moralità con tutto questo bendiddio a disposizione, perché se nell’urna ci chiedono una ics, nei manifesti ci mettiamo tutto l’alfabeto.

Se vi sentite artist* impegnat* nel sociale, fotografate e inviateci la vostra opera.
A proposito, in molti ci hanno chiesto di schierarci e non ce la siamo sentiti di tirarci indietro, abbiamo sentito il fuoco dell’altruismo, dell’impegno civile e del senso di responsabilità ardere, lo stesso che pervade chiunque si immoli alla politica.
Presto, saprete tutto. Sul nuovo numero.
Raccattateci e votateci!

Casi isolati di promozione sociale

«Comunicazione interna urgente e riservata. Fare quadrato ora significa: negare la sua appartenenza al movimento, cancellare ogni traccia, stare zitti e far parlare solo i dirigenti autorizzati».
da laprivatarepubblica 

Attribuire tutti i meriti al gesto di un singolo, assillato dal dover porre un rapido rimedio alla pressante questione dell’invasione senegalese, una delle principali cause del degrado umano che rende così impopolare il nostro bel paese, non renderebbe giustizia a chi da anni lavora alacremente per estirpare il Male dal tessuto sociale.
Ci pare insomma poco corretto non riconoscere oggi i meriti di tutti coloro che con modestia e spirito di abnegazione hanno da tempo usato a proprie spese litri e litri di benzina per accendere falò purificatori.
A cominciare dagli uomini e dalle donne della Lega, la forza che maggiormente ha contribuito ad aprire gli occhi agli italiani su quali siano le vere cause del malessere che ci attanaglia la pancia. La loro capacità di sintesi e di semplificazione è ammirevole. Con le unghie, coi denti e con la bava alla bocca, i paladini della padania si sono erti a difensori di disoccupati, pensionati, precari, licenziati, cassintegrati, disperati e pezzenti vari, i cui diritti sono costantemente calpestati da torme di zingari e lavavetri organizzati dalla mafia cinese.
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A Ghè Sempre Magnarìe

Incenerisci i loro sogni di gloria da serie B.
Cittadine e cittadini di Veronda,
i paroni del vapore proseguono in quello che meglio sanno fare, la politica del fare schei.
Hanno dimostrato di fregarsene dell’interesse collettivo, la tua vita e la tua salute valgono esclusivamente in funzione delle urne (elettorali, prima che funebri).
Il “bene comune” è un concetto astratto per questi volgari imbonitori, non trovi la voce nel loro vacabolario imparato a memoria.
Credi dunque davvero abbiano a cuore le sorti di nonna Gina e di cugino Alfio? A loro di Gina e Alfio piacciono solo i voti che gli permettono di mettere il culo al caldo sopra la poltrona imbottita.
E se per caso pensi sia sufficiente manifestare il tuo dissenso a suon di petizioni, girotondi o palloncini colorati, non ti credere. Loro fanno spallucce, se ne infischiano dei tuoi fischi, allargano la bocca in un sorriso gravido di spocchia e perseverano nel loro intento di oliare la macchina che li mantiene saldi al loro posto. E così, a forza di delegare la tua vita nelle loro mani, piano piano, giorno dopo giorno costruisci con le tue stesse mani la gabbietta in cui sarai costretto a vivere. Continue reading

Fiere di paese

Chi l’avrebbe mai detto, a Grugnolo l’animale piace sparato, segregato, dietro le sbarre.
Sia chiaro, il volitivo mascellopode non inventa nulla nell’ostentare baldanza e coraggio facendosi riprendere con la fiera sedata e castrata, la posa prevaricatrice è un vizietto di cui non è unico estimatore.

Ma sbaglia chi pensa che voglia ridurre in schiavitù tutte le specie animali.
È per una selezione delle razze.
Nella sua visione bestiocentrica del genere umano, gabbie e segregazioni andrebbero bene anche a determinate categorie di bipedi indesiderabili. Ciononostante impagliare i rom al momento è ancora un reato.
Chissà, in un futuro circo Tosi magari…
A proposito di bestie feroci, stavolta fuori dalle gabbie.
Ci sono branchi che a Grugnolo piace scorrazzino liberi, impuniti. Lui dà carezze e noccioline e loro in cambio il sostegno elettorale. Non da oggi, non da ieri. Da sempre.
A dargli manforte ci pensa pure l’organo parrocchiale di Veronda, quel quotidiano sempre più prossimo a competere con noi nella categoria “giornale le cui pagine sono impregnate di cazzate”. Continue reading