Chi ha orecchie per intendere

muto

Il 3 dicembre, con tanto di taglio del nastro e bottiglione di spumante sulla murata, è stato aperto al pubblico lo sportello per l’ascolto delle vittime di reato.
È una notizia che lascia davvero di stucco. Lo sportello si trova nello scantinato di palazzo Barbieri e il servizio che offre è per l’appunto quello che promette. L’ascolto delle vittime di reato. Di quale reato? Il furto della bicicletta? O ci vuole almeno una violenza? Lo stalking certamente, il bullismo e l’usura, come no? E, non so, le vittime dei reati di razzismo? Anche quelle le ascoltiamo? Ma sì, via, ascoltiamo anche quelle! Ci mettiamo lì un muto, che ci senta bene, con delle belle orecchie a sventola. Magari gli diamo un giornalino per passarsi via e avanti, dentro il confessionale. A me m’han fregato la bici! E il muto annuisce. Io sono discriminato perché omosessuale. E il muto annuisce. Io ho la banca che mi strangola e presta i soldi per il traforo. E il muto annuisce. M’han fregato la bici! Avanti signori, avanti gli inconsolabili, chi più ne ha più ne metta. Quando lo sportello si affolla il muto indica il distributore dei numeri. Facciamo le cose con regolarità. Plin plon, 304: mi hanno spaccato la faccia in centro di notte. Plin plon 305: io ho i preti che mi si inculano i bambini. Plin plon 306: io sono perseguitato dagli avvocati del sindaco per aver riportato un paio di fatti sul giornale. Plin plon 307: io ho un’amministrazione locale che si fotte sistematicamente il pubblico. Io mi hanno avvelenato l’aria che respiro. Hanno dato sabbia da mangiare ai miei bambini. E il muto annuisce facendo leggermente oscillare le sue grandi orecchie sempre allo stesso modo.

In effetti a palazzo Barbieri si sentiva un grande bisogno di questo servizio.

Totò Diddio e la carta d’indirindintà

etiopiaDi Dio su facebook ci spiega perché chiede le dimissioni del ministro delle pari opportunità. L’Arena ci fa pure l’articolo riportando le dichiarazioni di Vittorio: «La Kyenge, infatti, giurando fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione e di esercitare le sue funzioni nell’interesse esclusivo della nazione, non poteva affermare subito dopo di non essere interamente italiana. Questa affermazione è incompatibile con il giuramento». E prosegue: «Il Ministro Kyenge ha dichiarato “Sono italo-congolese e tengo a sottolinearlo perché appartengo a due culture, a due Paesi che sono dentro di me e non potrei essere interamente italiana”. Credo pertanto», continua Di Dio, «che sia evidente la chiara incompatibilità costituzionale e politica nell’affidare un ministero a un cittadino che non si riconosce nell’identità italiana nella sua integralità». Una trentina i “mi piace” al post di Di Dio, tra cui quello del direttore generale (sospeso) di Atv Stefano Zaninelli, e Marcello Ruffo…».
Grande Vittorio, sei bravo quando ci spieghi che diffidi di coloro che «non si riconoscono nell’identità italiana nella sua integrità». Ma qualcuno potrebbe farti presente che tu sei sempre stato a fianco della truppa dei padani, i secessionisti, quelli che si puliscono il culo col tricolore, quelli del dio Po. E magari non sei nemmeno molto coerente a non prendertela con la ministra Josepha Idem, che è italo/tedesca. Un consiglio Vittorio, dì chiaro e tondo che ti stanno sul cazzo i negri che fai più bella figura e vedrai i “mi piace” su fb… come se piovesse!

Mocio Videla, che lavi i peccati del mondo

franciscoIl consiglio di amministrazione della FIAT eleggerà sempre un Marchionne come amministratore delegato e la Lega Calcio sceglierà sempre il Galliani di turno. La banda Bassotti un bassotto.
Come potrà mai il comitato del Bacanàl del Gnoco farsi rappresentare da uno diverso da D’Agostino? Ognuno deve stare al suo posto, sodale fra i suoi sodali, siano essi camerati, compagni di merende, massoni, amici della bici.
Ma ve lo immaginate Umberto Smaila segretario della FAO o Andrea Miglioranzi presidente dell’Istituto storico della Resistenza? Siamo seri, perdio. A capo della congrega dei cattolici, dopo il papa di Solidarnosch e dopo un ex nazista, chi vi aspettavate? Don funky Gallo?
Quindi mettetevi il cuore in pace e beccatevi tranquillamente il vostro nuovo Francisco Franco primo, con tutti i suoi bei scheletrini che si porta dietro, nella migliore tradizione papale. Pace vobis et penibus vestris, amen.

Lettera di Natale del buon Gesù

Caro Joseph,
ciao, sono ישוע, il tuo amichetto, ricordi? Quello che preghi sempre.
Ti scrivo io, preventivamente, prima che come ogni Natale tu e il tuo manipolo di invasati iniziate a inondarmi la cassetta delle lettere con le vostre richieste, le più disparate e disperate…
Ma Cristo Santo, vi siete mai accorti che sono io a compiere gli anni quel giorno? E allora sono io che debbo farvi un regalo o forse è il contrario? Al massimo posso offrirvi da bere al baretto, ma tanto non ci venite, preferite andare in quegli edifici lugubri e freddi dove le uniche cose liquide sono un po’ di acqua sporca in un pitale di marmo.
Mi stavo chiedendo negli ultimi tempi, ma se io nascessi nella vostra fottuta epoca, come me la passerei? Non che ai miei tempi la vita fosse un divertissement, ma voi avete inventato la parola progresso, hai presente? Siete gl’illuminati che vivono in un mondo migliore fatto di tante buone intenzioni e buon senso; noi ci arrangiavamo con gli schiavi per fare le nostre cose.
Ma vi rendete conto? Io se fossi nato nel XXI secolo potrei definirmi ebreo (e tra l’altro non mi converrebbe), ma dalle parti di Gerusalemme nessuno mi crederebbe, visto che non sono bianco immacolato come la vostra iconografia tradizionale vorrebbe.
E il nome? Sareste contenti di essere chiamati con il nome che vi hanno dato i vostri aguzzini prima di crociffigervi? Ma non avete un minimo di pietas! Cristo, se vi ritenete tanto belli e intelligenti iscrivetevi a un corso di ebraico antico e chiamatemi con il mio vero nome… Gesù, Gesù, che cazzo è sto Gesù? Sembra il nome di un calippo o una linea di prodotti intimi per uomo.
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Il silenzio è di princisbecco

A Verona la gente che parla troppo in genere non piace.
Ad esempio, se uno a Veronda dice che la mafia striscia nei palazzi del potere né più né meno che a Milano e a Brescia, ecco che ha perso una buona occasione per tacere. Ecco i potentati padani inalberarsi per il fango sulla patria e i preti minimizzare e la polizia circolare.
Oppure, che so, se a Veronda uno dice che la cultura razzista striscia nei cuori dei piccoli ex risparmiatori padani, ecco subito i patentati padani inalberarsi e i preti minimizzare e la polizia circolare, signori, circolare.
Se vuoi parlare pane al pane e vino al vino non aspettarti che qui ti vogliano del bene.
È un fatto, tuttavia, invero sorprendente, che in questo ambizioso e cupo laboratorio di menzogna e diseguaglianza che è Veronda sia molto pericoloso anche starsene zitti.
E in proposito i giovani sordomuti delle Provolo ne sanno qualcosa. Per tacere tacevano, ma ciò non toglie che se li siano inculati quanto ne avevano voglia. E poi, certo, i preti sempre a minimizzare.
L’altra settimana c’è uno che passa, oh, mica faceva del male a nessuno, aveva perso la mamma, e non fiatava.
Lo fermano – Nome e cognome. Che ci fai qui, negro?
– Non rispondi, eh?
– Scommetto che hai gli ovuli nella pancia.
Ooo, avesse detto una parola, quel disgraziato! L’hanno sequestrato, sedato, radiografato.
Va ancora bene, ché in altri tempi e luoghi glieli cacciavano fuori a calci in pancia quei cazzo di ovuli. Circolare, signori, circolare, non c’è un ovulo da vedere.
Perciò tenetevelo per detto, che neanche stare zitti qui da noi è molto salutare.
Non si sa più bene cosa si debba e non si debba fare.

Dio invano

La kermesse comincia con 2 cherubini dalle enormi ali dorate che si stagliano in cielo nella notte stellata veronese, intonando con le loro arpe inni sacri a Dio. Sì, sono proprio i Sudhora, i due beniamini canori del pubblico veronese… che visione celestiale!
Subito dopo, la porno-casalinga-conduttrice Lorena con un po’ d’imbarazzo ripete con voce meccanica al microfono: «attendiamo il saluto del sindaco – attendiamo il saluto del sindaco» e per ingannare l’attesa del pubblico lancia lo spot sul megaschermo del suo prossimo quiz a premi in prima serata, “Crocifissi intestinali”.
Ed ecco che il sindaco appare illuminato da un occhio di bue, il suo. Quel gran burlone è al Mazzanti coi butei a fare aperitivo e con la consueta eleganza (una camicia macchiata di Bardolino con una pochette di soppressa) manda il suo augurio: «Dio Verona!». Ed è solo l’inizio della grande serata anti-bestemmie organizzata sabato sera in Piazza Erbe da quelli che credono che lo Spirito Santo non sia solo una specie di vibratore ante litteram (Gv 14,16-17 Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre). Scenografia austera, atta all’occasione, ma efficace: 1300 panche con inginocchiatoio per gli spettatori (con gommina per i vips) e l’intero consiglio comunale che ruota attorno alla piazza innalzando salmi, mentre dalla sommità della Torre dei Lamberti il vescovo getta perpetuamente ostie consacrate sui fedeli. E via con gli altri ospiti: Paolo Frosio, accompagnato da su mamma, ci spiega il senso della sua conversione a Medjugorje: «La Madonna mi ha dato un potere speciale, posso far raggiungere l’orgasmo a donne ormai ampiamente in menopausa». Tra lo stupore del pubblico il giovine si avvicina piangendo alla madre che lo incalza: «Vieni Paolo, vieni da mamma, ecco ti do la tetina, la tetina…». E succhiando avidamente il capezzolo turgido della veneranda il miracolo si compie: uno schizzo di acido degno della regina di Alien parte dalla selva putrida della signora, corrodendo le facce di due ignari turisti russi che passavano da quelle parti. Tripudio!
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Il Mangiatore di Panini e la Guardia

Tratto da: «Dialoghi estivi veronesi»

MdP: Buongiorno, signora Guardia.
G: Non sono una signora!
MdP: Una con tutte stelle nella vita?
G: Sa ghe c’entra le stele? El me tol par el cul?
MdP: Assolutamente no, citavo un motivetto…
G: Piuttosto, lei è in contravvenzione.
MdP: E per quale motivo giammai?
G: Il panino!
Mdp: Cos’ha il mio panino? Non è certo imbottito con affettati di specie protette.
G: La piazza, signore, non si può mangiare il panino in piazza.
MdP: E per quale ragione, non faccio neppure briciole, le raccolgo nel suo bel sacchettino di carta che poi butterò nell’apposito raccoglitore.
G: Ordinanza del Sindaco, mi spiace, ma tutti sono uguali di fronte alla legge. Anche se capisco che non sono certo le persone educate come lei a far scattare simili divieti, sa. È più per la gente pericolosa, terroristi, zingari, omosessuali…
MdP: Beh, se è per una questione di sicurezza, capisco. Lei fa il suo mestiere. Mi permetta almeno di offrirle un bel bicchiere di vino nero.
G: Ottimo, è un Hitler del 2007, grande annata!
Mdp: Veramente, fa resuscitare i morti… Ma non tutti, però, per gli ebrei non funziona.
G: Ah ah, questa l’ho capita, buona! Lei è proprio una brava persona, per questa volta chiuderò un occhio, finisca pure il suo panino in pace.
MdP: Grazie, e poi dicono che Verona è un città intollerante… Arrivederci, Sieg Heil.
G: (voltando e battendo i tacchi) Sieg Heil.

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L’ombroso si propaga(nda)

(video presentato durante la rassegna Brutti Caratteri, editoria e culture indipendenti, 7 luglio 2012)

Eravamo giovani virgulti quando decidemmo in una notte tempestosa di cambiare le sorti dell’informazione veronese, e non solo.
Ci trovammo in un manipolo.
Ci piacemmo.
Copulammo.
Erano tempi feroci.
Di più, di merda.
Feriti e laceri, provenivamo da numerose battaglie.
La nausea attanagliava le nostre gole, i corpi si dimenavano frollati sotto il peso dell’esistente.
Ma lo sguardo era ancora vivido e avido di vendette.
Altre e altri si congiunsero al sodalizio segreto, secreto da menti fertili ma obnubilate dalla tristezza degli eventi.
Servivano nuovi e potenti strumenti, per misurare l’angoscia e prevenire l’ecatombe.
L’eco dei crani vuoti non lasciava presagire nulla di buono.
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