Dio invano

La kermesse comincia con 2 cherubini dalle enormi ali dorate che si stagliano in cielo nella notte stellata veronese, intonando con le loro arpe inni sacri a Dio. Sì, sono proprio i Sudhora, i due beniamini canori del pubblico veronese… che visione celestiale!
Subito dopo, la porno-casalinga-conduttrice Lorena con un po’ d’imbarazzo ripete con voce meccanica al microfono: «attendiamo il saluto del sindaco – attendiamo il saluto del sindaco» e per ingannare l’attesa del pubblico lancia lo spot sul megaschermo del suo prossimo quiz a premi in prima serata, “Crocifissi intestinali”.
Ed ecco che il sindaco appare illuminato da un occhio di bue, il suo. Quel gran burlone è al Mazzanti coi butei a fare aperitivo e con la consueta eleganza (una camicia macchiata di Bardolino con una pochette di soppressa) manda il suo augurio: «Dio Verona!». Ed è solo l’inizio della grande serata anti-bestemmie organizzata sabato sera in Piazza Erbe da quelli che credono che lo Spirito Santo non sia solo una specie di vibratore ante litteram (Gv 14,16-17 Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre). Scenografia austera, atta all’occasione, ma efficace: 1300 panche con inginocchiatoio per gli spettatori (con gommina per i vips) e l’intero consiglio comunale che ruota attorno alla piazza innalzando salmi, mentre dalla sommità della Torre dei Lamberti il vescovo getta perpetuamente ostie consacrate sui fedeli. E via con gli altri ospiti: Paolo Frosio, accompagnato da su mamma, ci spiega il senso della sua conversione a Medjugorje: «La Madonna mi ha dato un potere speciale, posso far raggiungere l’orgasmo a donne ormai ampiamente in menopausa». Tra lo stupore del pubblico il giovine si avvicina piangendo alla madre che lo incalza: «Vieni Paolo, vieni da mamma, ecco ti do la tetina, la tetina…». E succhiando avidamente il capezzolo turgido della veneranda il miracolo si compie: uno schizzo di acido degno della regina di Alien parte dalla selva putrida della signora, corrodendo le facce di due ignari turisti russi che passavano da quelle parti. Tripudio!
Ora è il momento di Vittorino Andreoli (perché Vittorino, perché?), ora del prof. Zichichi, il quale – presentatosi con una maglietta con la scritta “Fuck Hack!” – ci fornisce le sue prove dell’esistenza di Dio sotto l’occhio benevolo del pastore veronese. «Io credo che il creato sia stato creato da un creatore che ci ha creato», dice, «e ve lo potrei anche dimostrare», ma mentre si sta per abbassare i pantaloni è colpito da un Bosone di Higgs scagliato da un’ignota vecchina nascosta tra il pubblico e scagliato a km di distanza. Di lui non si sa più nulla. Poi altri testimoni autorevoli: zoccole convertite, lebbrosi guariti, tradizionalisti divenuti ancora più tradizionalisti, un tenore che in sottofondo intona un costante “Dio c’è” e il culmine della serata raggiunto con il video-messaggio del Santo Padre, uno jodel in falsetto dedicato a Padre Georg.
Poi finalmente un momento d’ilarità, il sempreverde Pippo Franco si presenta con delle simpaticissime gag sui comunisti che mangiano i bambini e sul malcostume di ebrei, musulmani, zoroastriani etc. Il pubblico è conquistato, ma all’improvviso un bimbo si alza dal suo mini-inginocchiatoio e sferra un calcio sugli stinchi del poveretto, uno sketch degno della migliore tradizione del Bagaglino, se non fosse un fuori programma, al ché il nasuto comico si lascia andare a un’imprecazione: «Madonna put…». Momenti di sgomento. Già sono pronte la pece e le piume, quand’ecco qualcosa d’ineffabile si presenta agli occhi dei fedeli: Madonna Verona piange e le sue lacrime sono gnocchi con la pastissada de caval offerte dal catering del ristorante Tre Corone. «Miracolo! Miracolo!» urlano i presenti e tutti in un moto spontaneo si dirigono in processione verso il Liston per beatificare il munifico benefattore della città, San Giovanni Rana.