L’ombroso ventinove: coloriamo il nostro grigiore

Poiché nel nostro cammino con voi accadde qualcosa di misterioso e imperscrutabile e ci accorgemmo che le vergini e gli innocenti vedevano l’ultimo numero tutto rosso, come il Nilo quand’è immondo, questo segno ci mostrò la via. Capimmo che i più puri del nostro popolo reclamavano di più, di più! E allora comprendemmo che, come tette asciutte alle labbrucce disidratate del bimbo malnutrito, nessuno sforzo da parte nostra sarebbe stato troppo oneroso per darvi quello che i vostri occhi erano ormai pronti a vedere.
Mescolammo il magenta del nostro sangue, il giallo dei nostri fegati, il ciano della nostra bile.
Meraviglia!

Sgranate gli occhi e stropicciateli e poi di nuovo spalancateli a godere quest’altro novissimo numero di L’ombroso. Li vedete anche voi i colori? Allora siate i benvenuti, ancora una volta nostri carissimi ospiti, voi soli per i quali ci smazziamo questa dolce fatica ogni quattro lune.
Venite! Venite donne operose e uomini disoccupati, portate i bambini! Ecco il numero per la famiglia. Formato famiglia, colorato come un regalo di natale, come un arlecchino a carnevale, fuori le trombette! Facciamo la festa alla famiglia!
Eccoci. Nuovi sgargianti brillanti ci abbandoniamo ancora una volta nelle bettole e nei ritrovi di nostra fiducia alla vostra distratta benevolenza. Più accattivanti che mai, portateci a casa, in famiglia, appendeteci nelle camerette dei vostri bambini, perché noi siamo meglio del papa, siamo meglio del mulino bianco, siamo timidi e colorati, siamo saggi, pazzi stracci e soprattutto gratis per voi, maledetti spilorci.

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in questo numero:

– Viva la f, ma con la F maiuscola!, di Alì Tosi
– L’ombroso ama chi ama la famiglia, di Max Brododidado
– Il male minore, di Fabiana Inculamorti
– Le recensioni inopportune di Quel Brutale Finalmente
– La verità su una triste storia di satira incompresa, di Minali
– Caino vieni qua, di Il Miserabile Jean

e a farla da padrone le iperboliche illustrazioni di un manipolo impavido di amanti della famiglia tradizionale.

Due facce della stessa brodaglia

SOPRA-SOTTO

Se apriamo il dizionario, la prima definizione di “lega” dice: “Materiale ottenuto dalla fusione di un metallo cui vengono aggiunti uno o più elementi, in modo che acquisisca proprietà e caratteristiche particolari”.
Ecco, questo si può ben applicare anche alla storia della lega del nord che odiava i terroni e che adesso li blandisce. Alla lega si devono dunque aggiungere altri elementi oltre al federalismo d’accatto e alla secessione a parole perché acquisisca nuove proprietà e miracolosamente continui a galleggiare.
La seconda definizione del dizionario riporta: “Genere, tipo, qualità: gente di bassa lega”. Anche questa aiuta a comprendere il movimento del nord che “mai coi fascisti”.

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Charlie Akbar!

Charlie Hebdo

Oltre alla tristezza, la rabbia di vederli diventare involontari martiri senza diritto di replica, paradossalmente trasformati in un’icona da quegli stessi squallidi individui a cui spesso indirizzavano le loro corrosive invettive quando erano ancora in vita. Vittime sacrificali utili per chi ha sempre nutrito la bestia del fondamentalismo, per chi ha fatto dell’appartenenza identitaria una bandiera da sventolare sopra i morti, fomentando ancora una volta odi, cavalcando razzismi e giustificando stermini per preservare la propria ipotetica, ridicola purezza.
Quando invece li si sarebbe volentieri sbeffeggiati ancora e ancora. E ancora.
Non ci sono poteri buoni.

Un saluto, maestri.

Quelle e quelli de L’ombroso.

L’ombroso ventotto: inginocchiatevi alla Cerea del Nord

Tanti auguri tanti auguri che è nato il bimbo Rosso ebreo figlio di Plutone e sorello di Maometto che il suo destino è tingere di Rosso le acque dell’Adige e imporre con la violenza la sacra tradizione di scambiarci regalini.
In occasione della ricorrenza “natale” del nostro immane comandante Rosso Supremo ed Eccellentissimo distruttore di chiese e spietato castigatore dei controrivoluzionari, L’ombroso festeggia con un numero tutto Rosso, e a passo di ditirambo si scapicolla per le piazze gettando al popolo il suo dono di immagini e parole, tutte Rosse!
Glora gloria gloria nell’alto dei cieli all’Uomo che ha fondato in terra il regno dei mobilieri e di piccoli imprenditori! Una società in cui le differenze di genere, di censo, di istruzione, di religione e di ragione siano annullate, appiattite sui Rossi Comandamenti del Comandante.
Gloria gloria gloria a Kim Jong Fla, condottiero delle masse ubbidienti, fuoco della rivoluzione, trionfatore delle acque, domatore delle fiere. A lui che è Uomo e Donna, Pecora e Pastore, Ricco e Bisognoso, Guardia e Ladro. A lui inginocchiatevi e a lui rimettete i vostri destini, affinché la Luce Rossa nei suoi occhi vi guidi nella notte per godere più intensamente la vostra esperienza rivoluzionaria.

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in questo numero:
– Soli contro tutti. Tutti contro il solo, di Il Miserabile Jean

– La visita dell’immenso timoniere Kim Jong-Un, di Quel Brutale Finalmente

– Le cronache ci danno ragione, di Minali
– Fuori la Cerea del Nord dall’euro!, di Max Brododidado
– Si stava peggio quando si stava meglio, di El Gefri

– L’eiaculazione come fattore politico, di Lord Scoppiafica

– Propaganda di celluloide, di Alì Tosi

ingigantito dalla magnificenza grafica della nostra Divisione Disegnoli Populisti.

L’ombroso ventisette: dai che ce la facciamo

È con viva emozione che oggi L’ombroso dichiara guerra alle potenze plutocratiche sioniste, a quelle cattolico-romane e islamiste, a lupi, testimoni di Jehovah e financo ai puttanieri russi che tornano a mettere le loro zampacce da orsi sulla Crimea.
Signori, l’altra sera con la bomba d’acqua abbiamo inteso dare dimostrazione della nostra potenza bellica.
Ci si è rotti l’anima di stare alla finestra e pertanto da domani le nostre gagliarde truppe marceranno in tondo in nome di questa terza guerra mondiale a bassa intensità. Una città dal glorioso passato come Verona non può stare tra gl’ignavi ad aspettare che il corso della Storia le passi accanto.
Avanti, nella mischia, tutti contro tutti, è qui che si misura il valore e la dignità di ciascuno, perdio!
Armatevi, dunque, dai campi e dalle officine prendete la motosega e il martello, ora, oggi stesso, scendete in campo prima che si spengano le luci. Godetevi la tanto sospirata apocalisse!
Certo, si sarebbe preferito risolverla altrimenti. Noi sognavamo autosoppressioni di massa negli ingorghi stradali, sciami di fedeli monoteisti con maschere di cani, scimmie e suini che flagellandosi a vicenda si davano alle fiamme per purificare questa sozza terra. Noi sognavamo qualcosa dove a priori non ci fosse scampo per nessuno.
Ma pazienza, ci accontenteremo di veder crepare i soliti cristi nella speranza che la nuova civiltà che sorgerà dalle nostre ceneri non sappia che farsene di gente come noi.

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in questo numero:

– Ogni volta che il mondo finisce, di Il Miserabile Jean
– Visioni d’alta quota, di Quel Brutale Finalmente
– Un tetto per l’Arena, di El Gefri
– Un fumetto davvero shock, di Don Lurio
– Trovata la vecchia a cui sta sul cazzo papa Francesco, di Alì Poostola
– Vel(l)o pendulo, di Lord Scoppiafica

farcito all’inverosimile dalla solita inverecondia grafica, ma stavolta di più.

L’ombroso ventisei: un numero che c’ha i pruriti

Ah, l’amour! Cos’è l’amour? Quale sottile differenza passa tra un apostrofo rosa infilato tra le parole “ti amo” e un bacio teneramente posto sull’orifizio anale?
Ormoni, tempesta, procella, fortunale d’ormoni che s’abbatte sulla nostra città tra apoplettici mugolii e gemiti d’estasi. La città dell’Amore! La città dove i cuori trepidano e ogni angustia, ogni rancore, ogni male si stempera in una toccatina alla mammella di Giulietta.
Verona trabocca Amore, Verona esporta Amore in tutto il mondo. Ed è venuto il tempo che anche noi si goda di tutto questo ben di dio, senza remore e senza falsi pudori.

numero_26in questo numero:

– Amor de butei, amor de cortei, di Alì Tosi
– BENACUS RIM (prima parte), esuberante graphic novel di Padre Sputa e Barnauta
– Monumento a Schulenburg. Guida alle nefandezze storico-artistiche di Verona n. 2, di Il Miserabile Jean

e altre molte succulente ciliegine per tutti voi teneri cuoricini malati di romaticismo.

Se il mondo sta cambiando?

Il libello che L’ombroso oggi su questa piazza vi propone a un prezzo tanto onesto da rasentare l’imbecillità, secondo il suo costume, non è solo un grazioso oggetto arricchito dalle illustrazioni di Gianni Burato, non è solo una commedia popolare assai godibile e sempliciotta di cui anche il più idiota e sprovveduto dei lettori può seguire la trama e comprendere i passaggi logici, non è solo un’esilarante ed evocativa storia d’amore barocca e di abbruttimento contemporaneo ad uso e consumo dei turisti, e finalmente non è solo una rivendicazione del novissimo sistema galileiano, un appello all’uso della forza della ragion comica, nella migliore tradizione L’ombrosiana, ma è anche documento storico e geografico, logico e geometrico che potrà risultare prezioso spunto per osservazioni e riflessioni utili alla risoluzione di questo difficile quanto sensibile quesito che assilla l’uomo tecnologico, e che urge nelle coscienze della comunità medica tutta, della politica locale e della chiesa internazionale: è possibile che in una città come Verona si possa diffondere un’epidemia del morbo rosa?

Dal passato, un indizio.

Il morbo rosa.

Presentazione inserita all’interno della rassegna “Brutti caratteri. editoria e culture indipendenti”
http://brutticaratteri.noblogs.org/programma-3/

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L’ombroso venticinque: un numero a metà del guano

“La virtù sta nel mezzo” e Verona, fiera e tronfia, reinterpreta l’antico motto attualizzandolo in “è tutto bello ciò che è lasciato a metà”: mezzo traforo, mezza tramvia, mezzo parcheggiato sul marciapiede e bicchiere mezzo pieno da muovere in mano tutta sera in Piazza Erbe.
Come se non bastasse questo nuovo mezzo corso della lungimirante politica locale targata “made in Middle Padania”, da mesi la città è sotto assedio della magistratura e di giornalisti RAI prezzolati che invadono Palazzo Barbieri con l’intento di distruggerlo. Ci vogliono portare via il sindaco più mezzo amato d’Italia, perché sono invidiosi del “Modello Verona a metà”, il suo vice lo hanno già rinchiuso ingiustamente nelle patrie galere. E che ne sarà di noi, della nostra millenaria cultura? Bisogna rimanere uniti e ancorati alle nostre tradizioni.
Combattiamo questi nuovi invasori, attiviamo nuove ordinanze, chiudiamo le rivendite etniche e manteniamo la calma.
Pandoro & Pearà basteranno per tutti. Proteggiamo le nostre famiglie, i nostri figli e i nostri marò.

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in questo numero:

– Veronesi tutti ma, di Max Brododidado
– Ciclorchide, di Alì Tosi
– Un gradito ritorno, le lettere a donna Ricina di Kevin Bonetto
– Bombardieri, di Il Miserabile Jean
– Mi piacciono i nani, e allora?, di Lord Scoppiafica

decorato a metà con una ridda di grafiche e umorosissime illustrazioni sagaci che se le scordano gli altri giornali.