Esce il numero 45. Diventa untore e diffondilo!

Prima che fosse decretata la quarantena erano quasi tredici anni che non uscivamo dalle cantine salnitrose dove abitualmente troviamo ricetto, ma da quando in città non si vedono più facce di cazzo, e per la verità di questi tempi si sono viste pochissime facce in generale e quelle poche mascherate, per le strade di Veronda ci sentiamo a bell’agio assai e lo spettacolo di piazza Erbe deserta ci colma di speranza per il futuro.

Poiché i locali, dove per solito s’assembrano i nostri lettori in trepidante attesa di ombrose novelle, sono tutti chiusi, s’è fatta questa pensata, del tutto degna del nostro genio, di andare in cerca di untori e di chiedere a te, proprio a te anonimo annoso lettore scroccone, di distribuire il fantasmagorico e segretissimo giornaletto.

Ricorda che se noi facciamo queste cose è perché siamo disperati e non abbiamo un cazzo da fare tutto il giorno, ma anche tu sei disperato e allora forse anche tu aneli con noi alla rivoluzione rosso pomodoro. E questo puoi anche scriverlo sull’autocertificazione con la quale rivendicherai il tuo insensato atto di terrorismo. Sappi però che se ti prenderai cinquecento euro di multa noi non ti daremo niente come niente ci hai mai messo nella cassetta delle offerte prendendo il L’ombroso per metterlo sotto la sabbia del gatto.

 

Birra, merda e pearà

Perdurando l’eccezionale ondata di calore si pregano i concittadini di sospendere temporaneamente l’alimentazione a base di pearà e olio di palma perché dai pori dilatati della loro grassa cute provengono rivoltanti miasmi di carne rancida e dalle loro gole arse di dignità gutturali suoni protoumani sul sacro diritto in sacro suolo di fare la guerra ai poveri. Fate schifo.
E se proprio non ce la fate andate a rinfrescarvi su a Fiamene che ci sono pure i Sumbu brothers.
Grazie.
sumbu brothers fiamene 2015

Liposuzioni maxillo-facciali

liposuzione maxillo faccialeÈ un errore frequente, anche nei più avveduti uomini di giudizio, il credere che le colpe, le colpe giuridiche s’intende, siano colpe di per sé.
E il fatto che non si tratti di una distinzione sofistica apparirà forse più immediatamente se applicherete questo principio alla più nobile delle colpe, che è il furto, il quale non può e non deve in sé essere considerato una colpa, ma, semmai, la lacuna che ne consegue nelle altrui proprietà. Ora, massimamente interessante è l’applicare questo aureo principio al caso della corruzione veronese in ambito urbanistico. Perché si capisce che, così come il furto, la corruzione diviene colpa nel momento in cui priva di un bene chi possiede questo bene, ma nel caso di Veronda, a chi interessa il bene? A chi ha rubato Giacino se si faceva dare dei soldi da un mona che glieli dava? Chi danneggiava, visto che i cittadini non sapevano di possedere quel bene, quel territorio che si svendeva al miglior corruttore? Ai cittadini di Veronda, mi pare chiaro, interessava poco o punto, quel che ai veronesi premeva era che ci fossero i militari per strada a vigilare, le cartacce raccolte dalla strada e che per il resto li si lasciasse fare i loro affarucci, e perciò, io mi chiedo, dove è la colpa di Giacino? Io faccio conto che si tratti di corruzione tra privati, perché questo recitava il suo mandato: noi siamo un’azienda e facciamo girare il grano e vincere l’Hellas e vendere Pearà. E questo volevano i veronesi, e se non questo, non sapevano che cosa. Perciò io per me Giacino sarei anche a disposto a riconoscere che ha fatto bene e la sua coscienza è a posto. Se non che in realtà le conseguenze della sua corrutela hanno prodotto danno e privazione più sottili ma più infidi e odiosi dello scempio del territorio, danno e privazione che dovrebbero riguardare più direttamente le coscienze dei veronesi tutti.
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Toh, chi si rivede

cartello

Magari da domani ci saranno anche le attività sportive per i giovani virgulti al “Palazzo della Gioventù Fascista” di via IV novembre, il nuovo centro ricreativo voluto dall’amministrazione veronese che ancora una volta si distingue per lungimiranza, anticipazione del futuro e dimenticanza del recente passato. Noi crediamo sia giusto che nel cuore di questa città risorga un’istituzione abolita e seppellita nel maggio del ’45 con urgente decreto, dandole nuova dignità e lustro. Per non farsi mancare nulla, il Comune lo sta restaurando con il contributo di una ditta di ponteggi che sponsorizza l’Hellas Verona. Per noi la ciliegina sulla torta.
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Asma Ritalin, un racconto sotto l’ombrellone

Una saga di proto-fantascienza distopica, caotica e rizosomatica che già ci invidiano dalle parti di Lumezzane. Se non ne hai abbastanza, cerca sul blog Asma 1.0, 2.0, 2.1, 3.0 e 4.0.

di Lemon Roidy

1 luglio 2013, Veronda
“Oh cazzo, è tardi”, pensa la bambina. “La vecchia mi aveva detto di rientrare entro le dieci”. Saluta velocemente le amiche, rotea su se stessa e si incammina lungo Hat street. A metà della strada pedonale si ferma e si mette a frugare nello zainetto. Ne estrae il suo prezioso Ipod Sindacal, regalo della giunta comunale a tutti gli studenti. Prima in un timpano e poi nell’altro iniziano a vibrare le dolci note della sua musica preferita e la bambina, rallegrata, riprende a camminare. Avvicinandosi a Plaza de las Yerbas la via comincia ad animarsi di giovani con in mano beveroni arancioni; i decibel nell’aria crescono ad ogni passo fino a coprire le note del pure potente Ipod Sindacal. Alla fine della via, poco dopo la statua del grande poeta gallico, un muro sonoro investe la bambina in pieno petto. Disorientata si ferma a guardare la Plaza: l’antico piano di calpestio marmoreo è invisibile tante sono le paia di scarpe bianche che lo ricoprono e, più in alto, centinaia di teste dondolano, chi al ritmo delle diverse muzak provenienti dai vari locali, chi al ritmo della sua sinfonia idroalcolica interiore. Continua a leggere

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Asma 2.1: EGO

Continua da ASMA 2.0.

Il segretario del Partito Democratico del Nord salì sul pulpito delle orazioni congressuali lasciando il tavolo delle autorità posto al centro del palco. Aggiustò il microfono e guardò verso il sindaco, seduto nella prima fila con a fianco le gambe bianche della sua segretaria-interprete. L’attenzione della sala non spiccava; si aspettavano tutti il solito discorso nello stile del segretario: pacato, tranquillizzante, moderatamente nordico, mediocremente postsessantottino.
Questa volta sarebbe stato diverso. Questa volta li avrebbe stupiti tutti. Era stufo di essere surclassato da quel beota in latex verde.
Ad un suo gesto impercettibile le luci a sole celtico della sala cominciarono ad affievolirsi. Un faro ad occhio di bue lo inquadrò e il segretario cominciò il suo discorso:
«Vivere in maniera decorosa ha il suo prezzo. E comporta assumersi le proprie responsabilità».
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Asma 4.0

 

12 giugno 2012, Porto SunPUNKRATIO

di Lemon Roidy

 
Sotto il cielo piombo dell’estate più piovosa che la Città ricordasse, almeno a detta dei media mainstream,

SIGLA e poi donna mezzobusto bionda e con sorriso smagliante

«L’abbondanza eccezionale di precipitazioni dovuta al repentino cambio climatico, che sta sconvolgendo la pianura, continua a creare distruttive esondazioni in tutta la Città – recitano come un mantra tutti gli annunciatori dei principali tg – sentiamo il nostro inviato Bepi Zuanel: Bepi ci sei?».
Immagini del Bepi sotto un ombrello mixate con pioggia, fulmini e fiumi carichi di acqua. SIGLA

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Asma 3.0

ITE MISSA EST

di Lemon Roidy 

Il cuore di Vandea pulsava aritmico e sotto il tricorno finesettecentesco la boccuccia fina di Maurizio J. canticchiava "Vacanze Romane". Una canzone della sua omonima Antonella, riproposta da Dj Gregorius con il suo solito mix breakbeat di canti medievali e testi latini.
Già l’incipit, con il suo "Roma, ubi es?", rendeva la potenza pontificia dell’Urbe e il cuore vandeano di Maurizio J cominciava a pulsare. Integralista.
E non è una metafora, visto che in quell’annus domini il comitato celebrazioni Pasque Veronesi aveva speso migliaia di euro in piccoli cuori vandeani luminescenti da regalare nelle scuole.
Lui, Maurizio J., capo assoluto delle Pasque, credente Tridentino, cavaliere di Malta e di Cemento, monarchico convinto, ne portava uno sul tricorno, made in China pure quello.

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Asma 2.0

GINKGO BILOBA

di Lemon Roidy 

 

[10 maggio 2013, ore 20.40, Anello
Tangenziale Circolare]

La Fiat Celtica correva a folle velocità
lungo l’Anello. Il sistema di condizionamento d’aria faticava a smaltire i
miliardi di microparticelle che cercavano di infiltrarsi nell’abitacolo.
Il sindaco fissava pensieroso il
finestrino della sua blindata, o almeno così sembrava a prima vista. In verità
stava provando alcune posizioni della mandibola per il discorso che avrebbe
dovuto tenere di lì a poco alla connection veronese del Partito Democratico del
Nord.
«J’è gentaja».

L’antica frase da lui coniata appena
incoronato, e rivolta a quei quattro pidocchiosi del centro sociale sgomberato,
gli scattò nella mente. Nello stesso istante due sinapsi fecero contatto e la
mandibola scattò in avanti in posizione uno: volitiva. Continua a leggere

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