La Vera Storia del Principe Ugenio – IV parte

In occasione del concerto di Ricky Martin a Verona, i buontemponi tradizionalisti cattolici scaligeri hanno annunciato con un fremente comunicato stampa l’esposizione sulla scalinata della Gran Guardia di uno striscione e un volantinaggio contro la “vergogna internazionale” e per la “famiglia naturale”, “preoccupati per la moda omosessualista imperante”. Il comunicato stampa firmato da Matteo Castagna (Padania Cristiana, Christus Rex) e Palmarino Zoccatelli (Famiglia e Civiltà) contro l'”idolo dei sodomiti” fa più ridere di ogni tentativo di imitazione.
Al loro amore lungo lungo per la famiglia naturale, al loro eloquente volantino e al loro striscione “lungo, molto chiaro e visibile” (brrr…) dedichiamo il quarto capitolo de La Vera Storia del Principe Ugenio, di Ugo Sau…

Di come il Principe Ugenio combattè la vergogna internazionale

(continua dal terzo capitolo la Vera Istoria della Prinz di Ugenio, da Enrico Purcello trovata nella viola da gamba di Guglielmina di Prussia e da egli stesso dettata alla Madonna Incoronata di San Lopette in seguito alla conquista di Paperopoli e da questa riportata per infilo e per insegno nell’apparizione a Natalino Otto, vero ultimo discendente d’Absburgo per parte di asino)

Conchiuse le parate di rievocazione delle Poltiglie Bordolesi il Principe Ugenio si promenava tra cardi e decumani in cerca d’amicizia franca, alemanna o ispanica, con cui favellare di guerresche imprese, nella pace di un ameno giardino e al cinguettare di foresti augelli.
Sendo egli animo gentile, in periodo di riposo, spesse fiate si recava in luoghi ove musicisti detti poi barocchi torturavano spinette e traversieri, al fine di nutrire i propri spiriti vitali assieme a ominj di simil disposizione d’animo. Disdegnava in effetti in tali occasioni accompagnarsi a femine, da che le femine meglio stanno a badare alle faccende domestiche e non fatte furon per i suffragj o le inserzioni culturali.
Spinto da cotesti pensieri si diresse all’anfiteatro ove sperava orecchiar ricercarj travalicanti in fughe di mirabil contrappunto, dal compositor in voga Ricciardo de Martinis.

Ma, mentre colmo di speme s’approssimava all’uditorium, ecco un predicatore dalla strana feluca a lui farsi vicino dicendogli: «Ugenio! Guarda che m’ha fatto il violator d’amore!».

E Ugenio a lui rispose: «E che vi fece strano predicatore? Vi fece forse il cappellino nuovo che portate, quel bel zucchetto di foggia nuova? È fors’esso figlio di quei berrettai, che si pascono di fangose carpe, della progenie della ninfa Manto?».

E di nuovo quello: «Pazza! Non vedi forse che l’orrendo copricapo che fu rinovellato in questo  giorno altro non è che il segno del martirio che da gran tempo mi tortura il cranio? Non vedi che è un falcastro, un coltellaccio?».

E Ugenio ancora: «Ai lasso! Che mala sorpresa mio viandante, speravo m’additaste il facitore acciocché io appo di lui potessi andare per farmene far uno in simil guisa – per il venturo real mariaggio d’Inghilterra chi deve scontare i suoi delitti! Ma pregovi di dirmi perché il Martinis ve ne fece dono e chi voi siete, mio bel felucoforo, affinché io possa prender le vostre parti».

E l’altro formalissimamente: «Questo mi fè il sodomita, quando ebbi a rimproverar il suo orgoglio di essere convivente omosessuale che invoca la facoltà per quelli come lui di potersi “sposare” e fiero della propria “paternità”, ottenuta dall’utero in affitto di una “donna”. Due insonti tiene a cotal guisa. E, non mi riconosci, Ugenio mio? Son il tuo Pietro, il tuo fratel Pietro da Verona!».

A tali parole Ugenio esplose, come ogni volta che intravedeva l’ingiustizia: «O san Pietro, san Pietrino storno, mi dite forse che il Ricciardo tiene due bei bambocci tutti sol per sè? Ma questo è contro ogni natura, è contro la Provvidenza, contro il Papa, l’Impero, il Sindaco, gli Absburgo, Natalino Otto, la Trinità e il voto di Castità! Per prima cosa gli strizzeremo l’ano con tutte le torture che tu sai bene, mio inquisitore carissimo! E poi gli porteremo via i due bambini innocenti e li daremo in custodia a un convento di fraticelli ove possano trovare la via per la stretta porticina della fede! Così impara a tenere le gioie del Paradiso solo per sè!».

A quelle parole il predicatore dallo strano cappello svanì in una nuvoletta fucsia, e la Prinz e Ugenio s’avventarono nell’arena per far sì che Dio punisse Portorico.

(continua)