La politica del fare (schei)

di Max Brododidado

Scusate, scusate, permesso… disturbo? No, è che volevo solo fare notare, per chi non fosse troppo aduso ad aguzzare la vista e l’ingegno in stile Settimana Enigmistica, una cosa assurda, davvero allucinante.
Che il giornale di parrocchia da noi tutti amato recentemente ha dato di matto.
Abituato come sono a veder solleticato il mio torpore con decine e decine di pagine estive sulle “pagelle d’oro”, sulla tormentata scelta di quale casa Bred regalerà alla sua Angiolina, estasiato nel comprendere finalmente che il ruolo dell’informazione locale è quello di rasserenare e magnificare chi ci tiene un piede in testa dipingendo –anche la cacca – di mille sgargianti colori, in questi giorni, dicevo, sfogliare le pagine del giornalino mi ha fatto ripiombare negli anni bui del pessimismo comunista e ateo. Pensavomi guarito, tra l’altro.
Tra le gustose spigolature che tanto piacciono a noi veronesi su quale nuova geniale idea si sia adottata per rendere la quarta città turistica d’Italia più appetibile, tipo il monumento alla carta da cesso in piazza Bra o la collezione di suv parcheggiati all’ombra dell’Arena o quale altra piazza estirpare da inutili alberi per costruire più performanti parcheggi, ultimamente mi sono imbattuto in una pletora di notizie inquietanti, che parevano essere uscite direttamente dalla penna di qualche ignobile disfattista satanista.
Ignoratele come sempre certe notizie, per Dio, perché no? A noi piace leggere i sermoni sopo di Monsy, quelli dove il male non è di casa, bensì colpa di “cromosomi estranei alla veronesità”. Amo quest’uomo.
In realtà, i valevoli redattori vassalli, poverini, ce l’hanno messa tutta. Ma insabbiare certe carcasse di elefante puteolente, deve essere un’impresa fuori dalla loro portata. Anche per gente avvezza a recepire le veline e mandarle in stampa senza nemmeno leggerle.
Solitamente la gazzetta di Palazzo Barbieri è parca nell’informare, troppo impegnata a magnificare dalle sue pagine le doti degli amministratori locali, famosi in tutto il mondo per aver ricevuto in dono, per intercessione del vescovo amico, il potere dell’infallibilità.
E invece, cosa mi tocca leggere, di presidenti di municipalizzate e sindaci fedelissimi al Carroccio, amici intimi del nostro sindaco amatissimo, refrattari e allergici per ideologia a spartirsi le careghe, beccati a farsi le vacanze con i soldi degli abbonamenti per l’autobus, nel frattempo necessariamente aumentati? Del piissimo benefattore a capo di Cariveronda indagato? Di guardie finanziarie corrotte e protosindacalisti criptofascisti impegnati a lucrare sulla miseria dei nuovi schiavi?
Dove sono i bei capri espiatori di una volta, marocchini, drughè, la scorsa amministrazione, i comunisti?
Cosa sta succedendo alla bella città di Romeo e Giulietta, giustamente immortalata in un recente ma già capolavoro cult del cinema come “Letters to Giuliet” (l’ho scritto come lo riportano i cartelloni comunali di promozione turistica, così mi capiscono anche a Palazzo Barbieri)?
Dov’è finita quella sana abitudine di additare sempre altrove, per l’appunto in “cromosomi estranei alla veronesità”, la colpa originaria?
Per quanto dovremmo sopportare questo attacco alle nostre libertà ad essere informati di quanto splenda alto il sole delle Alpi?
Non mi rimane che confidare in Zwirner, lui non tradisce.
Viva la nostra bella città, comunque. No, ecco, non vorrei mi prendessero per disfattista, mi guardi Gesù e la Madonna genuflessa. Viva il vescovo, anche, già che ci sono.