A tutto gas

di Quel Brutale Finalmente
A cosa serviva il gas nei campi di sterminio? A disinfettare. E la picana argentina? Ad accendere il gas del fornello dice monsignor Laise. Del resto si sa che, secondo Mengele, i divaricatori, i tondini di metallo acuminato, i bisturi, i tronchesini, gli estrattori e le cesoie che trovarono nel suo “ufficio” servivano a fare la manicure ai suoi pazienti. Una questione di igiene, quando erano già stati addormentati col gas, dopo la depilazione. Ma la volatilità, l’ambiguità del gas, la sua ricchezza fatta di nulla, il suo arcano essere e non essere, hanno qualcosa a che fare anche con la violenza di Tisiano Boarotti, l’arzillo ottantaduenne di Avesa che nel solito ufficetto postale, dove era andato a pagare la bolletta del gas, ha sentito Pino, Gino, El Seola e Toni (età complessiva 364 anni) che si lamentavano di furbi e oscuri zingari che rapinano gli anziani. Veloci, falsi, meschini, violenti, porci, ladri e poi ancora “maledeti  fioj de na rojasa”, “ghe vorìa la camara a gas”. L’insicurezza e la “non sicurezza” di essere sicuri sono delle brutte bestie con cui convivere. Pagato il cedolino trimestrale Tisiano, in preda alla paura e tremando come una foglia, si è barricato in casa a doppia mandata. Quando ha sentito due scampanellate è sobbalzato sulla sua seggiola impagliata dove già il torpore lo stava attanagliando. Allo spioncino ha visto nella penombra un tizio scuro di carnagione, intabarrato in un giaccone ancora più scuro di lui, aveva un metallo oscuro in mano e sibilava con tono oscuro mezze parole che rimbombavano incerte nel pianerottolo: “lettura”, “gas”, “contatore”. Tisiano a quel punto ha preso il martello dall’armadio, ha aperto e ha iniziato a menar colpi con tutta la forza che aveva, finché in una pozza di sangue l’oscuro visitatore non è caduto inerme. Tisiano ha telefonato al figlio in una tripudiante sovreccitazione: “l’ho ciapà” ,” l’ho copà”, “quel porco de un sengalo”. È stato solo dopo un’interminabile pausa di silenzio che il figlio è riuscito a spiegargli che aveva massacrato l’addetto dell’AGSM.