Fajardo, fascista gajardo

Starà lucidando gli stivaloni e la Luger Stefano Andrade Fajardo.
Dopo una lunga lotta che ha visto come concorrenti nessuno, viene infatti incoronato difensore civico. Il difensore civico sarebbe, per intendersi, quello che dovrebbe salvaguardare i diritti dei cittadini contro irregolarità e abusi dell’amministrazione comunale, dei vigili, delle forze dell’ordine e delle istituzioni in genere.
La giunta Tosi, nel suo oramai quasi riuscito piano di infilare tifosi dell’Hellas in tutti i ruoli istituzionali in modo che controllori e controllati siano seduti vicini la domenica pomeriggio, ha pensato bene di nominare come difensore civico un altro camerata, in modo da non avere nessun cazzo di cittadino a rompere le palle per i prossimi dieci anni.
Ve lo vedete Fajardo mettersi contro le multe dei vigili, o le cartelle esattoriali, o gli sfratti dalle case comunali, o i licenziamenti pubblici, o gli abusi edilizi che i suoi amici di mutanda ogni giorno pianificano e mettono in atto?
Stefano Andrade Fajardo cresce e si forma, ancora giovanissimo, nel fecondo humus del “Garage Pasetto”, luogo di ristoro menefreghista in cui indottrinare giovani menti sulla necessità di brandir spocchia squadrista e ritenersi razzialmente superiori (ehi, discorsi che fanno ancora proseliti, qui a Pandorolandia). Gli splendidi anni ottanta, che ricordi. Con lui nel box del camerata Tupè, a giocare con i gagliardetti tintinnanti, c’erano tra gli altri i fascibebé Circo Muschio, Michele Micheccazzo, Max Mariot, Bara Bajonchi, Fabio The Leg, Maurizia Trottola, i fratelli Giorgino e Giorgetto, Raffaello dal Cortile, Paolo Caravella e Mariastella Gelmetti. Tutti a braccio teso, che poi negli anni si sarebbero fatti notare. Alcuni, a suon di mazzate, anche se oggi – vista l’età – hanno problemi di memoria.
Fajardo studia poi giurisprudenza insieme ai compagni di sganassade Bussinello e Trimeloni. Erano anni in cui si sapeva che bisognava preparare una generazione di difensori pronti a sbrigare le pratiche dei fascistelli tirapugni cresciuti nel garage. Non solo, ma diventa anche teorico e storico della rivista on-line Italia Sociale, palestra di intellettuali organici a Goebbels gestita da un fascista innamorato di Tosi già abituè del garage di cui sopra.
Quanta strada da allora. Ora si propone come difensore civico del comune di Verona. La comunità ebraica insorge e acquista dei carnet per viaggi in nave verso gli Sati Uniti. Il presidente Carlo Rimini: “per quanto possa essere una persona corretta, la sua collocazione politica ci dà da pensare e ci preoccupa”. Il capogruppo della Lista Tosi in consiglio comunale Slandron Migliornazi, sorpreso, avrebbe risposto: “Ebrei? Ce ne sono ancora? Cazzo… In ogni caso, il Fajardo non ricopre cariche di partito ed è persona apprezzata da tutti per la sua integrità morale e professionale”. Peccato che lo stesso Slandron “Panetar Peoco” Migliornazi, sul suo gustosissimo blog giallebblù lo indichi come membro della segreteria provinciale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Verona. Anche l’esponente di Forza Italia Fracchia Pasini lo difende: ”l’intervento in aula del candidato è stato apprezzato, poiché si è presentato come persona al di sopra delle parti”.
E allora, Fajardo Über Alles per tutti!

7 thoughts on “Fajardo, fascista gajardo

  1. Scusate, quindi l’invitto Fajardo viene portato in lustro dai suoi amici camerati che – strano dictu – colgono l’occasione della GRANDISSIMA vittoria dell’avvocato braccio teso per denigrare una ipotetica area antagonista di sinistra che brama ricoprire cariche istituzionali, farsi amici i mafiosi e stringere affari coi peggio palazzinari veronesi per poi definirsi contro il sistema come fanno loro? STICAZZI. MA CHI SE NE SBOVVA!!!

  2. ostia te ghe razon.
    pecà parchè me saria piasesto far el difensor civico.
    ciao vesciu se vedemo a casamezopound a parlar de nazzismo.

  3. Basta, cazzo. ma da voi è normale parlare di questo. se sì mi commuovo per voi. se no vi compiango.

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