Lo confessiamo, nessuna meraviglia, a parte per la data di inaugurazione del 18 settembre (ci saremmo aspettati qualcosa di più simbolico: un 8 settembre, o visto che si tratta di questa città perché no, un bel primo maggio evocativo).
Nel cuore nero di Verona finalmente, e non poteva essere altrimenti, si incista infatti la nuova sensazione fascista: l’associazione dei camerati di CasaPound (con annesso bar negazionista Cutty Sark).
CasaPound non è altro che un’operazione di maquillage iniziata da qualche anno con il fine di imbellettare la destra radicale più becera e farla passare per un marchio trooopppo giusto. Il restyling fashion dei fasci.
Non deve essere sempre facile far passare come trendy, "bello e ribelle" (ma ribelle a che? A Borghezio? A La Russa? O a Flego?) omofobia, xenofobia, discriminazione sessuale, superiorità razziale, spedizioni punitive, culto della violenza, odio per il diverso, sottomissione alla gerarchia, all’ordine e all’autorità, tutto quel battage ideologico insomma che dà senso e volume a chi si definisce oggi orgoglione di essere fascio.
Ecco, CasaPound è l’esperimento modarolo della destra radicale, esteriormente tutto giocato su una comunicazione pazza e gggiovane. Fondamentalmente l’intento è quello di far passare come nuovo e aSSolutamente stiloso un vecchio spot dell’olio di ricino. Ciò fa parte di un’operazione di più ampio respiro (vedi gli sforzi di Violante, Pansa, Alemanno e La Russa in questo senso) tesa a restituire agibilità politica, sdoganando idee e metodi, al fascismo.
Ma come faranno dei fiancheggiatori e mazzieri dei razzisti al governo a diventare dei fichissimi ribelli antisistema? Allora, la ricetta è più o meno questa: appropriatevi di un po’ di slogans barricaderi della sinistra radicale, depotenziateli e nazionalizzateli, fate deragliare un’iconografia ribellistica sui binari del trivial nonsense, mescolate nostalgici motti arditi e irriducibbili con citazioni a casaccio di Mishima, Jerry Calà, l’Ape Maia e Codreanu, un pizzico poi di futurismo (che va sempre di moda), due cagate dannunziane tanto per gradire, un po’ di casual-hooliganismo, gonfiate il petto e ripetetevi "siamo violenti e nel dubbio meniamo e chi ci ferma a noi a noi a noi!" . Eccovi servito il dandy facista che del sistema se ne infischia.
Elogiare la Repubblica Sociale di Salò oggi è di moda, facciamolo con un pizzico di eleganza e seduzione in più, senza passare per reducisti, no!?
E per chi non ha orecchie per intendere, giù mazzate. Perché, dietro alle faccette simpatiche di Hello Kitty e Capitan Harlock che occhieggiano biricchine dai loro volantini, ci stanno i soliti e vecchi rigurgiti della storia.
Artefice di tutto ciò lo stilista e grande comunicatore sociale Gianlucone Iannone, che ha lanciato ultimamente diversi brand sul mercato.
Primo, quello del suo complessino musicale, gli Zetazeroalfa (di cui parliamo nel "post" su Otto), che hanno saturato il merchandising a destra a suon di magliette, spillette, canotte e mutande. Dei prezzemolini presenti ovunque vi sia rivoluzione antisistema e un banchetto dove vendere paccottiglia.
Poi Blocco Studentesco, l’avamposto liceale dei fregnoni.
Poi Radio Bandiera Nera, la web radio dove ascoltare musica non conforme, dibattiti non conformi, recensioni non conformi (tutto è non conforme nella giovanile galassia nera, anche il conformismo reazionario del fascismo è non conforme).
Poi infine CasaPound, l’esperienza primigenia di case occupate – rigorosamente per italiani – nata all’ombra di Fiamma Tricolore a Roma. Ora CasaPound ha deciso di fare sistema a sè, di staccarsi dalla Fiamma e di ammorbare l’aria un po’ in giro per l’Italia coi suoi fuochi fatui.
Chissà se anche a Veronia rivendicheranno le occupazioni non conformi di fronte al loro padrone in trench padano, tutto legalità, sgomberi e sicurezza.
Di una cosa si può star certi, qui non soffriranno di solitudine, troveranno tanti amici, vecchi e nuovi: Blocco Studentesco Verona, l’associazione Popoli, Andrea Miglioranzi e i suoi Gesta Bellica, Alternativa Antagonista con la rivista Otto, e chili di hellas ululanti.
A Roma, al di là di tutto, si son fatti una bella nomea di picchiatori, rendendosi celebri per aver prodotto – piuttosto che cultura non conforme – squadracce conformi ad un modello sociale imperante.
Scommettiamo mezzo pound anche su Verona?
Slandron dopo l’omicidio di Nicola Tommasoli lo scorso maggio sfoggiava il peggio repertorio del buonismo, neanche fosse Walter. Tentava di nascondere svastiche e appartenenze aderenti a quelle dei cinque assassini dietro a litri di melassa e calli bianche offerte a bambini puri; il tutto durante inguardabili e pilateschi lavaggi di mano collettivi in comune a suon di generiche e inutili condanne alla violenza. Inutili, proprio perché nessuno osò profferire la parolina magica: "fascisti".
Oggi Slandron è ufficialmente invitato alla presentazione di CasaPound Verona in compagnia di Iannone. Chissà se quest’ultimo sfoggerà per l’occasione una delle t-shirt del suo gruppo, che riportano perle di saggezza da lui ideate: "nel dubbio, mena", "accademia della sassaiola", "parte uno, partono tutti", "RSI idea assoluta", "una nera estate romana", "rose rosse ossa rotte", "assaltando rideremo", "cani da guerra", "bella zuffa".
Una calle anche per lui, Slandron.
Come sei finito qui, Fedy?
Forse cercando su google “casapound verona”?
Anch’io per bacco. allora vieni anche tu alla nostra libreria non conforme. in regalo un libro su come lotta continua limonava col MSI. liberi pensieri rossi e neri.
Grazie Fedy, ti amo anch’io.
Che blog di merda, usa il cervello, al posto che scrivere CAZZATE butta il tuo tempo cercando una soluzione per ucciderti.
se hai pazienza, tutto è possibile in questa meravigliosa landa und blot.
perché, avere una risma di bottegai neonazisti, è tranqui, vero, veccio?
complimenti per l’idea del bar negazionista a quando la cartoleria violenta?
Grazie, fioi. Un filino di speranza da gente come voi.