Il libello che L’ombroso oggi su questa piazza vi propone a un prezzo tanto onesto da rasentare l’imbecillità, secondo il suo costume, non è solo un grazioso oggetto arricchito dalle illustrazioni di Gianni Burato, non è solo una commedia popolare assai godibile e sempliciotta di cui anche il più idiota e sprovveduto dei lettori può seguire la trama e comprendere i passaggi logici, non è solo un’esilarante ed evocativa storia d’amore barocca e di abbruttimento contemporaneo ad uso e consumo dei turisti, e finalmente non è solo una rivendicazione del novissimo sistema galileiano, un appello all’uso della forza della ragion comica, nella migliore tradizione L’ombrosiana, ma è anche documento storico e geografico, logico e geometrico che potrà risultare prezioso spunto per osservazioni e riflessioni utili alla risoluzione di questo difficile quanto sensibile quesito che assilla l’uomo tecnologico, e che urge nelle coscienze della comunità medica tutta, della politica locale e della chiesa internazionale: è possibile che in una città come Verona si possa diffondere un’epidemia del morbo rosa?
Dal passato, un indizio.
Presentazione inserita all’interno della rassegna “Brutti caratteri. editoria e culture indipendenti”
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