L’ombroso trenta: rideteci se avete coraggio

Vi siete mai chiesti perché nelle barzellette il popolo faceto ci mette sempre i carabinieri e i pulotti mai?
Si possono riconoscere diverse ragioni a questa sottile forma di discriminazione. Innanzitutto i carabinieri erano veneti in Calabria e siciliani in Veneto, il che è di per sé una situazione potenzialmente comica. Poi bisogna ricordare che i carabinieri portavano un’uniforme carnascialesca coi pennacchi e i cappelloni, buffoneria che ancora un poco si conserva nelle divise e negli atteggiamenti odierni.
Ma la ragione fondamentale al fatto che nessuno racconta barzellette sui celerini, è che non fanno ridere.
L’ombroso ha voluto per sua natura matrigna andare contro corrente, riparare a questa ingiustizia. Il risultato è che, allo stesso modo delle barzellette, il numero che vi proponiamo da portare sulle spiagge del salato mediterraneo non farà ridere nessuno. Per quanto graficamente curato come un bebè, ricco, denso, sgargiante dei molti buoni contributi, c’è venuto fuori come una barzelletta dal finale troppo amaro.
Perché non c’è niente da ridere. Non ha fatto ridere noi, non farà ridere i lettori. E soprattutto non farà ridere i celerini, non solo perché hanno molto meno senso dell’umorismo dei carabinieri, ma anche perché nessuno al mondo si darà la pena di impartire l’ordine di entrare nel nostro covo e sporcarsi le mani coi nostri flaccidi crani di vecchi fannulloni, donne amorali e ragazzini quadrumani. Perciò dovranno aspettare la prossima partita di calcio o il prossimo corteo di sparapetardi per potersi sfogare e sostenere le loro sacrosante ragioni spaccando teste e sparando lacrimoni.
Noi non dimentichiamo il monito pasoliniano che ci esortava a ricordare che i poliziotti sono lavoratori figli di lavoratori. Giusto, però è un fatto che anche i netturbini sono lavoratori figli di lavoratori e se Miglioranzi desse loro l’ordine di eliminare il pattume dandogli fuoco direttamente nei cassonetti, loro si rifiuterebbero di eseguire. Forse.

Numero 30

In questo numero:
– Le avventure del commissario Duevolti, di Alì Tosi
– Questo è il migliore dei mondi, di Quel Brutale Finalmente
– All Cops Are Bellissime, di Fabiana Inculamorti
– Ein Zwei Polizei, di Minali
– Quello che ci siamo imparati al vedere del film Diaz, di Jerry Kalashnikov
– Sicurezza in sicurezza, di El Gefri
– Finito il diluvio, de Il Miserabile Jean
– Quella volta che nacquero, di Johann Tesselberg
– Le recensioni sbirresche di Quel Brutale Finalmente

sempre magnificamente illustrato in ben quattro colori da alcuni sfolgoranti nemici pubblici sfuggiti alle patrie galere.