In queste ultime settimane non sono mancati fatti e notizie degne di essere rilanciate all’attenzione dei nostri lettori e dell’umanità tutta, ma il panorama è tale che intendendo per una volta portare un po’ di serena allegria e di speranza nei vostri cuori martoriati – rinunciando a rivolgere lo sguardo ai cupi panorami della nostra città e del nostro paese – abbiamo dovuto espatriare in quell’esotica Nazione Teocratica che è il Vaticano.
Perché mentre l’italietta perde il suo tempo a sbranarsi su interessi personali e a inscenare pagliacciate nelle piazze e nelle televisioni allo scopo di rimanere sempre identica alla propria caricatura, in Vaticano zitti zitti si fa la rivoluzione. E se nella vicina Roma l’omofobia dilaga negli angusti cuori dei più impauriti, il Pastore Tedesco pone una lapidaria, clamorosa e definitiva conclusione a quella che fra alcune centinaia d’anni verrà ricordata come la più grande storia d’amore di tutti i tempi.
È fresca infatti la notizia che padre Georg accompagnerà l’ex Vescovo di Roma nella sua clausura. Non vogliono più sentire parlare di nessuno, il mondo l’hanno chiuso fuori da quelle mura, le briciole sul letto, il telefono spento, un calcio alla tv. L’amore trionfa.
Il Pontefice, il costruttore di ponti, è tornato nel mondo e ha visto quant’è bello, ha riconosciuto che l’amore per il suo giovane aitante Georg – un amore senz’altro diverso, forse platonico, forse carnale, dolce o aspro, davanti o di dietro, ma amore, semplice amore – anche in cima alla vetta, alla fine dell’accumulo di ogni sapienza possibile, risulta non pagabile con impalpabili, inverosimili, incongrue promesse di generiche e indistinte salvazioni eterne.
L’amore di padre Georg vale l’universo, si deve essere alla fine detto il vecchio. Siamo orgogliosi di lui. Sapevamo che un uomo potesse abdicare a ogni potere terreno per amore, era già successo. Ma che si potesse abdicare all’incarico assegnatogli dal Padreterno in persona è il vero grande trionfo della Natura invitta che ogni legaccio umano è in grado di recidere con le sue ora dolorose ora misteriose arti.
Ci auguriamo solamente che se Georg e Benedetto per caso magari un giorno avessero voglia di bere qualcosa in centro, non debbano incontrare i soliti bravi ragazzi di Casa Pound o Forza Nuova, che per guadagnarsi crediti politici non si credano di spaccare la faccia a una vecchia checca germanica qualsiasi e al suo delicato fiorellino. Ma li lascino godere invece serenamente il sogno d’amore che si sono guadagnati. Perché, adesso, non fanno male proprio a nessuno.