E le banane, quanto vengono?

«Ai piccoli borghesi, piccolo risparmio, poca speranza, piccoli commercianti rapaci, greve plebe ammansita, occorre un parlamento mediocre che amministri e sintetizzi tutta la bassezza nazionale. Fate la camera a vostra immagine. il cane fa ritorno al suo vomito, voi ai vostri deputati»
Zo D’Axa, 1893

Al mercato dei voti, sconti e buffet a volontà.
A giudicare dal numero di occasioni mondane dove, tra un’oliva e una fetta di bondola, melliflua si insinua la richiesta di una preferenza, pare che pochi storcano il naso all’idea di essere comprati (insieme alla propria dignità e al futuro di chi verrà dopo di loro…) con un pacco di pasta, ‘na renga, uno sprizzato annacquato.
Una comunità di beati idealisti siamo.
La speranza di una una città più a misura di uomo che di speculatore – sostenibile, accogliente, felice – si arena davanti alla promessa di uno sconto del 10% sui pomi se verrà eletto il figlio del fruttarolo.
A noi ci viene da dire, con un distacco un po’ snob come solo degli agenti al servizio dell’ombra che hanno scelto la vita clandestina si possono permettere, che molti di voi questa città se la meritano alla grande.
E non preoccupatevi, se poi vincerà la continuità, gli aperitivi offerti in cambio del vostro voto verranno adeguatamente ripagati dalle previste opere di compensazione, sperando magari di bissare e pure superare il record di 18 milioni e mezzo di euro di multe erogate da eccessivamente ligi vigilantes urbani nel 2011.
Bravo gregge, belare poco, brucare il brucabile e sopra di tutto leccare la mano al tosatore.