Quindici sonetti nati all’ombra, senza tutte le fascine al coperto, a muso duro e berretto fraccato.
L’ombroso, lo avrete capito, si dedica di gusto al vernacolo.
Il dialetto – come dice Bragantini, il leghista culturale – è lingua.
Visto che solo lui non lo sapeva, facciamo finta che sia una sua scoperta.
La sua ampolla del Dio Po… che i leghisti le tradizioni le devono avere, altrimenti casca il palco.
E se loro son vent’anni che ci rompono i totani con convegni sulla lengoa veneta”, noi gente del popolo che sta nell’ombra la usiamo direttamente.
Abbiamo, quindi, pensato di lanciare in edicola una corona di sonetti di Ugo Sau, il nostro Berto, il nostro Dino, il nostro BertolDino.
Anzi, in edicola ‘sti cazzi, ciucciatevela qui ché la carta costa.