Vaccarate

Alexja Wakkkary, prestigiosa firma di un giornalino locale, ha una
grande passione: sdoganare attraverso mirabili pezzi i suoi amici della
Verona Ariana. Ogni occasione è buona, si parli di sport, di cavallette
o di gara automobilistica con le forme di grana al posto delle ruote.
Anche se si tratta, faccio per dire, di cassonetti differenziati, lo
spunto per parlare dei fascisti lei lo trova (pure io, a pensarci
bene). Cromaticamente scontato dunque che mi vada matta per la cronaca
nera.


Da qualche tempo è diventata portavoce dell’ong Popoli (dove ong sta
per "onore neofascismo e galani"): la Fallaci di vicolo Stella è
attenta a riportare pedissequamente ogni grande iniziativa di questa
organizzazione umanitaria veronese che nutre di carità le popolazioni
in Birmania tanto quanto prova nostalgia per la ong Repubblica di Salò.
Non si esime, la Alexja, nemmeno di annotare le mirabolanti
"provocazioni futuriste" del camerata artista (testimonial di Popoli)
Graziano "prezzemolino" Cecchini, quello che mestruò la fontana di
Trevi, che naturalmente ha trovato a Verona terreno fertile per le sue
sconvolgenti imprese artistiche (come infilare una felpa alla statua di
Giulietta, brividi!). Lui e la Mimma Perbellini (assessore alla
qultura) hanno parlato per parecchie ore alla Teca, capannone di
proprietà di imprenditori amici di leghisti e fascisti (imparentati
guarda un po’ chi si rivede con Popoli), ci informa sempre Alexja.
Uno scontro qulturale che fa tremare i polsi.
Speriamo che questa volta a rotolare non siano le nostre, di palline.

2 pensieri su “Vaccarate

  1. Dalle cronache locali è arrivato dritto in Parlamento, il caso di Andrea Miglioranzi, 35 anni, capogruppo della lista Tosi in consiglio comunale (il più votato), che, da ex militante di Fiamma Tricolore, è stato nominato, assieme a Lucia Cametti di An, rappresentante della maggioranza all’istituto per la storia della Resistenza di Verona.
    Ci mancava questa, ad alimentare le già tante proteste del centrosinistra, che da quando c’è un sindaco leghista, quel Flavio Tosi che ha vinto con il 70 per cento dei voti, non perde occasione per stigmatizzare l’atteggiamento della giunta, persino sulla pretesa di far rispettare le leggi.
    Il caso stavolta è scoppiato sulla nomina del giovane, condannato per violazione della legge Mancino (botte tra camerati e compagni molti anni fa), di cui si possono non condividere le idee, ma cui va riconosciuta assoluta coerenza: da anni ribadisce il suo essere «fascista», senza mai farne mistero. «Non sono un nostalgico – dice Miglioranzi -. Essere fascista per me significa avere un patrimonio etico e culturale con cui coniugare tradizione e valori sociali. Anche oggi ho incontrato i capigruppo degli altri partiti che mi hanno espresso solidarietà. Non sono uno che si nasconde: chi mi ha votato sa come la penso, basta esaminare i voti. Hanno scelto me, per come sono io. Ed è a queste persone che io rendo conto». E aggiunge: «Dico cose scomode, che magari adesso che ho un ruolo istituzionale sono ancora più scomode. Leggo Antonio Serena, ma anche Gianpaolo Pansa. Credo che la mia nomina non sia una provocazione, ma un’occasione per far emergere la verità. Non amo parlare di revisionismo, questa parola ha assunto connotazione negativa. Mi piace parlare di verità, questo sì. La storia è stata scritta dai vincitori, lo sappiamo tutti. Non capisco questa levata di scudi. Tra l’altro non è che questa assemblea abbia un gran daffare, visto che si riunisce una volta all’anno. Io comunque sono pronto a dialogare con chiunque, come ho sempre fatto».
    Raul Adami, presidente provinciale dell’Anpi, non ritiene un problema la partecipazione di Miglioranzi all’assemblea. Ma se l’ex partigiano rivendica che la Resistenza servì per dare libertà di espressione anche a chi la pensa in modo diverso, c’è chi alla questione di principio non rinuncia. Come Edoardo Faccioli, presidente provinciale del Corpo volontari della libertà, partigiani cattolici, che definisce la nomina «più che una provocazione, revanscismo». E come Mauro de Robertis, Sdi, secondo il quale in questo modo «si sporca l’istituto». A.V.

  2. Martedì 4 Marzo 2008
    La passione per il calcio e la politica

    Roberto Bussinello, per tutti è il “Bussi”, 49 anni il 12 settembre, avvocato penalista. Ha da sempre due grandi passioni: l’Hellas e la politica. Assolutamente in quest’ordine. Militante nel Msi, dal 1985 al 1990 è stato sui banchi del consiglio comunale assieme a Nicola Pasetto. Poi Bussinello è transitato in Forza Nuova, non accettando la svolta di Fiuggi. Da qualche mese ha aderito alla Destra di Francesco Storace. Il suo amore per la politica gli è costato spesso caro. Non sono infatti rari gli attacchi contro i muri del suo studio o di casa con scritte o con imbrattamenti di vario genere. Ma lui non s’è mai arreso e ha continuato a portare avanti gli ideali in cui ha sempre creduto.
    A Bussinello il calcio piace giocato in campo, a calcetto dove lui stesso si definisce un “fenomeno”, ma anche a tavolino, è infatti uno sfegatato appassionato di Fantacalcio. Oltre che per l’Hellas tifa per il Wimbledon.
    Negli anni scorsi ha redatto assieme a Paolo Danieli, ex senatore di Alleanza Nazionale, la proposta di legge, che poi era stata presentata, sulla legittima difesa in casa e sull’utilizzo legittimo di armi in caso di intrusioni da parte di ladri e rapinatori.
    Da anni è diventato il legale degli ultrà veronesi che spesso finiscono nei guai, ma Bussinello è stato l’avvocato del processo per l’aggressione di Adel Smith ospite di una televisione locale, e in tanti procedimenti per razzismo e per violazione della legge Mancino, così come è stato il difensore degli imputati nel processo per l’attentato di piazza della Loggia che avvenne a Brescia il 28 maggio 1974. A. V.

I commenti sono chiusi.