Manifestazione studentesca, settimana scorsa. Lancio di uova, fresche tra l’altro, e qualche fumogeno.
Eh no bambini, non va bene, qui si pratica la violenza organizzata! Ci vuole allora un po’ di repressione, per spegnere le fiamme dell’odio di classe – prima, seconda, terza – a scuola.
Per far questo oramai non sono più necessari poliziotti in divisa, bastano gli studenti stessi. Vecchi dentro, trincerati dietro la “legittima protesta” (che più è innocua più è legittima), non si accorgono di quanto il veleno del Grande Fratello, sussunto omeopaticamente giorno dopo giorno, sia penetrato attraverso i loro brufoli e li abbia pompierizzati ancora nemmeno maggiorenni.
E ai facinorosi studenti infiltrati nel corteo studentesco, auspichiamo la smettano con questa insensata violenza fumogena, pratica oltre tutto dilettantesca.
Prendano invece esempio dalle nobili gesta di uomini di Stato celebrati e riveriti. Che so, un compianto Cossiga, o un impunito Dell’Utri. Imparino il significato della nonviolenza di questo grande paese dalla sua classe dirigente e dalle attuali scelte politiche improntate a rispetto, convivenza e solidarietà tra le genti. Come rinchiudere i morti di fame stranieri proprio perché morti di fame, o di guerra, o di paura. Come condannare a morte respingendo a mare o consegnando nelle mani di aguzzini, nostri fieri alleati, altri morti di fame che non raggiungono le dorate coste. Come bombardare in missione di pace durante un atto di guerra (ve le insegnano a scuola le figure retoriche, tipo l’ossimoro?) e sentirsi a posto con la propria coscienza, sereni, democratici, italiani.
Eh no bambini, non va bene, qui si pratica la violenza organizzata! Ci vuole allora un po’ di repressione, per spegnere le fiamme dell’odio di classe – prima, seconda, terza – a scuola.
Per far questo oramai non sono più necessari poliziotti in divisa, bastano gli studenti stessi. Vecchi dentro, trincerati dietro la “legittima protesta” (che più è innocua più è legittima), non si accorgono di quanto il veleno del Grande Fratello, sussunto omeopaticamente giorno dopo giorno, sia penetrato attraverso i loro brufoli e li abbia pompierizzati ancora nemmeno maggiorenni.
E ai facinorosi studenti infiltrati nel corteo studentesco, auspichiamo la smettano con questa insensata violenza fumogena, pratica oltre tutto dilettantesca.
Prendano invece esempio dalle nobili gesta di uomini di Stato celebrati e riveriti. Che so, un compianto Cossiga, o un impunito Dell’Utri. Imparino il significato della nonviolenza di questo grande paese dalla sua classe dirigente e dalle attuali scelte politiche improntate a rispetto, convivenza e solidarietà tra le genti. Come rinchiudere i morti di fame stranieri proprio perché morti di fame, o di guerra, o di paura. Come condannare a morte respingendo a mare o consegnando nelle mani di aguzzini, nostri fieri alleati, altri morti di fame che non raggiungono le dorate coste. Come bombardare in missione di pace durante un atto di guerra (ve le insegnano a scuola le figure retoriche, tipo l’ossimoro?) e sentirsi a posto con la propria coscienza, sereni, democratici, italiani.
«Prendiamo le distanze e condanniamo gli atti di vandalismo operati da qualche estremista nel corteo organizzato dalla nostra associazione. In quanto sostenitori di una protesta pacifica e legale siamo contrari e condanniamo duramente questo modo di protestare che fornisce alla società un’immagine sbagliata della partecipazione civica oggi manifestata dagli studenti. Alcune frange del movimentismo veronese non riescono a concepire altri modi di portare le proprie posizioni se non quello della violenza» (dichiarazione di un democratico rappresentante degli studenti)
Insomma, adesso basta con questo fumoso movimentismo delle uova fresche, eccheccazzo.