Flavio Zenti, leghista misericordioso
«Non è mia competenza dare valutazioni sulle ordinanze comunali o sulle decisioni governative».
«La gente non deve impietosirsi di fronte a chi per la strada chiede l’elemosina. Spesso il povero che allunga la mano ha alle spalle dei delinquenti o comunque un mondo adulto che sfrutta le persone più indifese e di fronte alle quali è più facile commuoversi».
«Ho sempre raccomandato alla mia gente di non dare nulla a chi chiedeva l’elemosina davanti alla chiesa proprio per scoraggiare l’accattonaggio. Invece la sollecitavo ad essere sempre attenta alle situazioni di povertà e indirizzarle alla Caritas».
«(…) Dico a loro di scoraggiare qualsiasi forma di accattonaggio, che in alcuni casi diventa una vera e propria professione e infonde nelle persone che decidono di non allungare una moneta un senso di colpa che non devono avere. Perché i problemi non possono essere risolti con qualche centesimo lanciato in un piattino».
«Qui a Verona non esiste il problema della fame e di un tetto sotto il quale dormire. Le possibilità sono offerte a tutti, se poi per qualcuno è più comodo chiedere l’elemosina è un altro discorso. Ma non è dignitoso farlo né è un gesto di pietà donare qualche soldo».
beh semplicemente al buon zenti piace avere i monopolio del senso di colpa
un leghista che parla di comprensione e solidarietà è come un leghista che parla di comprensione e solidarietà.
Lo so, il paragone è scontato, ma nessun altro renderebbe l’idea sufficientemente bene…
A proposito di elemosina. Propongo una pubblica lettura, e una successiva analisi retorico-linguistica, dell’Ordinanza 80,31.7.2008 (Limiti all’accattonaggio), emessa dal podestà di Verona. I tempi sono maturi per svelare le poderose, pettorute, mascellose istanze comunicative di quelle che banalmente si chiamano disposizioni di legge. Qui siamo al sublime, il neofascismo avanza, anche insieme ai neologismi:basti, per tutti, l’ineffabile “mendicantato”. Vi immaginate questa cascata di suoni in bocca a un fine dicitore? Dai Lombrosisti, usciamo in piazza per un battesimo del fuoco storico-filologico, magari in piazza Vescovado.Comunque, siete ineffabili, siete voi la vera carità dello spirito in tempi di fame. Amen
La carità uno è libero di farla o no. Elementare, Watson. Ma il problema sollevato è un altro: può un vescovone, ovvero uno che esiste solo ed esclusivamente perchè un tizio, duemila anni fa, ha detto che bisogna fare la carità al prossimo (senza chiedersi perchè ne come), ebbene un tizio che esiste solo ed esclusivamente per questo motivo, può dire che non bisogna fare la carità (e può dirolo solo per dare una mano a un politico amico suo?)
Pare che a settembre esca in omaggio con l’arena il volume “gli atti di Tosi”commentati da mons.Zenti altro che gli “atti degli apostoli”di mons.ravasi
FUNCLUB? FUNCLUB!!! Enzo Flego social club!!!
Troppa grazia. Vorremmo che L’ombroso si diffondesse a macchia, e chiunque sanamente rancoroso se ne sentisse parte e agisse di conseguenza. Chiediamo troppo? Non avete che da perdere la sbobba che ci ammorba.
A rischio di retorica: grazie.
Siete bravi, ma bravi davvero. Me spanso dal ridar e date un autentico segno di lucida vitalità. Era dai tempi di Verona Infedele…e tuttavia avete uno stile tutto vostro. Mi piacerebbe conoscervi ma comprendo il senso della vostra “clandestinità”. Spero che continuiate, nelle forme che troverete e vorrete. Io, dal canto mio, penso alla fondazione di un funclub in onore di Enzo Flego.
Giusto! La carità cristiana va svecchiata!
Dopo il turbopadano ecco il turbocattolico: ama il prossimo tuo, ma fallo con il cazzo durissimo.
Niente compassione, è roba da frocetti.
Per fortuna il Signore delle Cime è sceso a darci man forte: http://iltraghettomangiamerda.blogspot.com/…html
Bella lì Dio.