La vera storia del Principe Ugenio – I parte

di Ugo Sau



"e fu così che Ugenio, a bordo di una Prinz, rispinse gli islamisti a espiantare la civiltà da un’altra parte."

da La Vera Storia della Prinz di Ugenio, da egli stesso dettata alla Madonna Incoronata di San Lopette in seguito alla conquista di Paperopoli e da questa riportata per infilo e per insegno nell’apparizione a Natalino Otto, vero ultimo discendente d’Absburgo per parte di asino.

 

Vi era un tempo cari miei, per quanto ne dicano i venetisti falsi e bugiardi, i quali assomigliano ai vermi da cui dicono di discendere, se non fosse che le bugie del signor Darwin ne ottenebrano le già tristemente calafatate cerbella, e più che altro tale simiglianza è d’addurre alla lontananza dalla luce di Dio, che, si sa, non abbronza, anzi schiarisce l’occhio, il crine, il derma, v’era un tempo in cui l’ideale di un grande impero germanico aveva al suo servizio gli uomini più puri e devoti.

Il più significativo è certo il principe Ugenio di Sauoia-Romagnano, il quale già in tenera età girava per l’Europa in cerca d’un impiego mercenario, senza ovviamente considerare manco per ischerzo la perfida Albione, avendo quegli paura d’inbarcarsi sul vaporetto, e non potendo passar per il ponte, che non c’era, né per il satanico tunnel, che anco essendoci egli avrebbe evitato per paura di annegrirsi per il lontanamento dalla luce divina. E la perfida Albione lo tenne a mente per secoli, perpetrando di continuo le sue tradigioni. Essa ancora ha a tutti l’effetti da scontrare i suoi delitti.

Sendo egli Principe, sua cavalcatura era una Prinz prima maniera. Sulla quale in tenera età già convocava giovinetti docili alle lezioni di strategia militare sul perforamento delle linee nemiche, pel didietro, uber alles.

Il virgulto, sì nomamolo, avendo a scappare di Parisi per poter esercitare la nobile professione del militare (all’epoca così dicevasi), si diresse verso la sede dell’impero germanoco, dove accumulò successi militari incitando i suoi soldati in prima linea con lazzi da curculionide. Da allora l’inno “Prinz Ugen, Der Golden Retter”, che ricorda la passione del nobile Ugenio per i cagnetti (e particolarmente per un dolcissimo Golden Retriever di nome Salomò) – l’ignorante di lingue Fama e meschina arriva fino ai giorni nostri a coprire d’onta il Sauoiardo, vedendo in quel Golden Retter un’impronunciabile deformazione di un’originario Golden Rektum, inammissibile soprannome mai prodotto nei soi confronti da maliardo alcuno – è propalato sia dalli eserciti in marcia, sia dai marciapiedi in esercizio.

Ma la inpresa che di lui fa straparlare i posteri è sine dubio la presa di Belgrado e la cacciata del turco dall’Uropa. Che verremo a narrarvi in d’una altra parte di questa istoria, che dir maravegliosa è poco.

 

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