Poiché nel nostro cammino con voi accadde qualcosa di misterioso e imperscrutabile e ci accorgemmo che le vergini e gli innocenti vedevano l’ultimo numero tutto rosso, come il Nilo quand’è immondo, questo segno ci mostrò la via. Capimmo che i più puri del nostro popolo reclamavano di più, di più! E allora comprendemmo che, come tette asciutte alle labbrucce disidratate del bimbo malnutrito, nessuno sforzo da parte nostra sarebbe stato troppo oneroso per darvi quello che i vostri occhi erano ormai pronti a vedere.
Mescolammo il magenta del nostro sangue, il giallo dei nostri fegati, il ciano della nostra bile.
Meraviglia!
Sgranate gli occhi e stropicciateli e poi di nuovo spalancateli a godere quest’altro novissimo numero di L’ombroso. Li vedete anche voi i colori? Allora siate i benvenuti, ancora una volta nostri carissimi ospiti, voi soli per i quali ci smazziamo questa dolce fatica ogni quattro lune.
Venite! Venite donne operose e uomini disoccupati, portate i bambini! Ecco il numero per la famiglia. Formato famiglia, colorato come un regalo di natale, come un arlecchino a carnevale, fuori le trombette! Facciamo la festa alla famiglia!
Eccoci. Nuovi sgargianti brillanti ci abbandoniamo ancora una volta nelle bettole e nei ritrovi di nostra fiducia alla vostra distratta benevolenza. Più accattivanti che mai, portateci a casa, in famiglia, appendeteci nelle camerette dei vostri bambini, perché noi siamo meglio del papa, siamo meglio del mulino bianco, siamo timidi e colorati, siamo saggi, pazzi stracci e soprattutto gratis per voi, maledetti spilorci.
in questo numero:
– Viva la f, ma con la F maiuscola!, di Alì Tosi
– L’ombroso ama chi ama la famiglia, di Max Brododidado
– Il male minore, di Fabiana Inculamorti
– Le recensioni inopportune di Quel Brutale Finalmente
– La verità su una triste storia di satira incompresa, di Minali
– Caino vieni qua, di Il Miserabile Jean
e a farla da padrone le iperboliche illustrazioni di un manipolo impavido di amanti della famiglia tradizionale.