Il Natale di Kevin

Ciao Ricina, sono Kevin e volevo raccontarti di cosa mi è successo finché facevo quattro passi ieri sera fuori in città, col mio amico Maicol Negro.
Stavo passeggiando lungo le sponde dell’Adese, quella sinistra vicino a San Tomaso, quando ai cassoneti dele sgauie ho trovato circa 15 copie del giornaletto dove mi rispondi sempre alle mie lettere.
I numari erano fuori dal cassoneto insieme ad altra carta, poca, come si fa quando i cosi lì sono pieni e non ciai voglia di andare a quello più distante. Il cassoneto della carta sembrava infatti appena svuotato.
Insieme con i giornaletti c’era anche altro: imballaggi di bottiglie ceres da 33, ridu di un cenone dell’ultimo dell’anno e un foglietto del bar sotto el portego de San Tomaso, dove va a spendar i schei i alternativi alla moda.
Alora col mio amico Maicol sono andato a bere una spuma proprio in quel bareto e ci ho chiesto alla parona se c’erano ancora L’ombrosi ma mi ha detto che non sapeva e che forse erano finiti. Volevo dirci che erano finiti nei cassoneti ma non ci ho avuto il coraggio.
Secondo te Ricina, chi è che li ha buttati via, un nasista o un barista?
Ps: non preocuparti che i numari boni li ho portati al Malacarne.

Ciao,
Kevin Bonetto

One thought on “Il Natale di Kevin

  1. Caro Kevin, questo ti deve insegnare un’importante lezione: il radical chic alla moda è un parto di Satana. L’unica cosa a cui è veramente utile è una campagna a tappeto di misurazioni craniologiche (cominciando dall’amabile ostessa che quei 15 numeri del giornaletto aveva accettato, immagino, con ammirevole faccia di bronzo).

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