La solita minestra di ratto

I fascisti del futuro, hanno un bel sudare a nascondere il passato.


Per non apparire subito quello che sono (tutto a suo tempo) confondono le acque e si detergono lo sporco incrostato, facendo abluzioni in rivoli di fogna come fossero terme.
Così improbabilmente depurati, raccontano oggi per l’ennesima volta la parabola dello stivale che schiaccia la testa ad un uomo, facendola passare per una bella storia di commovente eroismo. Nella quale identificarsi per creare un senso di appartenenza fetuso, dove l’individuo è roba vile, vale solo star infrattati nel mucchio per sentirsi veri uomini valorosi.
Vecchia, vecchissima storia quella della vigliaccheria del numero. Fa sempre però presa in chi pensa sia snervante pensare con la propria testa e allora tutto contento si mette a marciare. Subire gli ordini costa meno fatica che disubbidirli, questo è certo.
Felice di avere dato un senso alla noia e all’inedia, appagato finalmente nello sfogarsi ribellisticamente contro chi si può e non contro chi si dovrebbe, il fascista del terzo millennio è facile alla risposta de panza, piatto precotto alla crisi e alla paura che questa ingenera.
Per tornare agli antichi fasti regimental, la favoletta intrisa di gerarchie e di teorie sui sotto-uomini deve però – per diventare commestibile – prima obnubilare coscienze invero già rattrappite.
Si sa, il lupo se si veste da agnello sbrana le ignare pecorelle prima che se ne accorgano, anche questo è un vecchio adagio trito e ritrito.
I fascisti del futuro allora giocano a nascondino con la memoria, escono solo di rado a fare cucù, con una randellata, per il resto approfittano dell’apatico analfa-ebetismo di ritorno per imporre il loro libro e moschetto in mezzo a fuffa e ruffa. Giocano e ridacchiano con la storia, coi morti, se ne appropriano, non è importante chi siano, meglio se appaiono lontani e distanti da qualsiasi fascinazione autoritaria. La cortina fumogena si alza, loro danzano l’antico balletto del potere, sempre quello, che li vuole di giorno ribaldi e irrispettosi, la sera chini a leccare la mano dell’adorato padrone.
Qua e là una svastica, ma confusa tra appelli alla giovine fichezza, tra balli a suon di scudisciate, veline tatuate, vuoti griffati.
Nonconformismo da retequattro, liberi e selvaggi come vittoriofeltri.
Belli e ribbelli appena usciti dalla penna di federicomoccia.
Squadrismo da radiodeejay e argomentazioni tratte dal sussidiario di josephgoebbels.
Dei bravi soldatini sudditini sofficini rovagnati.
Commettono le marachelle perché tanto sanno che papi è pronto a perdonarli.
Il loro palinsesto è su canale zero, fanno zapping con la storia, e la assassinano. Rovesciando il senso e depistando la verità, il razzista diventa un amante della libertà, l’aggressore un aggredito, lo stragista una vittima.
Più che un sogno generazionale, un incubo finito male.
Dagli al sub-umano gitano, allora, ma fallo con un sorriso trendy e il look giusto.
E poi sbrazza a braccio teso a bordo della tua mini cooper ruttando un "sieg heil!", fiero dell’ebbrezza che dà la tracotanza del complesso di inferiorità, facendo della ristrettezza di vedute il tuo vanto ominide.
L’apparenza, per questa volta, non inganna. E la servitù volontaria di chi si immola alla prepotenza impotente è il segno di una civiltà che si sta sgretolando, incapace di porre un argine alla svendita della propria dignità.
Oggi il menu dei fascisti di domani è semplicemente la minestra riscaldata di ieri.

5 thoughts on “La solita minestra di ratto

  1. Ah…evoliano..mi spieghi cosa ci faceva il consigliere comunale di AN – PDL nella sede di CasaVianello di Pistoia prima che la paura facesse novanta (ma secondo me anche 100, 200, 300…ma sai contare? forse no)
    Ma ce l’avete un neurone nella capoccia o lo avete tutti dato come sottoscrizione a GGGGiannone, la copia griffata e stilosa di hamtaro versione hard-core?
    si vede di si, e li usa anche male.
    urge un corso per utilizzatore finale di neuroni fascisti (mi sa che sono la partita andata a male, rassegnatevi)

  2. evoliano:
    parli di “sponsor” quando casapound viene spalleggiata (per non dire sostenuta) più o meno smaccatamente da chi attualmente ricopre ruoli istituzionali. Il capoccia di questi personaggi è un tale Berlusconi Silvio, culo e camicia (molto più culo) con gli stati uniti. Non ho mai letto o sentito casapound dire qualcosa sulle basi americane sparse in italia. non ve ne siete mai accorti?

  3. NOI… chi? Torna a meditare sulle rovine degli uomini, va là, che ne hai di bisogno.
    Personalmente ho solo un grande leader rivoluzionario: Willer Brodon. Compagno Brodon sarai vendicato.

  4. Permettete una domanda? Voi che fate tanto i rivoluzionari, non siete i servitorelli degli usa, vostri alleati 65 anni addietro ed ora vostri sponsor, in onore alla società multietnica? Dai compagnuzzi, non fate ridere. Coccolatevi il compagno obama e smettetela di atteggiarvi a rivoluzionari. Siete i veri filo-usa della storia …

  5. Quelli dello sbocco studentesco devono aver messo su il musetto, un po’ irritati, insomma. Giocano a fare i ribellucci contro i poteri forti (così si fanno passare nell’ambiente brufoloso teenageriale) ma in realtà leccano il culo a ministri, assessori, consiglieri (vedi l’amica Donazzan, per rimanere solo in ambito locale). Per non parlare delle amicizie di cui si fanno vanto, come i mafiosi alla Dell’Utri che trovano la giusta ospitalità nella calda atmosfera fognaria di CasaPound a Roma.
    È questa la novità del terzo millennio, squadristi a braccetto coi mafiosi? Capirai…

Comments are closed.