Era infatti quello il periodo in cui l’infedele turco si dedicava con vigore rinovellato da successi militari alla sua principale occupazione, ovvero l’islamizzazione e l’espianto dei popoli. Egli solo, faro della Cristianità e unico vero esempio dell’ideale del Sacro Romano Imperò, pel quale percepiva di buon grado uno stipendiucolo inadatto per certo alla sua grande missione, s’oppose col petto e’l crine all’avanzata del Suddetto in Uropa, ricacciando sdegnato le porzioni di carne di cristiano che gli venivano offerte da mezzinegri in chioschi illegali per la via. Che davano di sciabola a un silurone speziato, e insaccavano in flaccidi panini i brani ancora vibranti delle laudi matutine, insieme a crude verdurine e delicate salse; ma non potevano rivolgere le loro guerresche attenzioni sulla Cristianità passante per la via, per la soave protezione della Madonna Incoronata di San Lopette. E dove la prendevano allora, vi chiederete voi? Dove procuravano il cristiano, disossato o meno, se non lì per lì? Credeteci o meno, di cristiani da disossare la divina Provvigione ne procurava sempre a bizzeffe, tra quelli destinati allo’nferno, e particuliarmente in delle battagliette che così circolavino in Uropa a quel tempo. E qui si taccia il vostro curiosame.
Si sa che al principiar della pugnetta, in quella inclita cittade dove stavolta, non potendo traversare su barchetta, fece costruire un ponte, arrignò i soldatini in tal modo:
"Bei maschioni, soldatoni, voi andate avanti che io vi seguo sulla Prinz!"
E poi avvoltolandosi nel boa fucsia, dall’interno dell’abitacolo verde pisello:
"Soldati, oggi è un giorno storico, penso che mi ci faranno statue e cacciatorpedinieri, oggi è il giorno storico in cui ricacceremo il turco dalla falsa fede, il turco trucidatore di cristiani, il turco che soffre di un complesso d’inferiorità e dell’invidia dei musulmani per la Cristianità e i suoi splendori, il turco ch’è per la stessa minaccia, espiantatore di popoli, impiantatore di pippoli, appaltatore di Pepoli, allenatore di Piepoli, asfaltatore di porfidi, il turco che non vuole abbracciare la nostra vera fede perché dice che a lui uno gliel’ha raccontata diversa, il turco che non ci vuole pagare l’otto per mille ma che soprattutto non vuole considerarsi suddito dell’impero germanico, che compra il medicinale generico, che non batte la lingua dove il dente duole, che non compra il salametto, che si ostina in salamelecchi. Che impala sull’ottomana, che non va ai concerti di Madonna, anzi ci va in segreto perché amico dei cabalisti giudii.
Mi dicevano inoltre che il turco non pratica l’affogamento degli eretici pubblici, o per lo meno non degli stessi che affoghiamo noi, non ama la flagellazione delle prostitute (cui pure noi non leseniamo mezzi) scoperte ad adescare fuori dalle case di tolleranza; mi dicono che il turchino non abbia degli Inquisitori di Stato, e che il turcasso non preveda il rogo per l’infame delitto di sodomia (risatine), ma una semplice impiccagione. Deh, non vi sembra una civiltà’nferiore da ricacciare dall’inferno caldo di passione da cui viene?
Insomma, dicono che il turco un poco ci piaccia il culo, vado davanti io che tasto il terreno. Ricordatevi che sono il vostro comandante, quindi vengo prima io. Dio punirà l’Inghilterra!"
A questo grido sparì all’orizzonte alla velocità del Lumagasso.