Unire i puntini neri

di Max Brododidado Masetti


Mi chiedo quale scarica di onanismo percorrerà mai il cittadino medio al di sopra di ogni sospetto, il veronese che bene pensa, razzola male e che di un dio vendicatore ha timore, quando legge ogni giorno delle nuove ed entusiasmanti gesta dei suoi supereroi preferiti.
Me lo domando, perché il sogno di veder finalmente realizzato il suo piccolo mondo, circondato dal suo microscopico orticello, cintato da mura difese da filo spinato, sorvegliate da videocamere a circuito chiusissimo, a me pare piuttosto un incubo a ciel sereno.

Che se ci fosse Giorgio Orwell ancora in ascolto, a lui son sicuro ci verrebbe voglia di scrivere il seguito di 1984, e magari di ambientarlo proprio in riva all’Adige.
Poco importa se la cloaca presto deborderà, e non si riusciranno più a spingere dentro i liquami distraendo l’attenzione su qualche sfigato capro espiatorio panacea di tutti i mali.
Chi ha ancora la fortuna di possedere alcune sinapsi attive dovrebbe fare lo sforzo di unire i puntini e di interpolare i singoli accadimenti anche per tutti quei poveretti che brancolano con sguardo lobotomizzato nel mondo dell’Ansia. Il quadro non sarà certo entusiasmante ma almeno corrisponderà al vero e non alle patoccate che OGNI SANTISSIMO GIORNO qualcuno ci propaga per tenerci buoni agnellini.
Si scoprirà allora un mondo governato mantenendo in continuo stato di spavento il suo popolino sedato, un popolino gongolante se viene sanzionato chi non paga il biglietto sull’autobus, ma incurante se tagliano milioni di euro a sanità e scuola (aumentando al contempo le spese di mantenimento di un esercito pronto a marciare anche sul "fronte interno", in caso di bisogna).
Così votato ad annuire sottomesso a chi distribuisce l’Ansia – il gregge
da essere ormai incapace di scindere la propaganda dalla verità, come quando ad esempio i "papà" al governo difendono i "figli" mazzieri tricolori nelle piazze, che da squadristi vengono fatti passare per vittime.
È questo sonno della ragione formato 3×2 che tollera chi profana le catacombe e riporta alla luce le salme dei KKKossighi e dei Gelli, putrefatti nonni deliranti che elargiscono amorevoli consigli su ordine e pulizia, morte e distruzione.
Ma prendiamo la nostra bella realtà, non siamo in padania per un cazzo, spero.
C’abbiamo un podestà razzista, certificato e onorato di esserlo. Una cricca belante al suo cospetto che magnamagna TANTO QUANTO chi li ha preceduti. Il clientelismo è alle stelle, non c’è poltrona che non sia presidiata da un subalterno ossequioso. In cantiere progetti faraonici (ogni piccolo dittatore ambisce a lasciare segni di grandeur dietro di sé) che cementificheranno ciò che non lo è ancora e
nel caso dell’autostrada in città regaleranno tumori per i prossimi anni a venire. Per di più, la corte è formata da una serie di amicizie inguardabili che nessuno oserebbe presentare alla su’ mamma (fascisti, neonazisti, tradizionalisti cattolici che celebrano preti picana, razzisti padani con evidenti segni di squilibrio e di analfabetismo congenito).
Però, però…
Cominciano a tagliare fondi pubblici («la Giunta sta ragionando di tagli pari a circa 12 milioni nei vari settori, per far stare in piedi la baracca», «a rischio ci sarebbero un centinaio di posti di lavoro in Comune – i precari potrebbero essere tagliati – e che potrebbero essere chiuse le scuole comunali Bon Brenzoni e Da Vinci, oltre che esternalizzata la gestione delle 13 farmacie comunali, con decine di dipendenti, insieme ad altri servizi come le mense comunali», si legge sul giornale) ma alla maggior parte sembra al momento interessare solo sentirsi sicuri, sicuri e ancora sicuri. Mangeremo sicurezza, tra un po’.
L’inverarsi di una politica dell’Ansia sembra avere il potere di elargire fette di prosciutto sugli occhi per tutti, e qualcuno
dal ghigno grugnesco saltella felice per tutto ciò come un bambino un po’ indietro.
E così «nei primi mesi del prossimo anno arriveranno in città altri poliziotti, una prima "tranche" dei 60 agenti in più delle forze dell’ordine
fra polizia, carabineri e Guardia di finanza chiesti al governo dal sindaco Flavio Tosi per tutelare sicurezza e ordine pubblico. E da febbraio in poi, scaduta la fase sperimentale di sei mesi con pattuglie miste con poliziotti, carabinieri e vigili urbani, i militari potranno operare anche autonomamente nel pattugliare la città». Così come «il Comune di Verona ha già messo a disposizione 400mila euro, introitati dalla prefettura che li impiegherà per acquistare mezzi per le forze dell’ordine». Dunque, in materia di sicurezza, facendo due conti, per le strade a breve ci saranno: poliziotti, carabinieri, guardia di finanza, esercito, vigilantes sugli autobus (una chicca!) e "assistenti civici" volontari (attenzione, l’elenco delle associazioni che hanno aderito non è frutto della fantasia de L’ombroso: «l’Associazione pescatori Verona, l’Associazione anziani disabili «La cancellata», l’Associazione nazionale carabinieri, l’Adambiente Onlus, il Punto d’incontro e l’Unuci, Unione nazionale ufficiali in congedo»). Cosa vogliamo di più, il coprifuoco? (occhio, che a mettere certe idee in testa…)
Le operazioni finora messe a segno sotto sotto gli occhi di tutti: ultima, quella di aver sgominato la mafia dei graffittari che tenevano in scacco la città. Finalmente muri bianchi che non dicano niente di sconveniente («alcuni degli indagati sarebbero anche responsabili di varie scritte in una scuola di Grezzana contro il sindaco di Verona, Flavio Tosi»).
Spostare l’attenzione dai veri problemi e prendere per il culo con iniziative dal vago retrogusto pagliaccesco-propagandistico sono due azioni correlate, di cui i nostri amministratori paiono piuttosto ferrati.
Se comunque servisse una mano ai nostri supereroi nell’impartire alle pecore di cosa aver paura (tipo le bande di rom-writers che frequentano i centri sociali) e di cosa fottersene (tipo salute, casa, lavoro, scuola, un vivere più civile e meno psicotico-militarizzato…) ci pensano i saggi sermoni domenicali di monsignor Zenti, confessore e consigliere spirituale del podestà, o le parole di esperti pronti a smentire qualsiasi preoccupazione in merito alla deriva ambientale-affaristica verso cui sta andando incontro la nostra città. Prendete ad esempio le rassicuranti opinioni del medico Luigi Perbellini che dalle pagine de L’Arena (2/11/08) afferma in sintesi che le polveri sottili non hanno mai ammazzato nessuno (anzi…) e che la diossina non è di fatto cancerogena (per non parlare degli inceneritori, grandi arbre magique vista cielo). Manca solo l’uranio impoverito come cura per i brufoli e possiamo dire con sicumera di aver trovato in casa un papabile nobel per la medicina. Se si unissero i puntini e si venisse a scoprire che i nostri supereroi stanno puntando sulla riattivazione dell’inceneritore di Cà del Bue e su un’opera devastante come quella del traforo, verrebbe da chiedersi se… beh… non ci sia qualcosa di tenero tra amministratori della paura pubblica e pseudoscienza ammanicata.
Unire i puntini neri non è un’operazione così difficile, suvvia, un piccolo sforzo. Giusto per non apparire così pecoroni e sordi al rumore della zip che si apre dietro di noi.
Ma facciamolo dopo il 4 novembre. Siamo troppo impegnati adesso a sventolare tricolori e a ricordarci quanto riscalda i cuori un po’ di sano nazionalismo in mimetica. Fateci caso, più i tempi si fanno di merda e più la retorica patriottarda (italiona o leghista che sia) affiora come uno stronzo dalla palude. Armi di distrazione di massa, eccole lì.
Benedite la guerra, butei. La guerra è pace, l’ignoranza è forza.

4 thoughts on “Unire i puntini neri

  1. Ottimo articolo, chiaro, limpido, onesto che trova la mia piena sintonia.
    Complimenti Max, sei in gamba

  2. Panem et circenses!

    p.s.
    io odiogli sbirri! mi stanno proprio sul culo! e questi stronzi ne mettono uno per metro quadro!

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