Dopo il dietrofront di monsieur Loyette directeur del Louvre il comune ha già pensato a come riparare al danno: nelle sale della Gran Guardia verranno esposti i migliori disegni prodotti da Enzo Flego durante le riunioni della Giunta comunale.
Le opere sono delle toccanti immagini della nostra storia recente impresse lucidamente su fogli A4 con vividi pennarelli. Appena Goldin ha visto il materiale ha immediatamente scatenato la macchina organizzativa di Linea d’Ombra per procedere con la promozione dell’evento, che potrebbe trasformare Verona in sede della nuova avanguardia definita come "infantilista".
Nelle aule del comune serpeggia un euforico sentimento di sfida: i francesi non ci hanno voluto dare i loro capolavori? Bene, vedremo cosa succederà quando verranno ad implorarci i nostri.
Flego nel frattempo si è ritirato nel suo nuovo atelier per completare gli ultimi disegni, promettendo un successivo evento a base di sculture. I più informati pensano si tratti di posacenere fatti col Das.
Le Prime dichiarazioni
Cortenova: «Flego con i semplici segni dei suoi pennarelli carioca ci racconta la sua esistenza. Il passare del tempo viene sottolineato dal pennarello che invecchia e lascia un tratto sempre più sfrangiato, inutile immergere la punta nell’acqua per rivitalizzarlo…».
Tosi: «Grazie a questi quadri comincio a capire l’arte contemporanea e il suo afflato universale, lontano dalle logiche desertificanti di identarismi localistici. Ho voglia di amore (anche negro)».
Bondi: «Opere degne del ministero della cultura, con questi quadri sconfiggiamo il monopolio culturale della sinistra».
Bricolo: «Invece dei capolavori del Louvre a Verona i capolavori di Flego al Louvre».
Ruggiero: «Per principio siamo contrari a qualsiasi forma d’arte strumento del vizio corruttore modernista, figlia della cloaca postconciliarista. Per noi hanno valore solo la pittura rupestre veneta e l’arte sacra (purché rappresenti la Santa Inquisizione), tutto il resto è pornografia relativista. Ma Flego è tradizionalisticamente puro, culturalmente vergine. Speriamo che ci emozioni con un Cristo Padano».
Per come la vedo (e dopo giuro che la moco lì) a Flego andrebbe dedicata una parte autonoma del blog; certamente è il meno peggio ma…che c’entra? Un Flego in forma vale mille Borghezio, non c’è filtro né coscienza, non c’é strumentalità (se non chela del butin che ghe gira ‘ntorno d’astussia) né vargogna. Amo quella sua terribile faccia di cazzo!
Ero sicuro di far cosa gradita. Il punto è che sono un fanatico di Flego..lo registravo, ai tempi, in quelle edificanti trasmissioni del mattino per poi recitarne a memoria, e ripetutamente, i picchi poetici. Uno su tutti: “Voialtri no si mia de la MAGIORANSA, ma de la MANGIORANSA!!”.
diiiivinaaaaa…
hai notato l’assonanza sulla prima pagina del nuovo numero de L’ombroso, quando si parla di turboleghismo?
PEPPEREPPEPPEPEARA’!
Beh, la scrivo..per come la ricordo e per come la racconto da allora (’94).
Elezioni politiche 1994. Berlusconi scende in campo e sbaraglia impensabilmente la gioiosa macchina da guerra. Un’inedito cartello bifronte schiaccia come un martello sull’incudine lo stivale infangato dalle proprie mani sporche: al Sud il Polo del Buon Governo e al Nord il Polo della Libertà.
Per la riuscita e la stabilità dell’eccentrica malgama politica Berlusconi si adopera per lo sdoganamento dei barbari leghisti; ed al fine del loro sfondamento nei salotti romani che contano suole accompagnarsi con improbabili Onorevoli al cospetto di contesse romane e dame di corte.
Era in una di quelle concitate serate di calda primavera romana che Silvio portò con sé l’On. Enzo Flego, per una lezione di savoir faire ed incantamento di belle signore.
Accecanti sorrisi e ambigui ammiccamenti si accompagnano a note capacità narrative ed anche il lieve e pudendo sorriso della Contessa Della Sera cede in sbraiti smodati dopo le piccanti barzellette del Premier da crociera.
In tale contesto l’irrefrenabile Enzo erompe: “Anca mi, anca mi voi contar ‘na barzeleta!”. Berlusconi in un lampo avverte il pericolo, abbranca il buon Flego e all’orecchio gli sussurra: “Va bene Enzo, va bene..purché, però, quando ci sono parole sconvenienti tu dica PEREPEPE’!”. Ed Enzo: “Vabon, vabon…Beh insoma no, ghé n’omo e na dona no, ee..PEREPEPE’, PEREPEPE’, PEREPEPE’ e PEREPEPE’. E ala fine lu el gha sborà nel cul!!”.
Ma qualcuno ricorda la barzelletta apparsa su Verona Infedele riguardante il novello deputato Enzo Flego? Me vegnarìa fin da scrivarla tanto me pisso ‘ndosso a pensarghe!
“bingo” QUOTATO perchè verissimo,se comparato,Flego è tra i meno peggio(fatica dire “il meglio”)(certo che hai nominato il Gotha della filibusta…).
Giuseppe mettila su eBay, per favoreeee..!
Porca Zooozza, Giuseppe, è rarissima…
io ho l’album
con la figurina
di Flego
Il guaio è che Flego è davvero il meglio della Lega: autentico, sincero, in buona fede. Provate a conoscere meglio i carognoni come Coletto, Sandri e Bricolo: lì si che c’è da aver paura. E niente da ridere.
…scusate,dimenticavo io Enzo “pastina” Flego(sì,sì vendeva le pastine) me lo ricordo ancora 30 anni fa tracciare i primi incerti segni,col ditino(?!?)indice sulla panna delle torte e poi subito cancellarli(per pudore) col palmo della mano.Il problema è che se qualcuno di voi ha superato i 40 quelle torte potrebbe averle mangiate.Mi dispiace.
Da “Verona Infedele” a “l’ombroso”.
Nessuno come voi. Non corrono bei tempi ma mi avete fatto sorridere. Grazie.
Tosi promette sicurezza, e sappiamo com’è andata a finire.
Poi promette un solo grande evento artistico: e si mette nelle mani di uno che che ha firmato il contratto col Comune, ma ha dimenticato di firmare quello col Louvre, per fortuna che abbiamo il Flego!
Se tanto mi dà tanto, quando avrà fatto il traforo, all’uscita dovremo mettere la rete come al circo.
(…uh, le risate!…)
Tosi promette sicurezza, e sappiamo com’è andata a finire.
Poi promette un solo grande evento artistico: e si mette nelle mani di uno che che ha firmato il contratto col Comune, ma ha dimenticato di firmare quello col Louvre, per fortuna che abbiamo il Flego!
Se tanto mi dà tanto, quando avrà fatto il traforo, all’uscita dovremo mettere la rete come al circo.
(…uh, le risate!…)
grandioso !
l’ombroso numero tre?
fede, avere fede.
AHAHAHHAAHAHAHAHHHAHAHA
diomama me piso doso, vi adoro
… ma lombroso numerotre? forsa e coraio!