Il 3 dicembre, con tanto di taglio del nastro e bottiglione di spumante sulla murata, è stato aperto al pubblico lo sportello per l’ascolto delle vittime di reato.
È una notizia che lascia davvero di stucco. Lo sportello si trova nello scantinato di palazzo Barbieri e il servizio che offre è per l’appunto quello che promette. L’ascolto delle vittime di reato. Di quale reato? Il furto della bicicletta? O ci vuole almeno una violenza? Lo stalking certamente, il bullismo e l’usura, come no? E, non so, le vittime dei reati di razzismo? Anche quelle le ascoltiamo? Ma sì, via, ascoltiamo anche quelle! Ci mettiamo lì un muto, che ci senta bene, con delle belle orecchie a sventola. Magari gli diamo un giornalino per passarsi via e avanti, dentro il confessionale. A me m’han fregato la bici! E il muto annuisce. Io sono discriminato perché omosessuale. E il muto annuisce. Io ho la banca che mi strangola e presta i soldi per il traforo. E il muto annuisce. M’han fregato la bici! Avanti signori, avanti gli inconsolabili, chi più ne ha più ne metta. Quando lo sportello si affolla il muto indica il distributore dei numeri. Facciamo le cose con regolarità. Plin plon, 304: mi hanno spaccato la faccia in centro di notte. Plin plon 305: io ho i preti che mi si inculano i bambini. Plin plon 306: io sono perseguitato dagli avvocati del sindaco per aver riportato un paio di fatti sul giornale. Plin plon 307: io ho un’amministrazione locale che si fotte sistematicamente il pubblico. Io mi hanno avvelenato l’aria che respiro. Hanno dato sabbia da mangiare ai miei bambini. E il muto annuisce facendo leggermente oscillare le sue grandi orecchie sempre allo stesso modo.
In effetti a palazzo Barbieri si sentiva un grande bisogno di questo servizio.