Saluti da piazza Bra

Pensiamo di fare cosa gradita riproducendo ingrandita la foto comparsa su L’Arena domenica 18 novembre, dove si immortalano studenti veronesi sulle scale del Municipio salutare un ipotetico conducador (probabilmente hanno solo sbagliato mira). Stanchi di subire la criminalità di una paghetta indecorosa, l’insicurezza che mina i loro aperitivi e per ultimo il degrado della serie C, i giovani veronesi,  che a leggere il volantino "scioperavano" contro la deriva comunista che sta prendendo la società italiana e i negri che li importunano alle pensiline degli autobus, sul quotidiano avevano uno spazio ridotto: la foto era piccola e si faticava a riconoscerli.
Pure sul sito di Lotta Studentesca (la formazione giovanile di Forza Nuova che li inquadra per lottare contro il sistema), le immagini non rendono loro merito. Ci pensiamo noi, allora, contenti che a Verona le tradizioni non vengano meno e che i futuri balilla crescano indottrinati e indisturbati per prossime, radiose spedizioni punitive.
Contro il sistema, ovviamente.

a seguire un’inedita intervista al famoso studioso di fenomeni L. Andreoli.  


Niente di nuovo sul fronte occipitale

di Livio Fasto


Dopo quest’increscioso accadimento Noi della redazione de L’ombroso abbiamo provato ad avvicinare l’esimio studioso nostro conterraneo degno successore del fu Cesare, al secolo Vittorino Andreoli, per chiedereun parere professionale.Ma quelli non ci volle tendere la mano, il che lo avremmo ritenuto un pò offensivo da parte sua, per questo ci siamo rivolti ad un altro eminente studioso meno conosciuto, ma non per questo meno capace del fratello, ovvero Littorio Andreoli…


L: Mi chiami pure Littorino, come fanno gli amici.


F: Allora Littorino, veniamo subito al dunque.


F: Andrebbe a "Porta a porta" a raccontare i cazzi degli altri?


L: Non serve, ci mando giù la mia paziente più famosa, A.M.


F: Davvero? Ci racconti come l’ha conosciuta.


L: Era a Verona sul set di un film con Cal che poi non fu mai girato. Era in crisi depressiva, la notte il nonno le si manifestava chiedendole di vendicarla di tutti i partigiani che si annidano negli scranni del potere e che misero nell’orecchio del nostro compianto condottiero un veleno mortale… Si sa, è dai tempi dell’Albania che il duce ha manie di grandezza, ma la povera Alessandra rimase folgorata e grazie alla mia terapia smise gl’indegni panni e decise di seguire la strada segnata dal nonno. Ora è merito mio se potete ammirare la gran donna che  divenuta.


F: E l’album di canzoni uscito solo in Giappone?


L: L’ho consigliata io. Geniale, non trova?


F: Sarà…


F: Il paziente col quale ritiene di avere svolto un lavoro eccellente?


L: Ahh…sicuramente Carlo Rossella! Abbiamo lottato una vita, ma poi l’ho convinto che non è  una nullità, ma uno splendido viveur di mezz’età, sagace e rapace con le donne, che partecipa a festival pucciniani e dà del tu a George Clooney.


F: Altri personaggi famosi in cura da lei?


L: Tanti tantissimi: Beppe Fiorello, Mario Landolfi (con lui è dura, sogghigna, n.d.a.), Sandro Piccinini in crisi dopo aver perso Controcampo, Galeazzi in crisi dopo aver perso la forchetta… Ma quellache mi dà più soddisfazioni è la signora Santanchè! Che donna! Che poppe!


F: Si contenga, la prego, alla sua età… Va bene, concludiamo: in due parole, cosa pensa di suo fratello?


L: Sembra un tasso.


F: Un consiglio da dare ai giovani?


L: Memento audere semper. Ricorda… semper …


(e svanisce)

7 thoughts on “Saluti da piazza Bra

  1. Qual buon vecchio, dei pochi che ancora resistono, avrebbe dubbi a riguardo?
    PEM! PEM! PEM! PEM! uno per uno.

    Bel blog, non smettete.

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