Asma 4.0

 

12 giugno 2012, Porto SunPUNKRATIO

di Lemon Roidy

 
Sotto il cielo piombo dell’estate più piovosa che la Città ricordasse, almeno a detta dei media mainstream,

SIGLA e poi donna mezzobusto bionda e con sorriso smagliante

«L’abbondanza eccezionale di precipitazioni dovuta al repentino cambio climatico, che sta sconvolgendo la pianura, continua a creare distruttive esondazioni in tutta la Città – recitano come un mantra tutti gli annunciatori dei principali tg – sentiamo il nostro inviato Bepi Zuanel: Bepi ci sei?».
Immagini del Bepi sotto un ombrello mixate con pioggia, fulmini e fiumi carichi di acqua. SIGLA

Sotto il cielo piombo dell’estate più piovosa che la città ricordasse – dicevamo – il grande fiume ribolliva putrido dopo la grande ansa.
A pochi metri dalla riva, lì dove la strada pareva finire nel nulla per rinascere sull’altra sponda, un giovane technopunk smanettava con una delle ultime cabine telefoniche rimaste.
Capelli sparati, benda a coprire l’occhio destro, una canna spenta all’angolo della bocca. Grandi cuffie wireless sulle orecchie presumibilmente a sventola, vestito arancione con bande retroriflettenti.
Per quanto potesse sembrare casuale, la mise era molto diffusa e ricalcava il look di El Tenda, uno tra i principali estensori del famoso "Manifesto del dialetto Saiberpank", più conosciuto – urbietorbi – come il manifesto del PortoSUNPUNKRATIO2010.
Il punkettone muoveva la cornetta nell’aria, avvicinandola e allontanandola alternativamente alla bocca chiusa a fischio e all’altoparlante delle sue cuffie, in uno strano balletto privo di senso. Ma a conoscere i segreti del phonephreaking, antica pratica di connessione abusiva alla rete tornata in vita recentemente dopo il Gasparri ACT che regolamentava la rete globale, si capiva che stava tentando una connessione remota a scrocco.

D’un tratto, probabilmente spazientito dallo scarso risultato ottenuto con l’antico rito, smise di fischiare e dalla bocca spalancata uscì un rutto violento contro la cornetta e segmentato in 6 parti.

«Dai, dioccà, che j’ariva i fucking Rondaman». La parlata in dialetto saiberpank svelava l’appartenenza a qualche gruppuscolo politico o micro banda, molto diffuse nella zona Negronetta/Sunpunkratio e le parole e_ruttate manifestavano il timore che stesse per arrivare una ronda privata di sicurezza composta da sei sbirri privati e un cane di razza gentilini. In gergo, i Rondaman.
Proprio quando il rumore del rutto e l’odore di birra mal digerita cominciarono a diluirsi nella già provata atmosfera della cabina telefonica, dalla cornetta cominciarono ad uscire i familiari suoni e fruscii di un modem che si connette. 
«Evvai!, Dioccà».
Evocativa potenza delle esclamazioni tribali!
Una serie di led si accesero sulle sue cuffie a segnare l’avvenuto aggancio della rete. Il pankettone appoggiò la cornetta al telefono senza staccare la linea, ma in modo tale che il telefono sembrasse offline, e uscì dalla cabina proprio nel momento in cui i sei Rondaman in camicia verde e il cane gentilini sbucavano da una via poco distante.
«I sbiri de merda!» – esclamò il giovane seguace di El Tenda nel suo pidgin sintetico del veronestan caraibico mentre se la dava a gambe tra pozzanghere e pantegane. I Rondaman scattarono pavlovianamente all´inseguimento – s`el scapa qualcosa l`à combinà de illegale! – sguinzagliando anche il cane. Il saiber ebbe un buon avvio – ricordò le immagini di Bladerunner, un vecchio film del novecento dove un suo progenitore vagava nello sprawl piovoso di una metropoli americana – e nei primi cento metri staccò gli sbirri… ma il cane rabbioso era alle sue calcagna! 
Si girò correndo e con una mossa inaspettatamente aggraziata mollò un poderoso calcio con il suo anfibio destro alla mandibola della bestia di razza piave, che cainando atrocemente fece un doppio carpiato in aria stramazzando poi sul marciapiede. Fortuna che non mi han visto quei caz di animalisti-vegan, pensò il saiber continuando la sua corsa. Dietro a lui recuperavano metro su metro i pigcops. «Prendiamo quella zecca!», urlavano imbestialiti mentre il più veloce redarguiva gli altri «mi sembrate dei vecchi marci! Te set te o to nono?» – chiese ironico al più lento, palesando così la sua origine bergamasca – «dài veloci, non avrete mica sangue terrone nelle vene?». Da dietro si sentì un «non jè i ani jè i chilometri, vaccadì, e quella zecca sicuramente si droga, par quel va così veloce». Il saiber scartò di lato e prese il vicolo a sinistra. Ma – cazzo – era proprio il vicolo chiuso accanto al bar "a la Sacrestia"!
Niente panico. Usando i poteri transumanti dell´impasto di bostik, prozac e pearà che aveva assunto nella pausa di relax, il giovane seguace di El Tenda mutò come un camaleonte sintetico trasformandosi in un noto psichiatra cittadino dall´aspetto satanico. Si accese con non-chalance una sigaretta, le folte e sporgenti sopracciglia impedivano che si spegnesse sotto la pioggia battente. I Rondaman svoltarono l´angolo con la bava alla bocca, ormai sicuri di aver acciuffato la zecca, trovandosi invece al cospetto dell´inconfondibile sguardo infernale dello psichiatra mediatico. Smarriti e perplessi gli chiesero se avesse visto il saiber. «Visto che?», chiese il folle a riverso. Gli sbirri neanche gli risposero, commentarono soltanto «ne ga samenà! vaccadì!». Salutarono con ossequio lo psichiatra, mentre a bassa voce lo appellarono con commenti sprezzanti (vecia zecca, magna-a-sbafo, culaton… varda ti, te perdi un deviante giovine e te trovi un carampano…). Lui ricambiò con un cordiale «Ordine e polizia vanno bene, ma ogni tanto fate un salto anche in biblioteca, ragazzi!». «Vecio mato! – rincarò uno dei maiali – è così rincoglionito che non si è accorto che l´ultima l´hanno chiusa da almeno dieci anni!».
Passato il pericolo, il saiber tornò se stesso, raggiunse di fretta la cabina telefonica, riprese la cornetta. La linea era ancora buona, come confermò il wireless mentale del suo mixer interiore. Si tuffò nello spazio vero, via dalla simulacrale realtà, e già navigava nella rete di connessione in connessione. Due erano gli impegni primari di quel giorno piovoso: ripristinare le due voci dell´enciclopedia telepatica che erano state censurate, precisamente quelle dedicate a un noto editore rivoluzionario della città e a uno scrittore del passato, folle e visionario. Tale Salgari.

 

5 pensieri su “Asma 4.0

  1. dipende dalla volontà psionica del nostro autore di fantasiensa, l’oscuro cuor di tenebra Lemon Roidy

  2. Se vi immaginate così Verona nel 2012 siete solo degli ingenui ed inguaribili ottimisti.

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