Marcellino, il postino del risino

Dopo una capatina a Casapound Roma, sede centrale di tutte le baggianate storiche del nuovo millennio, il portalettere della mafia fa una sosta anche a Verona.

E non basta una sala comunale o la Gran Guardia, per lui e i suoi diari ci vuole una vetrina nazionale.
Per questo Marcellino il postino si ferma a Risitaly, che da risibile sagra del risotto col tastasal si è trasformata nella più grande kermesse italiana della satira di regime. Specchio di un paese, direbbero i soliti tromboni di “Repubblica”.
Ed ecco quindi che il 29 settembre tra un tastasal e un pessìn ti può capitare di sentire in lontananza provenire dal Palarisitaly (Palarisitaly? Sì, sì Palarisitaly!) la voce di un uomo pio che pratica la castità sessuale, da giovane perché glielo chiedeva l’Opus dei, adesso per alcune problematiche di pressione sanguigna a livello di corpi cavernosi.
Un uomo che ama fare la revisione della storia ogni anno, come quella della sua panda bianca da portalettere targata Corleone.
Un uomo che amava i cavalli; e gli stallieri.
Quella voce ti affascinerà e ti trasporterà nel fantastico mondo dei diari segreti, perduti e ritrovati, del Benitone nazionale, che ha perso la guerra perché “era troppo buono”, ci ricorda sempre Marcellino.
Diari perduti nel ’45 per una disattenzione gravitazionale del duce in un piazzale di Milano.
Ritrovati dal nostro Marcellino a casa di nientepopodimenoche un ex-partigiano, che nel frattempo era morto e di cui non si può dire il nome. Perché non sta bene. Prooonto il risotto alla bufalaaa…
Lasciati ammaliare e vieni anche tu a Risitaly, la sagra della patacca storica.
L’anno prossimo in programma i diari segreti di Craxi, del povero stalliere Vittorio Mangano e della loro relazione omosex nel vulcano di Villa Certosa.
Per fortuna che siamo nel buco di culo pulsante della Lega, ove i paladini del popolo padano ci difendono dalle impurità centraliste stataliste meridionaliste. Qualche eccezione per i potenti amici mafiosi e fascisti, però, la si fa.
Minchia, prima o poi, ma sarà un risotto che vi seppellirà.

7 thoughts on “Marcellino, il postino del risino

  1. Copio e incollo da http://www.bennycalasanzio.blogspot.com

    Al Sindaco di Isola della Scala,

    Geom. Giovanni Miozzi

    e.p.c. all’Ente Fiera Isola della Scala

    Oggetto: Marcello Dell’Utri ad Isola della Scala

    Gentile Sindaco, da gennaio vivo a Verona e ciò vuol dire che oltre ad essere il primo cittadino della deliziosa cittadina del riso, lei è anche il mio presidente della Provincia. Vivo a Verona dopo aver vissuto tre anni a Padova per terminare i miei studi; lì ero arrivato dopo aver lasciato la Sicilia, pieno di rancore e di speranza che il puzzo del compromesso morale che ammorba l’aria della bellissima isola rimanesse lontano. Nel 1992 cosa nostra ammazzò prima mio zio Paolo Borsellino, omonimo del giudice, e poi mio nonno, Giuseppe Borsellino, colpevoli di non aver ceduto la loro azienda di calcestruzzi ai clan di Lucca Sicula, paesino sperduto nella provincia di Agrigento. Lentamente ho capito che era giusto condividere la mia esperienza e quella della mia famiglia con il resto dell’Italia, e da anni uso ormai tutti i giorni liberi dal mio lavoro di cronista per parlare alla gente, agli italiani, nel corso di conferenze ed incontri con associazioni e scuole: mettere a contatto una testimonianza diretta spiega cosa sia la mafia meglio di dieci fiction e di tanta filosofia retorica. Lei può bene immaginare quale sia il mio stato d’animo quando vedo nella politica, nelle istituzioni, uomini con le mani sporche del sangue della mia famiglia; chiunque, cosciente o no, si sia reso disponibile ad “abboccamenti” con cosa nostra, per me ha le stesse identiche colpe di chi nel 1992 ha premuto per due volte il grilletto mandando in frantumi la mia famiglia. Per colpa dei traditori dello Stato nel 1992 l’Italia intera ha perso anche due magistrati come Falcone e Borsellino. Amo Verona e amo Isola della Scala, e mentirei dicendo che durante la fiera del riso bado alla mia linea astenendomi dall’assaggiare tutti i tipi di risotti. E’ un evento che ormai ha risonanza nazionale, e questo è sicuramente merito degli amministratori che negli anni si sono succeduti. Quest’anno ho letto dalla stampa che tra i tanti eventi è in calendario, il 29 settembre alle 21 è prevista anche una conferenza con ospite Marcello Dell’Utri, senatore del Pdl, che presenterà i diari inediti di Benito Mussolini. Ho letto le reazioni del politici locali indignati per la presenza di quei documenti, che si chiedevano se fosse la fiera del riso o del fascio. Il problema non è quello. Il problema non sono i diari di Mussolini, che tra l’altro per lo storico del fascismo Emilio Gentile e per il presidente dei grafologi italiani, Roberto Travaglino, sono palesemente falsi, ma lo stesso Dell’Utri. Nessuno ha pronunciato la parola mafia, nessuno ha protestato per la presenza del senatore del Pdl che ha sul groppone oltre ai due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale, oltre alla condanna a due anni per estorsione aggravata assieme al boss Vincenzo Virga poi annullata con rinvio, una pesantissima condanna a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Scrivono i giudici che «La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra». C’è la luna e tutti indicano il dito, accecati dall’ideologia e dalla polemica politica. Per me, che so bene cosa sia la mafia e che effetti abbia sulla vita di una famiglia onesta, è un oltraggio che Marcello Dell’Utri venga ad inquinare un evento storico che attira centinaia di migliaia di visitatori. Le chiedo, pertanto, in virtù della mia buona fede, del mio disinteresse e della fiducia che ho in lei, di annullare l’evento con Marcello Dell’Utri e sostituirlo con la presentazione di un volume sull’antimafia, che i visitatori gradiranno senz’altro di più. Glielo chiedo nel nome di chi oggi non c’è più per aver combattuto quella mafia che Dell’Utri, stando alle sentenze, ha favorito.

    Cordialmente e con fiducia,

    Benny Calasanzio

  2. VENITE NUMEROSI LA SERA DEL 29 SETTEMBRE AD ACCOGLIERE L’OSPITE “D’ONORE” – ABBIAMO CARTELLI MAGLIETTE E VOLANTINI – SOPRATUTTO
    NON COMPRIAMO IL RISO DI ISOLA DELLA SCALA PERCHE’ PUZZA DI MAFIA

  3. qualcuno può aggiornare prossimamente su eventuali comitati di malvenuto per il mafioso? thanks…

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