di Lemon Roidy
1 luglio 2013, Veronda
“Oh cazzo, è tardi”, pensa la bambina. “La vecchia mi aveva detto di rientrare entro le dieci”. Saluta velocemente le amiche, rotea su se stessa e si incammina lungo Hat street. A metà della strada pedonale si ferma e si mette a frugare nello zainetto. Ne estrae il suo prezioso Ipod Sindacal, regalo della giunta comunale a tutti gli studenti. Prima in un timpano e poi nell’altro iniziano a vibrare le dolci note della sua musica preferita e la bambina, rallegrata, riprende a camminare. Avvicinandosi a Plaza de las Yerbas la via comincia ad animarsi di giovani con in mano beveroni arancioni; i decibel nell’aria crescono ad ogni passo fino a coprire le note del pure potente Ipod Sindacal. Alla fine della via, poco dopo la statua del grande poeta gallico, un muro sonoro investe la bambina in pieno petto. Disorientata si ferma a guardare la Plaza: l’antico piano di calpestio marmoreo è invisibile tante sono le paia di scarpe bianche che lo ricoprono e, più in alto, centinaia di teste dondolano, chi al ritmo delle diverse muzak provenienti dai vari locali, chi al ritmo della sua sinfonia idroalcolica interiore. La statua della divinità al centro della piazza tiene in mano un grande cartello a cristalli liquidi che annuncia: “La Plaza è a norma SIAE e in deroga alle ordinanze. Se paghi, musica fino a notte fonda, Veccio”.
La bambina si fa coraggio, inspira a fondo, e trattenendo l’aria nei polmoncini attraversa la piazza di corsa evitando gambe e piedi con scarpe bianche. Quando trafelata riesce a svoltare a sinistra, dall’altra parte della piazza, e i suoi timpani si risintonizzano sulle vibrazioni prodotte dalle cuffiette, solo allora rallenta il passo e torna a respirare.
Per rilassarsi si compra un gelato e si riavvia nella via deserta e oramai silenziosa con il gelato in una mano e il prezioso lettore musicale stretto nell’altra.
Finalmente dimentica dell’infernale Plaza la bambina comincia a fischiettare le note della musica che le giunge dalle orecchie.
Non passano che dieci secondi.
D’un tratto l’ipod Sindacal interrompe la musica e si mette a trillare ad intermittenza, come una sirena.
Nelle cuffiette si ode una voce di donna: “Attenzione! rimanere fermi. Doppia Violazione delle ordinanze Sindacali. Avete disapplicato la norma Antikebab e la norma AntiBonghi. È vietato mangiare vicino ai monumenti e suonare strumenti dopo le 22.00. Le corde vocali e le labbra chiuse a fischio sono equiparate a strumenti musicali. Ripeto: rimanere fermi”.
La bambina adesso è presa dal panico; non sa cosa fare.
In un moto istintivo trattiene il respiro, si alza di scatto e tenta la fuga.
In un decimillesimo di secondo due punture di spilli nella sua mano destra. La bambina si ferma e si accuccia al suolo, in posizione fetale, con lo sguardo spento verso il cielo.
Nelle sue orecchie l’ipod Sindacal ripete in loop: “Applicata ordinanza sindacale antiMonelli. Doppia dose di Ritalin iniettata. Attendere Assistenti Civici.”
In attesa che vengano a prelevarla, nell’occhio vitreo della bambina si rispecchiano degli uccelli in volo. Piccioni.
@ manganelli se non capisci la satira l’ignoranza è solo tua…
infatti manganelli, vai a farti un giro va là.
Certo che di ignoranti al mondo ce n’è un sacco, possibile che si siano radunati tutti qui?