Guerre intestine e d’intestini tra apparati della Lega.
Il motivo del contendere? Questioni di primato tra primati.
Adesso se ne viene fuori Sturmtruppen Maroni con questa storia del respingimento.
Mica nuova. E non bisogna nemmeno tornare con la mente alle leggi razziali sostenute e sottoscritte dall’illustre statista Giorgio Almirante, padre politico di un’intera classe dell’apparato digerente oggi al comando.
Basta ricordare quando qualche anno fa i fascisti desiderosi di una fogna nuova dichiaravano l’inutile distinzione tra clandestini o regolari e la necessità di un umano rimpatrio per tutti.
Maroni copione, ci sono arrivati prima i tuoi amici nostalgici di olio, ricino e aspersorio.
D’altronde, ultimamente è un continuo rincorrersi a chi sia più aguzzino. Non è più a-la-page dirsi umani.
A livello veronese, tornano le elucubrate elaborazioni culturali della think tank legaiola, con volantini inneggianti a riempire le navi negriere e rispedirle al mittente, che ora c’è crisi e c’è esubero nei campi. Teniamo però le badanti, in nero, da sfruttare per bene che c’abbiamo i veci che si cagano indoso e non c’è tempo di pulirli noialtri, popolo veneto eleto.
Arriva quell’altro, Faccia Furba Salvini: carrozze metrò solo per i milanesi. Pensava di essere il più giusto, di aver superato per ardore qualunque proposta segregazionista dell’Alabama. Anche le più sconce, quelle della pornostar trevigiana in là con gli anni e dalla discreta fiatella padana.
Peccato Matteo, arrivi tardi. Il sindaco di Verona non è stato ufficialmente insignito del blasone di Razzista del Regno per niente. Lui, quando ancora nessuno se lo sputava, aveva già – imberbe suprematista bianco – l’occhio iniettato e il grugno volitivo da cro-magnon. Lui, imperatore della pearà, in tempi non sospetti, prima dell’epoca in cui era ancora vergogna dichiararsi contro una società umanamente tollerante, aveva già le idee chiare: il 22 marzo 2000, il giorno seguente la giornata mondiale contro il razzismo, Egli presenta in consiglio comunale una mozione: visto che “gli extracomunitari che utilizzano i mezzi dell’Amt non obliterano il biglietto" si impegna “il sindaco e la giunta ad intervenire presso l’Amt, affinché questa disponga che gli extracomunitari possano salire sugli autobus solamente dalla porta anteriore, dove il conducente consentirà l’accesso solo a quanti mostrino l’abbonamento o il biglietto (sarebbe opportuno attrezzare le porte con idonee apparecchiature meccaniche)”.
Sudafrica dei tempi d’oro, succhiamelo.
Adesso che è stato eletto padrone della città si limita a mettere le guardie giurate nelle corse notturne e a verificare che gli autobus non si fermino quando deve salire alla fermata un uomo non autoctono o una zingara (che strana quest’intolleranza anche da parte degli autisti: ma da dove cazzo potrà saltare mai fuori in un clima così ospitale?).
Sempre a livello veronese, un altro campione in apartheid è Herr Friedrich Bricolo, capogruppo al Senato del consesso di ariano-padani, uomo fine e colto. Suo l’emendamento proposto che autorizzerebbe i medici a denunciare gli immigrati clandestini. E sua la proposta, per chiudere un po’ questo cerchio di guano, di utilizzare esercito, marina e aviazione per presidiare i patrii confini dalle orde di senzadio.
Anche se in verità l’idea originale è di quell’artista della minchiata casereccia che è Enzo australopithecus Flegus, che dichiara con un melone smarso in bocca: "Quando i clandestini arrivano sulle nostre coste, la polizia non dovrebbe sparare in aria ma dovrebbe sparargli in… in… in… sui gommoni!". Correva l’anno 2000 su Telenuovo.
Acque agitate, maree maroni. Serve salvagente e sturalavandino.
Il motivo del contendere? Questioni di primato tra primati.
Adesso se ne viene fuori Sturmtruppen Maroni con questa storia del respingimento.
Mica nuova. E non bisogna nemmeno tornare con la mente alle leggi razziali sostenute e sottoscritte dall’illustre statista Giorgio Almirante, padre politico di un’intera classe dell’apparato digerente oggi al comando.
Basta ricordare quando qualche anno fa i fascisti desiderosi di una fogna nuova dichiaravano l’inutile distinzione tra clandestini o regolari e la necessità di un umano rimpatrio per tutti.
Maroni copione, ci sono arrivati prima i tuoi amici nostalgici di olio, ricino e aspersorio.
D’altronde, ultimamente è un continuo rincorrersi a chi sia più aguzzino. Non è più a-la-page dirsi umani.
A livello veronese, tornano le elucubrate elaborazioni culturali della think tank legaiola, con volantini inneggianti a riempire le navi negriere e rispedirle al mittente, che ora c’è crisi e c’è esubero nei campi. Teniamo però le badanti, in nero, da sfruttare per bene che c’abbiamo i veci che si cagano indoso e non c’è tempo di pulirli noialtri, popolo veneto eleto.
Arriva quell’altro, Faccia Furba Salvini: carrozze metrò solo per i milanesi. Pensava di essere il più giusto, di aver superato per ardore qualunque proposta segregazionista dell’Alabama. Anche le più sconce, quelle della pornostar trevigiana in là con gli anni e dalla discreta fiatella padana.
Peccato Matteo, arrivi tardi. Il sindaco di Verona non è stato ufficialmente insignito del blasone di Razzista del Regno per niente. Lui, quando ancora nessuno se lo sputava, aveva già – imberbe suprematista bianco – l’occhio iniettato e il grugno volitivo da cro-magnon. Lui, imperatore della pearà, in tempi non sospetti, prima dell’epoca in cui era ancora vergogna dichiararsi contro una società umanamente tollerante, aveva già le idee chiare: il 22 marzo 2000, il giorno seguente la giornata mondiale contro il razzismo, Egli presenta in consiglio comunale una mozione: visto che “gli extracomunitari che utilizzano i mezzi dell’Amt non obliterano il biglietto" si impegna “il sindaco e la giunta ad intervenire presso l’Amt, affinché questa disponga che gli extracomunitari possano salire sugli autobus solamente dalla porta anteriore, dove il conducente consentirà l’accesso solo a quanti mostrino l’abbonamento o il biglietto (sarebbe opportuno attrezzare le porte con idonee apparecchiature meccaniche)”.
Sudafrica dei tempi d’oro, succhiamelo.
Adesso che è stato eletto padrone della città si limita a mettere le guardie giurate nelle corse notturne e a verificare che gli autobus non si fermino quando deve salire alla fermata un uomo non autoctono o una zingara (che strana quest’intolleranza anche da parte degli autisti: ma da dove cazzo potrà saltare mai fuori in un clima così ospitale?).
Sempre a livello veronese, un altro campione in apartheid è Herr Friedrich Bricolo, capogruppo al Senato del consesso di ariano-padani, uomo fine e colto. Suo l’emendamento proposto che autorizzerebbe i medici a denunciare gli immigrati clandestini. E sua la proposta, per chiudere un po’ questo cerchio di guano, di utilizzare esercito, marina e aviazione per presidiare i patrii confini dalle orde di senzadio.
Anche se in verità l’idea originale è di quell’artista della minchiata casereccia che è Enzo australopithecus Flegus, che dichiara con un melone smarso in bocca: "Quando i clandestini arrivano sulle nostre coste, la polizia non dovrebbe sparare in aria ma dovrebbe sparargli in… in… in… sui gommoni!". Correva l’anno 2000 su Telenuovo.
Acque agitate, maree maroni. Serve salvagente e sturalavandino.
TUTTI IN AULA MAGNA!!!!!!!
SO’ IMBOCCATI I FASCI!
Al Blob Club ennesimo concerto di gruppo nazifascista
Basta nazirock a Verona
Verona – Domenica 17 maggio 2009
C’è modo e modo di rispondere, un anno dopo, alla morte di Nicola Tommasoli.
C’è chi organizza dibattiti, presentazioni di libri, presidi e manifestazioni, chi cerca di capire. C’è chi cerca di dimenticare in fretta. O di ostacolare la discussione, la circolazione delle informazioni, di impedire dibattiti e presentazioni di libri, trovando cavilli e improbabili giustificazioni per concedere le piazze e i luoghi per discutere. E c’è chi, infine, rivendica apertamente aggressioni e violenza, organizzando concerti nazirock.
Il 22 maggio, i gruppi di estrema destra frequentati dagli assassini di Tommasoli, chiamano a Verona per un concerto gli Zetazeroalfa. Un gruppo musicale composto da razzisti, antisemiti, apologeti espliciti del fascismo.
Crediamo che questo concerto sia un’offesa alla città. E che lo sia in particolare per tutti quelle e per tutti quelli che hanno partecipato con dolore al lutto della famiglia Tommasoli, senza trincerarsi dietro gli schemi difensivi predisposti da certa stampa e politica veronese. Le difese di chi dice che la città non è come la dipingono quelli che vengono da “fuori”; che l’assessore Miglioranzi sia un politico come gli altri; che l’omicidio di Nicola sia stato soltanto l’esito imprevisto di una banale lite tra “ragazzi”. Altre aggressioni, altre tragedie sfiorate hanno dimostrato come di fatto non sia così.
Crediamo che proprio perché questo concerto è un’offesa alla città, esso debba essere impedito. Con la forza della ragione e la passione di un’indignazione che non si spegne. C’è un’altra Verona, fatta di mamme coraggiose, di insegnanti ed educatori che non cedono alle derive razziste del senso comune, di studentesse e di studenti come Nicola, che hanno attraversato le mobilitazioni le occasioni di dibattito e di informazione che abbiamo costruito come parti della riconquista di questa città. A loro facciamo appello. Se un’altra Verona è possibile, essa deve manifestarsi e prendere la parola.
Per impedire, con la forza della ragione e la passione dell’indignazione, il raduno nazista del 22 maggio che si terrà al BLOB CLUB, via Lussemburgo 21 (tel 045/585462).
Inondiamo di telefonate, fax e mail di protesta il Comune di Verona e i quotidiani:
Centralino tel 045/8077111 – fax 045/8066483
Ufficio relazioni con il pubblico: urp@comune.verona.it
Sindaco tel.0458077713 – fax 045/8066494 – mail: sindaco@comune.verona.it
Cittadini e cittadine dell’Altro Comune
mi viene da vomitare dal ridere… che spettacolo grottesco questi veronesi tuti mati…
Virna, è il paradosso di un reale che rasenta i piani della finzione distopica. Buon futuro a tutti.
il problemone qua è che, se provassi ad “affliggere” il manifesto in giro per la città, riceveresti delle adesioni.
persone che nemmeno lo leggerebbero tutto ma ci vedrebbero un’opportunità di lavoro utile alla comunità e ipodotati di senso dell’umorismo (e del ridicolo) che sarebbero pure d’accordo…
maree maroni…..
ah i bei tempi del 2000.. Ricordo ancora quando prendevo l’autobus e salivo a Borgo Trento…E gli unici che al controllo non avevano il biglietto era no tutti bianchi veronesi doc del Galtarossa, e si lamentavano pure dei controlli che erano costretti a subire…
Ah luminose menti padane forgiate da Telenuovo.