Dieci piccoli ariani

Io combatterò la sporcizia difendendo le tradizioni germaniche.
Ripulirò le nostre città da quanti corrompono i costumi germanici.
                                                                           
Hermann Goering

Non c’è che dire. Davvero un bel modo di festeggiare la rimessa in libertà di Abel e Furlan.
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. Ogni paragone tra Ludwig, brand assassino mai passato di moda, e i piccoli ariani di oggi appare azzardato.
Va dato atto al duo nazista che l’intenzione di purificare la società dalle infezioni con l’assassinio e l’incendio era ben altra cosa rispetto alle aggressioni in centro di oggi. Là strategica pianificazione di omicidio allo stridulo grido di "la nostra democrazia è sterminio", qui improvvisazione di rabberciate bertucce.
Pare comunque lo stesso un bel modo, una sorta di simbolico omaggio alla coppietta sterminatrice più dandy oggi in libertà, quello di una decina di piccoli ariani che hanno raccolto il testimone di Ludwig e spaccato la faccia con un posacenere alla prima ragazza incrociata, probabilmente poco conforme al loro status (che poi, l’oscena vulgata popolare regnante dice che se è successo, beh, magari un po’ lei se l’era cercata. Ad esempio, per dire, aveva studiato filosofia).
A pensarci, qualche altra analogia c’è. Figli di papà Marco e Wolfgang, figli di papà le scimmiette addestrate che pisciano agli angoli, marcando il loro angusto territorio.
È vero, gli uni in un delirio di onnipotenza si richiamavano al nazionalsocialismo ("quello cattivo", probabilmente sottolineerebbe Fini), gli altri in un delirio di impotenza si richiamano ugualmente al nazionalsocialismo ("che non sanno nemmeno cos’è" probabilmente strillerebbe qualche giornalista locale, dimostrando di avere capito tutto).
Ma le analogie si fermano qui, per Dio.
Quello a cui assistiamo, lo vanno dicendo tutti o quasi in questa città, è che mancano i valori, che la gioventù è allo sbando…
Quello che non c’è, è palese. Quello che c’è, meno, si fa più fatica a chiamarlo.
Da dove nasce insomma tutta questa insensata violenza?
Incredibile, davvero, ma come si fa…
Povero, microscopico popolo veronese. Che non accetta illazioni, che l’importante è non gettar fango.
Così come si lamenta il piccolo popolo dei tifosi, stufo di criminalizzazioni.
Il piccolo popolo della noche allora ribatte, non giudicateci, siamo sani, io faccio anche volontariato.
Pure Flavio lo conferma (per l’ennesima volta): sono minoranze che non rappresentano la sanità del corpo sociale scaligero. E se lo dice lui, che conosce e bazzica certi ambienti, c’è da crederci.
Ecco, casi isolati.
Ecco, subito ci si smarca, si rimane puri e integri, mica macchiati dall’onta di chi aggredisce in dieci contro uno, da vigliacchi e meschini, come le squadracce fasciste hanno sempre fatto, al grido di sieg heil.
A Verona, lo si dica una buona volta, prendere a mortali calci in testa non è lo sport locale. Noi tutti, piccolo popolo di insignificanti giornalisti, minimizzanti pretini, trascurabili bottegai, accomodanti poliziotti, lillipuziani politici, unendoci al coro della Volontà Popolare che ci ha eletto, diciamo che il fenomeno dei dieci piccoli ariani è un giallo incomprensibile. Irrazionale. In quanto tale non dimostrabile.
Ludwig, i pestaggi in centro, i muri con le svastiche, le fazioni consistenti di tifoserie simpatizzanti per Himmler (e gli altri zitti), i neonazisti seduti a fianco del sindaco, i cortei organizzati da sostenitori della supremazia bianca frequentati da esponenti di palazzo Barbieri, le condanne per razzismo,  i convegni e i concerti nazisti finanziati per anni coi soldi pubblici, le strade intitolate a picchiatori fascisti, l’ipotesi di strade intitolate a rastrellatori di partigiani, l’omicidio Tommasoli, i posaceneri in faccia a ragazze, i saluti romani sulle scale di palazzo Barbieri, le messe in latino officiate da preti fanatici di dittature fasciste, i dibattiti patrocinati alla Gran Guardia in compagnia di negazionisti,  la tolleranza zero, la lotta al degrado, la guerra al decoro, l’emergenza sicurezza, le ronde, il livore razziale di dichiarazioni pubbliche ignobili contro i rom, le puttane, i froci…
Tutto questo, e molto di più, non ha nessuna attinenza con l’aaasssurda violenza che tanto rovina la bella immagine della città dell’amore.
Povero, piccolo popolino veronese. Su cui pare proprio pendere una maledizione. Quasi ci fosse una regìa occulta pronta ad approfittare delle sue debolezze per additarlo al pubblico ludibrio.
Povero, piccolo popolino veronese. Affetto da sindrome dello struzzo.
E povere scimmiette addestrate anche!
Adesso, che senso ha una predica contro la violenza da parte di chi ha fatto di odio etnico e razzismo la sua cifra politica? Non sono i nostri politici di riferimento, gli amministratori della cosa pubblica, i primi a parlare del sacrosanto diritto padano di far pulizia?
Ma così le confondete, le scimmiette ammaestrate!
Che abbiano finora sempre frainteso slogan, delibere, pacche sulla spalla, occhiolini?
Nel migliore dei casi, spesso il piccolo veronese diventa involontario complice di questo clima, ogni volta che sta zitto, ogni volta che tollera.
Nel peggiore dei casi, diventa un collaborazionista. Ogni volta che minimizza, ogni volta che semplifica, quando è così codardo da non chiamare le cose col loro nome.
Questa volta, ad esempio, dovrebbe domandarsi: chi è l’ammaestratore di scimmiette?

14 pensieri su “Dieci piccoli ariani

  1. Armlehnen: hai ragione, me ne stavo scordando (somaro!).
    Ma il fatto che l’ex-chimica sia stato raso al suolo per far spazio ai nostri simpatici e amorevoli nonni significa che non si può trovare un’altra sistemazione piuttosto che peregrinare tra un’associazione e l’altra per riunirsi?
    Nutro una profonda fiducia nel prossimo, non in me stesso, ma secondo me qualcosa si può fare o almeno tentare..

  2. Armlehnen: hai ragione, me ne stavo scordando (somaro!).
    Ma il fatto che l’ex-chimica sia stato raso al suolo per far spazio ai nostri simpatici e amorevoli nonni significa che non si può trovare un’altra sistemazione piuttosto che peregrinare tra un’associazione e l’altra per riunirsi?
    Nutro una profonda fiducia nel prossimo, non in me stesso, ma secondo me qualcosa si può fare o almeno tentare..

  3. uno spazio
    come Fra suggerisce
    a verona già c’era…
    l’han chiuso, ed ora ci fanno un centro per anziani!
    con queste realtà, l’unica soluzione sembrano essere le bombe.
    Comunque, l’articolo mi è piaciuto molto; bene così cari miei…

  4. Complimenti, fantastico post.
    A chi chiede “chi ci salvera?” …un giorno (un giorno forse)ci salveranno delle persone come quelle che hanno scritto “dieci piccoli ariani”.

  5. Mi limito ad una osservazione.

    Prendiamo il caso del tratto di lungadige dedicato a Nicola Pasetto. All’epoca, Pasetto era stato espulso dal consiglio comunale; dopo la rissa in Parlamento, era stato espulso dal MSI da Almirante. Da Almirante, non un Fini qualunque!

    E ad una persona del genere l’attuale giunta dedica una strada. E’ un chiarissimo segnale a chi non ha altri argomenti che il ricorso alla violenza.

    E allora, chi ha votato l’intitolazione del lungadige a Pasetto è da considerare un corresponsabile morale degli episodi di pestaggio di cui la nostra città si pregia.

  6. … insomma, mi fate proprio venire voglia di venire a Verona a fare un giro … nel caso posso contattarvi per avere la vostra guida gratuita alla città?

  7. Bella domanda: “chi ci salverà?”
    Se non ci salviamo noi, di certo i veronesi non si salveranno da soli -anzi- la situazione sarà sempre peggiore.
    Perchè non cercare di costruire un “contro-movimento” che possa opporre alla schifosa barbarie dell’amministrazione e del suo stuolo di nazi-fasci una convivenza basata sul rispetto reciproco?
    Progetto estremamente utopico, ma perchè non trovare uno spazio dove discutere e magari cercare di applicare “soluzioni” condivise?
    I post di questo blog sono semplicemente eccezionali, ma ho paura che rimangano solo ed esclusivamente parole da leggere e su cui ridere anche amaramente.

  8. Verona subisce da sempre il richiamo dei miti e dei riti nazifascisti. Figuriamoci oggi nel deserto culturale, emotivo e valoriale che stiamo attraversando.
    Il mix fra il quotidiano sbando giovanile e il solito cinismo dei cattivi maestri non fanno altro che materializzare le ombre di una comunità ammalata.
    Chi ci salverà?

  9. Povera Verona, sì car* del Lombros, avete ragione a compiangerla. E intanto, con la scusa dei lavori alla facciata, è già stata rimossa la targa per Nicola. Piangiamo, esecriamo, ma non troppo; e con la prima occasione nascondiamo la cenere (!) sotto il primo tappeto che ci capita. Niente di troppo, sotto questo cielo,neanche dalle parti della coscienza. Se la città fosse seria, invece che solo tragica, la targa per Nicola la si lasciava lì, fasciata di Domopak o di silicone. Ipocriti, ogni scusa è buona per gli ‘errori’,i provvisori spostamenti che nascondono le profonde verità del veronese (non) sentire: anche Ippolito Nievo l’aveva capito, e ti dava della bigotta, ipocrita Verona,ventre sempre gravido dell’idiozia più pericolosa.

  10. posso dire che è un post B-E-L-L-I-S-S-I-M-O ?!?!
    complimenti! avete/hai perfettamente centrato e messo a fuoco la tua fotografia su certi ambienti e comportamenti che riempiono verona!

  11. Apprezzo tantissimo questo scritto di Hermann Goering, chè un pò penso riassuma in sè la tendenza politica dei veronesi: Nazionalsocialisti sì, ma con moderazione.

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