Magari da domani ci saranno anche le attività sportive per i giovani virgulti al “Palazzo della Gioventù Fascista” di via IV novembre, il nuovo centro ricreativo voluto dall’amministrazione veronese che ancora una volta si distingue per lungimiranza, anticipazione del futuro e dimenticanza del recente passato. Noi crediamo sia giusto che nel cuore di questa città risorga un’istituzione abolita e seppellita nel maggio del ’45 con urgente decreto, dandole nuova dignità e lustro. Per non farsi mancare nulla, il Comune lo sta restaurando con il contributo di una ditta di ponteggi che sponsorizza l’Hellas Verona. Per noi la ciliegina sulla torta.
Grazie a genitori che hanno votato l’uomo giusto, a partire dai prossimi anni i borgotrentini in erba non avranno più il deserto intorno a loro, quello di un quartiere che dopo le 20.00 è morto. Dài, andiamo a vedere cosa fanno al “Palazzo della Gioventù Fascista”. Il programma del centro per i nuovi figli della lupa che lì, maschio e avanguardissimo, potrebbe sorgere è ampio: si organizzerebbero spedizioni per riempire di botte una vittima a caso in via Cappello («la ragazzata»), ci si divertirebbe con il tiro a segno sui viados («la diversità alle volte irrita»), a riempire di mazzate un insolente pedone a ponte Navi («se l’era cercata»), a scudisciare tredicenni allogeni che osano guardare autoctoni di borgo Trento («Verona non è razzista, una bravata»), a tirare portaceneri contro ragazze in piazza Viviani («smoke gets in your eyes»), infine ci sarebbe il tour punitivo dei bar di Veronetta assieme ai camerati («festina di fine corso») o il master di braccia tese e sassate all’università quando si tengono lezioni invise («la dialettica è il sale della civiltà»). Per mettere a tacere certe anime pie lo si potrebbe intitolare alla memoria di Nicola Tommasoli, e via andare. Il tutto sponsorizzato dall’Hellas Verona.
Ci piace semplicemente giocare con le associazioni di idee e decifrare i segni di cui questa città ridonda. Se poi, per un malaugurato caso, si affiancano involontariamente una squadra di calcio e un palazzo tuttora onorato dai pullulanti fascisti locali (alcuni dei quali onorano posti istituzionali di prestigio nell’amministrazione locale), ci piace ribadirlo, forse, che le cose hanno spesso un senso recondito, non a caso. Quell’unicum che noi all’ombra vogliamo rischiarare.
Ma che articolo è?
Dove è il nesso tra l’apologia del fascismo ed il restauro di un edificio storico e significativo di una corrente architettonica basilare per la storia italiana?!è un pezzo di storia tanto quanto l’arena per quel che mi riguarda!e a proposito…se non mi ricordo male nel parente romano-leggi Colosseo- trovavano morte i cristiani sbranati da leoni…o sbaglio?!Quanto spreco se un vescovo un giorno memore di ciò si fosse svegliato con la volontà di demolirla…
Il fatto che la denominazione sia quella, non toglie la necessità di ristrutturare e valorizzare un manufatto inutilizzato da anni…invece di cementificare aree libere…non fermiamoci ai nomi, dai…